Con il WTA Elite Trophy di Zhuhai si è chiusa ufficialmente l’attività delle giocatrici di vertice. Terminato il circuito principale, in questo periodo si disputano alcuni tornei di livello inferiore (ITF, 125K) che però, salvo rare eccezioni, sono affrontati solo da tenniste oltre il cinquantesimo posto. E il ranking di lunedì 5 novembre è quello che diventerà il riferimento annuale, punto fermo in archivio per i confronti di fine stagione.
Si possono quindi trarre i primi bilanci; qui con un articolo che presenta alcune statistiche ricavate a partire dai dati WTA. Più avanti ci sarà una seconda parte relativa alle partite contro le Top 10. In generale, se siete interessati ad avere un po’ di numeri relativi al 2018, potete trovarli nel sito WTA, che rispetto agli anni scorsi è sicuramente migliorato (almeno sotto questo aspetto), visto che finalmente consente di elaborare classifiche differenti cliccando sulle diverse voci. Un progresso rispetto agli elenchi formato pdf del passato.
1. Servizio: ace e doppi falli
Nel 2015 Karolina Pliskova aveva strappato a Serena Williams la leadership nella classifica che conteggiava il numero di ace totali, e aveva mantenuto il primato per tre anni consecutivi. Nel 2018 abbiamo un nome nuovo al vertice, Julia Goerges, che è salita di un gradino rispetto al secondo posto del 2017.
Ma direi che va sottolineata anche la presenza entro le prime sette di giovani come Barty, Osaka e Sabalenka. Più sorprendente di tutti, almeno per me, è il numero di ace di Ashleigh Barty, che non è certo una gigantessa (1,66 per la scheda WTA), eppure è comunque in grado di servire con notevole incisività.
Questo il dato ufficiale WTA. Non apprezzo molto questo modo di considerare gli ace, troppo grossolano: una semplice somma, eccessivamente influenzata dal numero di partite disputate. Per cercare di arrivare a una valutazione più attendibile, mi sembra meglio calcolare la media degli ace per ogni match disputato. E in questo conteggio prende il comando Kristyna Pliskova, la gemella mancina di Karolina.
Due tabelle: a sinistra gli ace, a destra la classifica calcolata allo stesso modo ma relativa ai doppi falli (media dei doppi falli compiuti per match). Segnalo la presenza di alcuni nomi in entrambe le liste: Sharapova, Kvitova, Vandeweghe, Barthel etc, sono giocatrici che evidentemente per ragioni tecnico-tattiche chiedono molto alla battuta e quindi forzano sia la prima (con buon numero di ace) che la seconda palla (con conseguenti doppi falli): un certo numero di errori per loro è dunque del tutto fisiologico.
Direi che sono più gravi i doppi falli di chi non rischia altrettanto al servizio, ma invece incorre banalmente in errori esecutivi: veri e propri gratuiti. Per questo segnalerei in negativo Gavrilova, Vondrousova e Ostapenko, che hanno vissuto una stagione in cui il servizio è stato troppo spesso un handicap nel bilancio dei loro match.
A proposito di doppi falli: è in miglioramento il dato di Camila Giorgi passata dal terzo posto del 2017 al diciannovesimo del 2018 (da 6,61 DF a match a 5,09). A mio avviso questo miglioramento di Camila non è dovuto a maggiore prudenza, ma piuttosto a un effettivo progresso tecnico, visto che in particolare il servizio in kick è diventato più affidabile. Una piccola curiosità: quando Giorgi è al servizio emette un grunting leggermente più intenso se serve in kick. E siccome il grunting arriva al momento del caricamento del colpo, in questo modo si può percepire in anticipo quando Camila sceglierà la soluzione più lavorata e quando invece quella più tesa; per esempio nell’ambiente indoor di Linz la differenza era piuttosto evidente. Chissà se le sue avversarie se ne sono rese conto.
2. Percentuale di punti vinti con la prima di servizio
Ecco una statistica che, a dispetto delle apparenze, non registra novità al vertice. Nel 2017 Serena Williams non compariva solo perché non aveva giocato almeno 10 match WTA (numero minimo per rientrare in questi dati), ma nei nove incontri disputati era comunque risultata prima con il 79,1% di punti vinti. Nel 2018 è ancora al comando, ma con un dato un po’ inferiore rispetto ai suoi standard. Un peggioramento che va di pari passo con il rendimento sulla seconda (vedi poi) e che potrebbe essere un elemento da considerare per capire le ragioni delle due finali Slam perse.
Segnalo il terzo posto di Ashleigh Barty, che scala ulteriori posizioni rispetto al già ottimo rendimento del 2017. Chi invece è in flessione è Karolina Pliskova, che sembra avere disputato una stagione un po’ sottotono per quanto riguarda l’efficacia del servizio: un calo dal 3 al 5% a seconda delle annate di paragone.
3. Percentuale di punti vinti con la seconda
Si dice sempre che questo sia un dato fondamentale perché indica la solidità “profonda” di un tennista, al di là degli aspetti più spettacolari e appariscenti che più spesso sono legati agli scambi che seguono la prima di servizio. Dopo due anni di primato non compare più Johanna Konta, a conferma della sua annata negativa (da numero 9 del ranking a 39). Nel 2018 due sole giocatrici sono state in grado di superare il 50% di punti vinti: Barty e Garcia.
In questa classifica compaiono due generi di tenniste: chi è molto solida nello scambio (Stephens, Svitolina, Suarez Navarro) e chi invece possiede ottime seconde di servizio che possono comunque incidere sull’inerzia del gioco (Garcia, Martic, Giorgi, Goerges etc.). Il sesto posto di Giorgi dimostra che la tattica molto aggressiva sulla seconda palla quest’anno ha funzionato. A conferma che valutare il dato dei doppi falli di per sé non ha molto senso, visto che ciò che conta è il rendimento complessivo sulla seconda, e che anche il rischio può risultare una scelta efficace. Alla fine è il bilancio dei numeri a dare l’ultimo responso sulle scelte di gioco, e quest’anno Giorgi ha molti indicatori favorevoli.
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