da Melbourne, il nostro inviato
Con la ATP Cup lanciata ufficialmente per il gennaio 2020 a sfidare il dominio della Coppa Davis versione Kosmos nell’ambito delle competizioni a squadre, gli uomini di Piqué hanno intensificato gli sforzi per promuovere la loro manifestazione ed assicurare il successo del loro faraonico investimento di 3 miliardi di dollari spalmati su 25 anni. Durante una delle prime giornate dell’Australian Open, l’ITF ha convocato un ristretto numero di giornalisti presso un hotel di Melbourne per una discussione informale sul nuovo formato della Coppa Davis da parte del top management della competizione.
Mentre il presidente ITF David Haggerty era a Losanna a incontrare il n.1 del CIO Thomas Bach per discutere come il cambiamento della formula modificherà i criteri di eleggibilità olimpica nel quadriennio 2020-2024 (è già stato deciso che per Tokyo 2020 i criteri rimarranno quelli attuali) è toccato al CEO di Kosmos Tennis Javier Alonso e al Chief Competition Officer delle finali di Davis Galo Blanco (ex allenatore di Raonic, Khachanov e Thiem) intrattenere la stampa in una colazione di lavoro all’Hotel Pullman on the Park di Melbourne, a due passi dalla Rod Laver Arena.
Nonostante la sicurezza di facciata nella bontà del modello proposto sia sotto l’aspetto sportivo sia sotto quello economico, è impossibile negare l’esistenza di diversi nodi da sciogliere, prima di tutti quello del calendario. “Riteniamo che ci sia un problema di calendario a livello globale nel tennis – ha sostenuto Kris Dent, Senior Executive Director per il tennis professionistico della ITF – e noi siamo disposti a spostare la nostra competizione e disputarla nella settimana che ha più senso per il tennis, indipendentemente dagli interessi delle singole entità che governano lo sport”. Affermazione apparentemente molto accomodante, se non fosse che è sicuramente la Coppa Davis ad avere la settimana peggiore nel calendario, per cui qualunque cambiamento sarebbe probabilmente un miglioramento.
“Durante la settimana di Londra abbiamo fatto una proposta ad ATP, WTA e agli Slam, e stiamo aspettando una risposta. Nella conversazione è compresa anche la Laver Cup attraverso la USTA e Tennis Australia”. Già, la Laver Cup, che in questa complicata partita a carte ha probabilmente in mano il jolly, ovvero la settimana che potrebbe mettere tutti d’accordo, quella che comincia 7 giorni prima degli US Open e finisce 7 giorni prima dello swing asiatico. Federer e Godsick sono stati abilissimi a occupare con largo anticipo quello che è diventato il “Parco della Vittoria” del Monopoli tennistico, ed ora attendono di vedere chi sarà il miglior offerente.
Poi bisogna convincere i giocatori a venire, magari anche senza la spada di Damocle dell’eleggibilità olimpica, che i tennisti stanno provando a eliminare trattando direttamente con il CIO. Per questo scopo è stato assunto Galo Blanco, ex pro e più recentemente allenatore di successo, che si occuperà di fare da tramite tra ITF, Kosmos e i giocatori, rispondendo alle loro domande, ai loro dubbi e assicurandosi che vogliano andare a Madrid a novembre: “Alcuni si erano dichiarati restii a partecipare credendo che a Madrid si sarebbe giocato sulla terra, mentre la superficie sarà la stessa delle ATP Finals di Londra. Io sono qui per rassicurarli, per chiarire i dubbi ai capitani, agli allenatori e per facilitare gli aspetti logistici”.
Kosmos si aspetta contingenti di tifosi che viaggeranno in massa al seguito delle varie nazionali e che passeranno tutta la settimana a Madrid contribuendo a creare un clima simile a quello dei Mondali di calcio. “Il nostro sogno – confessa Blanco – è di avere la finale con uno stadio tutto esaurito, metà dei colori di una squadra e metà dei colori dell’altra”. È vero che con la vecchia formula la finale doveva essere organizzata solamente con due mesi di preavviso, e questa cosa sicuramente aveva effetti negativi sul tipo di impianto che si poteva trovare disponibile e sull’abilità dei fans di poter affrontare la trasferta. “Ora le squadre partecipanti e la sede saranno note a partire da metà febbraio, ci sarà tutto il tempo per programmare il viaggio”. Non sembra essere un problema per loro che la vecchia finale di Davis durasse solo un weekend lungo mentre qui si parla di un’intera settimana.
Per i giocatori è comunque un miglioramento, anche se ci sono state prese di posizione molto decise contro la nuova formula: “Ricordo che quando giocavo era molto difficile impegnarsi a giocare la Davis – dice Blanco – perché poteva essere un impegno di due settimane per ogni incontro, per cui anche 7-8 settimane nel corso di una stagione, davvero troppo. Ora con la nuova formula abbiamo dimezzato l’impegno richiesto, rendendolo quindi molto meno oneroso per i tennisti”.
Ciò che in ogni caso Kosmos e ITF tendono a sottolineare ad ogni occasione è che questa “rivoluzione” porterà tanti soldi freschi nel tennis, sia nelle tasche dei giocatori, sia in quelle delle Federazioni che poi li useranno per lo sviluppo e la promozione dello sport alla base. “Abbiamo anche intenzione di includere la Fed Cup in un futuro non troppo lontano – sottolinea Dent – e già da quest’anno raddoppiato il montepremi distribuendo altri 4 milioni di dollari di prize money”.
La battaglia promozionale tra i vari “padroni” del tennis è appena cominciata, il primo turno della nuova Davis by Kosmos è già il mese prossimo ma la vera competizione si disputerà a cavallo tra il 2019 e il 2020, quando nel corso di sei settimane si disputeranno due competizioni sostanzialmente identiche promosse da due entità in competizione tra loro. Si potrebbe dire “che vinca il migliore”: noi speriamo solo che ci rimanga ancora uno sport da seguire quando il polverone si diraderà sul campo di battaglia.