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da Melbourne, il nostro inviato
Giorno o sera, caldo o freddo, gli incontri di Roger Federer sono sempre un evento e una festa, in Australia come nel resto del mondo. Programmato nel suo match di secondo turno nella sessione diurna in quello che è quasi sembrato un reato di lesa maestà, il magnanimo svizzero (magnanimo con chi conta i soldi ai botteghini) ha riempito la Rod Laver Arena nel bel mezzo di un pomeriggio feriale ed ha regalato tennis d’altri tempi giocato in gran parte al piccolo trotto, ma pur sempre splendido da vedere per una folla come sempre osannante.
D’altra parte l’avversario era quello giusto: Daniel Evans gioca un tennis completo, brillante anche se irregolare, e palleggia abbastanza piano da consentire di manovrare la palla con angoli, variazioni e discese a rete. Non si pensi però che sia stata una passeggiata, perché anche se non si ha mai avuto la sensazione che il match potesse andare in maniera diversa, i primi due set (durati un’ora ciascuno) sono stati estremamente equilibrati e un paio di punti qua e là avrebbero potuto segnare un risultato molto diverso e più sorprendente. Federer ha infatti dovuto alzare il livello di attenzione nel finale di entrambi i set, rimediando a qualche sbavatura di troppo con il servizio e negli scambi dalla parte sinistra. In particolare sugli allunghi di rovescio, e quando il ritmo dello scambio si alzava, si sono viste diverse titubanze che forse possono spiegare l’insolita acconciatura spettinata e una sudorazione decisamente più abbondante di quella che sarebbe stata giustificata dalla temperatura da golfino.
Il tie break del primo set con sette minibreak nei primi otto punti, poi raddrizzato con un una rimonta da 3-5 a 7-5, e quello del secondo giocato con grande attenzione dopo aver servito inutilmente per il set sul 5-4 hanno rappresentato i picchi di attenzione dello svizzero nei momenti che contavano, con un break in partenza di terzo set che ha segnato la partita. “Ho molto rispetto per Dan – ha detto Federer dopo il match – anche se non è classificato molto in alto ora per me lui è un Top 100 solito. Ha un bello slice, difende bene, ha parecchie variazioni, non è mai semplice giocare contro di lui. Per me è un po’ come giocare contro me stesso allo specchio”. “Credo si riferisse allo stile di gioco – ha scherzato Evans, quando gli è stata riportata la frase di Federer – perché in termini di livello lui fa tutto meglio di me. Ha detto che era un po’ come giocare al gatto con il topo? Il topo mi sa che ero io, perché alla fine ero sempre io quello che correva”. Al prossimo turno Federer se la vedrà con Taylor Fritz che ha superato in quattro set la testa di serie n.30 Gael Monfils.
Dopo un primo turno contro un australiano che non gli ha permesso di giocare (Duckworth), Rafael Nadal ha invece avuto l’opportunità al secondo turno di tornare al tennis che gli è più familiare, quello nel quale si costruisce il punto con gli scambi invece di colpire a tutta forza qualunque sfera gialla pelosa capiti a tiro. Indossando la sua maglietta smanicata color “giallo taxi di New York” con tanto di bordini a scacchi bianconeri intorno a collo e maniche, Nadal ha proseguito il leitmotiv di questo Australian Open 2019 nel quale fino a questo momento i grandi favoriti non hanno avuto nessuna difficoltà e stanno veleggiando senza problemi attraverso la prima settimana di questo Slam.
D’altra parte Matthew Ebden, l’avversario odierno di Nadal, è uno di quei giocatori che si potrebbero definire “da college” anche se al college non c’è mai andato: per ottenere la sua laurea in economia e commercio infatti studia nei ritagli di tempo mentre è impegnato nel circuito ATP. Il suo stile di gioco è abbastanza versatile, sa fare un po’ tutto, tutto quanto benino, ma non ha armi letali in grado da lasciar fermo l’avversario. Contro Nadal, soprattutto su campi veloci come questi di Melbourne Park (anche se la temperatura bassa di mercoledì sera non ha permesso alle palle Dunlop di tagliare l’aria come fanno di solito), sarebbe buona norma prendere il comando dei punti appena possibile per evitare di essere stritolati dal ritmo del maiorchino. Ebden ci ha provato, tentando anche qualche serve and volley ma purtroppo per lui non ha mai trovato il modo per far male a Nadal né da fondo né a rete.
Tre palle break in favore dell’australiano sul 3-3 del primo set sono stati l’unico momento di incertezza del match: annullate quelle, l’ultima delle quali grazie a una volée di rovescio non troppo difficile messa in rete da Ebden, Nadal ha allungato subito il passo, incamerando il primo parziale con una striscia di 11 punti a 3, e da quel momento non si è più guardato indietro.
IL TONFO DI KEVIN – A squassare la normalità dei primi turni di Melbourne è ancora la caduta di un gigante, un altro top 10 che abbandona il torneo. Si tratta di Kevin Anderson, che fa seguito all’eliminazione di Isner per mano del connazionale Opelka. Il sudafricano, quinta testa di serie, è stato sorpreso da un esuberante Frances Tiafoe e forse ancor di più da un fastidio al gomito destro, che si era potuto ipotizzare da metà del secondo set ed è poi stato confermato dal medical time out chiamato a fine terzo set, quando Tiafoe aveva già rimontato la svantaggio portandosi in vantaggio due set a uno.
E dire che Kevin non solo aveva dominato il primo set, concedendo appena sei punti al servizio, ma si era portato avanti 3-0 anche nel secondo. Poi Tiafoe si è reso autore di una coraggiosa rimonta, anche esibendosi in qualche variazione che non appartiene al suo repertorio classico; senza offrire palle break, e ‘rubando’ le percentuali di servizio che il suo avversario è solito esibire, il 20enne del Maryland si è trovato a servire per il terzo set. Sul 5-4 e servizio avversario, nonostante il dolore, Anderson ha dimostrato grande signorilità chiedendo solo un antidolorifico, concludendo il parziale per poi effettivamente lasciarsi medicare il braccio. Più nella zona tra avambraccio e tendine, per la verità, che a livello del gomito: il fastidio sembrerebbe muscolare e la velocità del suo servizio non ne ha risentito (la velocità media è rimasta invariata), ma l’efficacia globale dei suoi colpi sicuramente sì.
Nulla si tolga a Tiafoe, che dopo aver rimesso in piedi il secondo set non ha più perso il servizio, giocando con coraggio e senza lasciarsi irretire dal piccolo infortunio dell’avversario. Al momento di chiudere l’incontro, con Anderson capace di guadagnarsi due palle break della disperazione (le prime da metà secondo set), lo statunitense ha trovato un servizio vincente, un rovescio quasi vincente, e un serve&volley che gli ha consegnato il terzo turno contro il nostro Andreas Seppi. Anderson è uscito dal campo visibilmente rammaricato, perché da questo torneo avrebbe potuto guadagnare molti punti dopo il primo turno dello scorso anno; niente aggancio a del Potro, l’Happy Slam rimane un territorio insidioso per Kevin che dal 2016 ha disputato tre edizioni vincendo una sola partita, il primo turno di quest’anno contro Mannarino.
GLI ALTRI INCONTRI – Se stupiscono fino a un certo punto i cinque set che l’indomito Schwartzman ha avuto bisogno di giocare per domare il servizio di Kudla, così come il set concesso da Cilic per distrazione a un sempre ottimo McDonald qui a Melbourne, non stupisce la seconda vittoria pulita di un Berdych che si candida seriamente ad essere la mina vagante del torneo, nonostante l’età sia quella del veterano. Perde un set anche Tsitsipas, ma non fa male. Una carriera di successo si costruisce con passi che da straordinari si trasformano in ordinaria amministrazione. Le vittorie che prima potevano sembrare novità per Stefanos Tsitsipas, vanno via via confermandosi come normalità: non fa eccezione quella di oggi in quattro set sull’ex numero 11 serbo Viktor Troicki. Maturità e dritto, queste le chiavi che il greco sfrutta per chiudere in due ore e quaranta minuti. Eccellente quando manovra, rilassato quando chiamato a soffrire e incassare la reazione di un avversario più esperto che per quattro volte, incluso lo scorso anno, in Australia ha raggiunto il terzo turno.
Una bella prova di solidità per guadagnarsi un posto al prossimo turno contro Nikoloz Basilashvili, che ha avuto la meglio in cinque set sull’azzurro Travaglia. Sullo sfondo un affascinante ottavo contro Roger Federer. Altra partita, altra maratona per Roberto Bautista Agut che è di nuovo costretto a giocare cinque set contro John Millman. Come nell’emozionante incontro contro Andy Murray, lo spagnolo subisce una semi-rimonta dopo due set iniziali dominati. Molti meriti li ha sicuramente avuti l’australiano che spinto a viva voce da una Melbourne Arena in delirio, ha messo in campo un tennis a tratti incontenibile, annullando con coraggio quattro consecutivi match point nel tiebreak del quarto set. Nel parziale decisivo però, Bautista non ha perso lucidità e si è procurato un break nel quinto gioco, poi difeso fino alla fine.
Anche il match di Alex De Minaur ha avuto un andamento molto simile. Il giovanissimo australiano ha incamerato con agio i primi due parziali contro Henri Laaksonen, giungendo anche a set point nel tiebreak del terzo set. Persa la chance e il tiebreak, De Minaur si è disunito e ha subito l’iniziativa dell’avversario. Al quinto e decisivo set però l’idolo di casa è riuscito a mettere quasi subito il naso avanti e si è così guadagnato la super sfida contro Rafael Nadal. Vittoria convincente in quattro set per Grigor Dimitrov contro un solido Pablo Cuevas. Il bulgaro ha regalato i soliti sprazzi di gran tennis e le solite pause di riflessione (vedi il tiebreak del secondo set), ma nel complesso è stato autore di una buona prestazione sotto gli occhi attenti di Andre Agassi e di Steffi Graf. Al prossimo turno incrocerà le racchette con il nostro Thomas Fabbiano.
hanno collaborato Lorenzo Colle e Alessandro Stella
Risultati:
[18] D. Schwartzman b. D. Kudla 6-4 7-5 3-6 6-7(6) 6-4
[19] N. Basilashvili b. [Q] S. Travaglia 3-6 6-3 3-6 6-4 6-3
[14] S. Tsitsipas b. [Q] V. Troicki 6-3 2-6 6-2 7-5
A. Seppi b. J. Thompson 6-3 6-4 6-4
F. Tiafoe b. [5] K. Anderson 4-6 6-4 6-4 7-5
[6] M. Cilic b. M. McDonald 7-5 6-7(9) 6-4 6-4
[26] F. Verdasco b. R. Albot 6-1 7-6(2) 6-3
T. Berdych b. R. Haase 6-1 6-3 6-3
[3] R. Federer b. [Q] D. Evans 7-6(5) 7-6(3) 6-3
T. Fritz b. [30] G. Monfils 6-3 6-7(8) 7-6(6) 7-6(5)
T. Fabbiano b. R. Opelka 6-7(15) 6-2 6-4 3-6 7-6(5)
[10] K. Khachanov b. Y. Nishioka 6-3 6-3 6-3
[22] R. Bautista Agut b. J. Millman 6-3 6-1 3-6 6-7(6) 6-4
[20] G. Dimitrov b. P. Cuevas 6-3 6-7(7) 6-3 7-5
[2] R. Nadal b. M. Ebden 6-3 6-2 6-2
[27] A. de Minaur b. [Q] H. Laaksonen 6-4 6-2 6-7(7) 4-6 6-3