Il mago Ubaldo vorrebbe tanto ripetere i successi previsionali ottenuti nel 2018 e far passare nel dimenticatoio gli insuccessi previsionali del 2017. I maghi più furbi son quelli che non si sbilanciano, che rischiano poco. Ma mago Ubaldo invece la pensa come il suo grande maestro Rino Tommasi: “I pronostici, le previsioni, li sbagliano solo coloro che li azzardano”.
1. Se dicessi che nel 2019 Roger Federer vincerà il suo torneo n.100 beh… forse non farei un grande sforzo. Anche se a 37 anni e mezzo per vincere quei tornei cui Roger si iscrive – e non sono gli ATP 250 – non è poi così banale. Intanto affermo che al numero 100 ci arriverà.
2. Come ultima briscola, se proprio tutto gli dovesse andare storto prima, c’è sempre il torneo di casa, quello di Basilea, dove se sta bene Roger è sempre il favorito. Lo ha vinto 9 volte e non l’ha giocato sempre.
3. Ma io dico che già il titolo erboso di Halle – sarebbe il decimo – difficilmente gli sfuggirà. A meno che Zverev non si diverta a mettergli il bastone fra le ruote.
4. Ma Roger vincerà ancora uno Slam? Roger può riuscirci solo se qualcuno gli butta fuori Djokovic prima della finale.
5. Repetita iuvant: in finale contro Djokovic, il mago Ubaldo non vede lo svizzero vittorioso. E Toni Nadal è d’accordo… anche se Roger dovesse giocare contro Rafa, ma… zio Toni è un po’ di parte.
6. Meglio affrontare Djokovic in una finale a Wimbledon che a Melbourne, secondo il Mago.
7. Vedo Federer con la voglia matta – ma è matto davvero? – di misurarsi sulla terra rossa. Non so chi glielo faccia fare. Ma magari a Montecarlo oppure a Roma, soprattutto se Nadal continuasse ad avere i suoi problemi fisici, potrebbe anche scappar fuori il grande exploit. Il grande exploit significa vincere il torneo? No, direi di no. Ma già raggiungere una semifinale o una finale appagherebbe l’ego di Roger, che rifiuta l’idea di essere così usurato da non poter far bella figura anche sulla terra battuta dove in fondo è nato e cresciuto (e ha sviluppato quella tecnica che forse su altre superfici non gli sarebbe venuta così naturale). I 37 anni di Roger sembrano pesar meno che i 32 di Rafa.
8. Nadal vincerà il 12mo Roland Garros? Solo se ci arriverà senza infortuni alle spalle. Comunque arriverà a raggiungere le 950 vittorie – è fermo a 918… 32 le vince di sicuro (e lui tocchi ferro) – e se non saranno 12 al Roland Garros lo saranno a Barcellona o a Montecarlo. Nella mia sfera di cristallo a sfuggire sono solo gli infortuni. Comunque superando 950 avrà scavalcato Vilas, 948, e sarà alle spalle di Lendl, terzo. Un interrogativo cui neppure il Mago sa rispondere: se la Decima di Rafa a Parigi diventò celebre, come si dice in spagnolo la Dodicesima?
9. Djokovic vincerà sicuramente almeno 3 tornei – questo lo dice anche il nipotino del Mago perché in 10 anni degli ultimi 12 ha sempre supererà quel muretto – e quindi supererà anche il muraglione dei 75 titoli. Per arrivare a 100 però sarà dura. Impossibile quest’anno ma anche nei prossimi. Roger può stare tranquillo.
[Le righe qui sotto erano state scritte subito dopo il sorteggio dell’Australian Open; che il Mago Ubaldo non sia un mago serio lo dimostra il fatto che… non aveva proprio previsto l’intervista in cui Murray annunciava il probabile ritiro! Peggio di così il nostro Mago non poteva cominciare]
10. Il povero Andy Murray, già parecchio sfigato fin dal sorteggio dell’Australian Open – mica c’erano tanti avversari più in forma di Bautista Agut – purtroppo avrà vita dura, durissima. Al di là dei problemi fisici che, ribadisco, non riesco a scrutare, ci sono anche quelli psicologici che lo spingeranno a imprecare ad ogni partita che si sia messa male. Non lo vedo capace di tornare su tra i top-ten… ma chi avrebbe detto che Djokovic sarebbe risorto quand’era sceso a n.22? Andy ha vinto 45 tornei in carriera. O va a giocare tornei piccoli piccoli oppure a 50 non ci arriva. Nel 2018 ha vinto solo 7 partite! Infatti è n.257 del mondo. Al miracolo top-ten non credo proprio. Anche se nella mia letterina a Babbo Natale – sì a volte i maghi tornano bambini – ho chiesto proprio quello. Sarebbe top-ten per la decima volta. Lo meriterebbe, sennò nessuno lo inserirà mai più nei Fab Four. Andy sarà rimpianto anche in sala interviste: Roger parla a lungo e in tutte le lingue, ma non può essere il solo a darci dei titoli. Rafa tende a lamentarsi, ma quando lo fa lo fa in modo sbrigativo, due frasi e stop. Nole invece parla tantissimo, ma spesso non dice abbastanza (non voglio dire nulla…).
11. Su Del Potro e gli infortuni mi ripeto. Non so davvero fra lui e Murray chi sia più sfigato. Né chi lo sarà.
12. La lotta per il posto n.1 del ranking sarà ristretta fra Djokovic e Zverev. Non vedo né Federer, già il più vecchio n.1 della storia a 36 anni, né Nadal in grado di ritornare lassù a fine anno. Nei primi sei mesi Djokovic non ha mezza cambiale da pagare. Dopo sì, ma dopo… non è la stagione ideale per Rafa. Semmai potrebbe esserlo per Roger, ma è più facile che “esploda” Zverev. Vedo Boris Becker che annuisce: Boom Boom ne è proprio convinto. Puro sciovinismo? O cerca di… sostituire Lendl? Certo è che prima o poi Zverev dovrà fare punti anche negli Slam, non solo nelle prove ATP. Ma, attenzione, all’età di Zverev Roger Federer non aveva vinto quanto lui. Nadal invece sì (23 tornei tra cui 3 Roland Garros e 9 Masters 1000, n.2 del mondo e due finali a Wimbledon) e Djokovic pure ma con margini più risicati (un torneo in più rispetto a Zverev, 11 a 10, ma già lo Slam australiano del 1998).
13. Fino al 6 maggio Djokovic resterà numero 1. In tal modo sarà stato n.1 per 250 settimane. Nadal è fermo a 196.
14. Mi si appanna la sfera – maledizione! – quando devo capire se Djoker Nole possa a fine anno aver scavalcato le 268 settimane di Connors e le 270 settimane di Lendl. Dipende tutto da… Zverev. Comunque matematicamente irraggiungibili le 286 di Sampras e le 310 di Federer… se ne riparlerà semmai nel 2020.
15. In Croazia si scandalizzano se uno dice che Marin Cilic potrebbe far meglio di Goran Ivanisevic. Più per una questione di personalità, direi, più che altro. Goran era, è unico. Ma negli Slam stanno uno a uno, e Marin ha fatto finali anche fuori di Wimbledon. Quest’anno intanto vincerà almeno 4 tornei e allora uguaglierà i 22 di Goran. E ha vinto anche la Coppa Davis che gli mancava. Vero che Goran è stato n.2 del mondo e Marin mai così in alto.
16. Restando in terra croata Ivo Karlovic ha cominciato alla grande il suo millesimo da quarantenne (li compie il 28 febbraio): già una finale! Connors a 40 nel ’92 non andò oltre una semifinale a San Francisco.
17. Nella letterina di Natale avevo chiesto anche che Naomi Osaka avesse la soddisfazione di vincere un altro Slam senza che la coprissero di fischi. Potrebbe già avvenire a Melbourne e il Mago andrebbe in brodo di giuggiole. Certo non accadrà a Parigi.
18. Dopo quello che è successo nella finale dell’US Open, agli arbitri sarà detto di chiudere un occhio sulla regola più infranta fra tutte: quella della proibizione del coaching. Di certo starà ben attento a non ammonire più nessuno Carlos Ramos (cui il direttore di Ubitennis nel suo commento alla finale dette ragione, pur ritenendolo un tantino pignolo: grazie a quell’articolo verrà premiato il 21 gennaio a Losanna dall’AIPS, fra 1273 giornalisti di 119 Paesi).
19. Si continuerà a invocare l’aria condizionata sotto il nuovo tetto dell’Arthur Ashe Stadium.
20. Così come continuerà la guerra per bande, fra ITF, ATP e Laver Cup: neppure il Mago Otelma, notoriamente più bravo e credibile del Mago Ubaldo, avrebbe mai potuto prevedere che i quattro Slam sarebbero arrivati – dopo anni in cui soltanto l’US Open prevedeva il tiebreak al quinto set – a quattro formati diversi per il quinto set. A Parigi niente tiebreak, a Wimbledon sul 12 pari, a New York come sempre a 6 pari, a Melbourne un tiebreak a 6 pari ma a chi arriva prima a 10, un Supertiebreak insomma. Si deve leggere che… ogni Slam fa come gli pare. Il comitato del Grande Slam, e il suo presidente Bill Babcock, dovrebbe essere esodato come vuole Fornero.
21. La Davis Cup, ribattezzata ironicamente Piqué Cup da un Federer stavolta stranamente non politically correct – non fosse lui l’organizzatore ombra della Laver Cup… – a Madrid desterà la curiosità di molti. Il Mago non esclude che diverta. Anzi. Che poi riesca a prevalere sulla ATP Cup 2020 sembra difficile. Ma se ne riparlerà nel 2020. Io mi aspetto un successo dell’edizione di Madrid, perché le tv ci si butteranno sopra a pesce. Poi magari la Piqué Cup fallirà… (come accadde per la ISL che aveva promesso mari e monti ai proprietari dei Masters 1000 all’inizio del terzo millennio e poi crollò miseramente fra i debiti).
22. Berrettini non potrà continuare ad avere sorteggi sfortunati e a sprecare matchpoint. Si inserirà fra i primi 30.
23. Cecchinato vorrebbe scavalcare Fognini, ma se non cede Fabio, non ce la farà. Credo che, dopo aver firmato accordi contrattuali molto ottimistici, si accontenterebbe di un posto tra i primi 30. E Fabio, dopo aver sognato invano un posto tra i top-ten, si accontenterà di restare tra i top 20 e il n.1 d’Italia. Anche per giocare in Davis, ATP Cup o quel che sarà. Se ha un coach che lo tiene calmo rende il doppio.
24. Al numero 24 la profezia del Mago non può che riguardare Serena Williams. Ogni volta che era lì lì per centrare il 24mo Slam è inciampata. Ma stavolta ce la farà. Ho avvertito personalmente Margaret Court che si mettesse il cuore in pace. D’altra parte anche se non lo ammetterà mai, gli 11 Slam australiani di Margaret inquinano quel record quasi quanto i 109 tornei vinti da Connors… alcuni più che tornei erano barzellette. Non escluderei neppure il 25mo per mamma Serena.
25. Intanto le prime due vittorie di Serena sono state l’aver conquistato… il protected ranking per le tenniste in maternità e una maggiore elasticità riguardo all’abbigliamento (dopo che al Roland Garros si erano scandalizzati per la sua mise da pantera nera).
26. Soltanto Pliskova, vincendo l’Australian Open, consentirebbe di battere il record di 9 vincitrici diverse in 9 Slam consecutivi: ma non vincerà. (il Mago Ubaldo trema, perché Karolina è ancora in gioco…)
27. Il Mago smemorato ha dimenticato, come tutto l’establishment tennistico, che se di eventi a squadre maschili ce ne sono anche troppi, tre che si pestano i piedi, quello che avrebbe avuto più bisogno di un bel lifting è la Fed Cup. In Italia oramai interessa poco, dopo la scomparsa delle quattro “moschettiere”. Ma al resto del mondo del tennis – più che a Giorgi che ne farebbe volentieri a meno – dovrebbe invece stare a cuore. Mah…
28. Ah, Camila Giorgi… ci sono tante ultratrentenni perché lei non riesca a infilarsi fra le top 20. Le manca la continuità? Potrebbe finalmente trovarla, purché anche lei smetta di farsi male ogni piè sospinto.
29. Fognini si era stufato di sentir parlare di Next Gen, e non solo lui – anche il Mago! – però è indubbio che i vari Zverev, Khachanov, Tsitsipas (pur recentemente ridimensionato dal nostro irriducibile trantaquattrenne Seppi), de Minaur, Medvedev, Rublev, stanno facendosi sotto. Se Djokovic ha rimediato tre delle sue quattro sconfitte del secondo semestre 2018 da tre Next Gen, il segnale è significativo. Uno dei ragazzotti come minimo raggiungerà una finale di Slam. E potrebbe pure vincerla.
30. Venus Williams non può continuare a giocare all’infinito. Smetterà alla fine di quest’anno? Per lei come per Federer se non ci fossero state le Olimpiadi del 2020 a Tokyo il Mago avrebbe detto di sì… ma più per Venus che per Roger, perché lui è ancora n.3 del mondo. Lei no.
E ora basta così. Il Mago è sfinito… e voi pure.