Tra lacrime, vendette e felici ritorni si è chiusa la seconda giornata dell’Australia Open 2019, che ci consegna il quadro completo dei primi turni. Serena Williams dopo due anni ha rimesso piede su quella Rod Laver Arena in cui festeggiò il 23esimo Slam della sua carriera. Un ritorno a Melbourne sul velluto il suo. Solo due giochi concessi a Tatjana Maria, un’ottima prestazione per iniziare al meglio la rincorsa al record di 24 Slam ancora nelle mani di Margaret Court. Al secondo turno però gli occhi non saranno tutti puntati su di lei. Ciò non capita molto spesso, ma quando dall’altro lato della rete c’è Eugenie Bouchard è più che comprensibile. L’amatissima tennista canadese, tornata in top 100 da pochi mesi, ha battuto in meno di un’ora Shuai Peng in un match che sembrava ben indirizzato già dai primi punti.
Genie ha qualche chance di sorprendere Serena in un secondo turno Slam? Le speranze sono esigue, la fiducia non è al massimo, ma Bouchard ha – finalmente – buone sensazioni: “Ora sono felice. Mi diverto in campo e sento che negli ultimi mesi ho fatto dei miglioramenti importanti. Ho giocato in modo solido negli ultimi tornei, mi sono goduta le partite e anche gli allenamenti. Questo è molto importante, perché ho avuto molti momenti in cui non mi sono divertita tanto.” Se guardassimo solamente i due palmares, la sfida avrebbe pochissima risonanza mediatica, ma l’enorme seguito di tifosi che sperano di vedere una versione di Bouchard nuova – e soprattutto vincente – amplifica in modo anche eccessivo le voci sulla prossima partita. E i media cavalcano l’onda.
Le domande dei giornalisti hanno tuttavia evidenziato un tratto comune tra Serena e Genie, le quali apparentemente condividono davvero poche cose. “Sarà un gran match” ha detto Williams, “lei gioca molto bene. Apprezzo molto il fatto che non abbia mollato. La gente la dà per finita e lei non si lascia turbare da questo. Continua a lottare e a fare ciò che deve.” La voglia di rialzarsi sempre e di non mollare mai nonostante le mille voci in circolazione è un tratto caratteristico non solo della canadese anche della carriera di Serena, sebbene quest’ultima lo abbia fatto sempre a livelli straordinari. Bouchard ha elogiato così la sua prossima avversaria: “Ammiro la longevità della sua carriera e il suo dominio negli anni, ma ovviamente ammiro anche il fatto che sia ritornata forte così tante volte, dopo gli infortuni, dopo la gravidanza”.
Dopo aver deluso così tante aspettative (spesso troppo elevate) è complicato parlare di una Bouchard pronta al grande salto. Ma a volte proprio un match apparentemente impossibile da vincere può determinare la svolta. Chi può dire che sia troppo tardi?
Serena, come all’ultimo US Open, si trova nell’ottavo della prima testa di serie, Simona Halep. Anche a Flushing Meadows la rumena si era trovata di fronte l’estone Kaia Kanepi al primo turno e il match si era concluso piuttosto male per lei, così tanto da liquidare in questo modo le domande dei giornalisti su quell’incontro: “E’ passato. Quel torneo per me non esiste più.” I brutti ricordi di quel perentorio 6-2 6-4 e la striscia aperta di cinque sconfitte consecutive rendevano l’esordio di Simona all’Australian Open un’autentica trappola, dalla quale è dovuta uscire senza l’aiuto di Cahill. La finalista uscente affronterà questa prima parte di stagione senza un allenatore, dopo aver chiuso l’esperienza con il coach che l’ha fatta diventare grande: “Com’è venire in Australia senza Darren? Strano e difficile (sorride). Lui però è qui, mi dà qualche consiglio e gli sono grata per essermi così vicino. Siamo amici anche se non abbiamo più il rapporto coach-giocatore.”
Ora spetta solo a lei ricercare il giusto approccio al match e in questo primo turno l’ha fatto nel modo giusto. Dopo essere stata bombardata per più di un’ora da Kanepi, Halep ha vendicato la sconfitta patita qualche mese fa rimontando un set e un break di ritardo e ha raggiunto il secondo turno: “Sì, non vincevo un match da Cincinnati, ma se penso a tutte queste cose prima di un match non potrei più giocare a tennis. Ho preso un rischio arrivando tardi in Australia, ma avevo bisogno di passare del tempo a casa. Mi sono detta di non avere aspettative venendo qui. Nessuna pressione. Solo dare il mio meglio e trovare il ritmo giusto. Ora ho fatto un passo in avanti, non mi sento a un alto livello, ma sono motivata.”
Non è stata una buona giornata invece per Victoria Azarenka, due volte campionessa a Melbourne nel 2012 e 2013. La bielorussa è stata eliminata da Laura Siegemund dopo aver vinto il primo, un brutto colpo per Vika, che si è presentata in conferenza stampa con il morale sotto i piedi. Non l’ha aiutata affatto la domanda di un giornalista, che le ha chiesto cosa le dà la forza di superare tutte le sfide che sta affrontando da quando è nato suo figlio. La tennista è scoppiata in lacrime: “Ho dovuto affrontare molte brutte cose nella mia vita. Mi chiedo perché, penso che questo mi renda più forte. Almeno vorrei crederci. A volte ho solo bisogno di tempo, di pazienza e un po’ di supporto”.
📽️ "Ho dovuto affrontare tante brutte cose nella mia vita, ma penso che mi renderanno più forte"
Azarenka in lacrime in conferenza stampa dopo la sconfitta agli #AusOpen 😢 pic.twitter.com/GQ5UWYh56C
— Eurosport IT (@Eurosport_IT) January 15, 2019