Secondo quanto riporta il Los Angeles Times, Justin Gimelstob, ex n. 18 del ranking di doppio, è stato arrestato mercoledì con l’accusa di percosse in relazione all’aggressione ai danni di un altro uomo avvenuta la sera di Halloween. Gimelstob è stato rilasciato dopo aver pagato la cauzione di 50.000 dollari. La presunta vittima dell’attacco avvenuto a Los Angeles è il venture capitalist (un investitore che mette capitale ad alto rischio) Randall Kaplan, un tempo amico di Justin, che – stando ai documenti visionati dal Times – al momento dei fatti passeggiava in compagnia della moglie e della figlia di due anni. Kaplan ha dichiarato che l’assalitore, riconosciuto quando ormai questi si dava alla fuga, urlava che l’avrebbe ucciso, provocandogli invece, per fortuna, “solo” graffi e contusioni sul viso e forse una commozione cerebrale. Alla conseguente richiesta di ordine restrittivo, sono allegate fotografie della vittima, oltre a un’immagine di Gimelstob “a quanto pare vestito come un pilota del film Top Gun”, blockbuster Anni ’80 dall’alto contenuto di testosterone.
Terminata la carriera con la racchetta, il quarantunenne Justin Gimelstob è ora commentatore per Tennis Channel e coach. Pur non essendo ufficialmente più a fianco di John Isner da due anni, lo scorso luglio Justin sedeva (quando non era in piedi mostrando il pugno) nel box con gli altri ospiti di Long John durante il match-maratona contro Anderson a Wimbledon. Dopo aver dimostrato definitivamente di essere un personaggio poliedrico intervistando Andy Roddick allo US Open 2007 subito dopo averci perso, desta poca sorpresa che occupi anche uno dei sei posti nel Consiglio di amministrazione dell’ATP come rappresentante dei giocatori – posizione che finirebbe con il perdere in caso di condanna – e che sia visto come possibile successore di Chris Kermode alla Presidenza.
Tornando all’aggressione, Kaplan sostiene di essere stato precedentemente minacciato a causa della sua amicizia con Cary, la moglie separata di Gimelstob, e di aver contattato il di lui avvocato divorzista chiedendogli di far cessare le minacce. Nel 2016, la stessa Cary aveva richiesto un ordine restrittivo per violenza domestica nei confronti del marito, che aveva però negato le accuse.