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[8] P. Kvitova b. D. Collins 7-6(2) 6-0 (dal nostro inviato a Melbourne)
DUE VICENDE UMANE AFFASCINANTI – La storia di Danielle Collins è una di quelle che gli americani amerebbero veder trasposta in un film. Ne potete leggere un bel profilo qui, si racconta del suo percorso e della scalata dal tennis “povero” al professionismo ai massimi livelli, passando per il college, che negli Stati Uniti è un cuscino di salvataggio fondamentale per le giocatrici e i giocatori che non hanno la fortuna di esplodere presto come talenti prodigio. Ma dall’altra parte della rete, nella prima semifinale dell’Australian Open 2019, nell’assolato e torrido primo pomeriggio di Melbourne, c’è una storia altrettanto affascinante, se non di più, considerati i contorni brutali che l’hanno definita due anni fa, quando la fuoriclasse ceca Petra Kvitova si ritrovò accoltellata e gravemente ferita proprio alla mano sinistra, quella che usa per imprimere ai suoi colpi accelerazioni fulminanti e angoli imprendibili.
Il tennis di Danielle è un tennis duro, essenziale, non particolarmente elegante se non dal lato del rovescio, l’esecuzione più naturale. Spinta, corsa, grinta e aggressività molto esibita in campo, come da tradizione di chi viene da anni di campionati a squadre dove fist-pumping e tifo da stadio di calcio sono la norma. Petra, semplicemente, dal punto di vista tecnico è la più forte di tutte, ma al talento clamoroso nel fare ciò che vuole della palla contrappone un’emotività, e a volte una fragilità psicologica, che l’hanno frenata più volte in fasi che potevano essere di svolta nella sua carriera. Il che, comunque, data la classe infinita di cui dispone, non le ha impedito di vincere due volte a Wimbledon. E qui in Australia, quest’anno, è partita alla grandissima, con la vittoria a Sydney e un bel percorso netto all’Australian Open, nemmeno un set lasciato per strada finora.
LOTTA PUNTO A PUNTO – Sono tutte e due un minimo contratte, all’inizio, e si scambiano un break e un controbreak nel quinto e nel sesto game, con Danielle per prima che approfitta di tre errori e un doppio fallo di Petra per provare un allungo. La reazione della ceca è immediata, arriva subito il pareggio, 3-3, e così si prosegue, con le botte incisive e potenti di Collins opposte alle traiettorie filanti e geometriche di Kvitova. Sul 4-4 viene chiuso il tetto, in ossequio alla “heat rule”, in effetti oggi fa davvero caldo, sui campi esterni vengono sospesi i match degli junior. Il saldo tra vincenti ed errori è negativo per entrambe (12-19 Petra, 5-11 Danielle), il match è teso ed equilibrato ma non bellissimo, le si può capire, la posta in gioco significa tanto per tutte e due. Senza rischi per chi batte si arriva al tie-break, un rovescio diagonale clamoroso manda in vantaggio Petra, che allunga fino al 5-1 con un’altra splendida traiettoria bimane dal centro. Poco dopo, un serve&volley perfetto di Kvitova chiude il parziale, 7-2, un set a zero per lei.
VIA LIBERA A PETRA – Collins, un po’ innervosita, nel primo game del secondo parziale discute con l’arbitro Carlos Ramos (l’incolpevole co-protagonista dell’inqualificabile caciara scatenata da Serena Williams allo scorso US Open) riguardo a una chiamata dubbia sulla sua prima palla, commette un paio di errori di troppo, e cede la battuta. Petra incassa e ringrazia, volando immediatamente 2-0, per poi strappare ancora il servizio all’avversaria, siamo 3-0, la partita pare avviata decisamente dalla sua parte. Ora che si è sciolta dalla tensione, la ceca ci delizia con tutto il suo repertorio, anticipi, palle corte, pallonetti, discese a rete in controtempo, uno spettacolo. Nel sorriso che rivolge esultando verso il suo angolo, e lo vediamo fin dalla tribuna stampa, c’è tutta la gioia di chi sa di essersi ritrovata definitivamente.
Danielle continua a lottare, ammirevole, ha una grinta incredibile la ragazza venuta dalla Florida, ma davanti a sè in questo momento ha semplicemente una che esprime un’altra categoria di tennis. Sotto 4-0, Collins subisce il terzo break del set, se non fosse che abbiamo ancora tutti negli occhi la pazza conclusione della partita di ieri tra Pliskova e Williams, potremmo giurare che sia finita. A ogni buon conto, ce lo conferma Kvitova, con un ultimo game di servizio tenuto senza problemi, il 6-0 che la manda in finale a Melbourne per la prima volta è forse severo per la combattiva Danielle, ma tant’è. Il suo torneo, come si suol dire in questi casi, l’ha già vinto arrivando tra le prime 4. Un’ora e 34 minuti per Kvitova per garantirsi la possibilità di giocare, sabato, per il titolo (sarebbe il terzo Slam, dopo Wimbledon 2011 e 2014) e per la prima posizione nel ranking WTA. Bentornata al top, Petra.
“Finalmente sono di nuovo in finale in uno Slam!“, dichiara raggiante Kvitova a fine match. “Il primo set è stato difficile ed equilibrato, nel secondo mi è piaciuto giocare al coperto, mi sono espressa al massimo. Adesso Naomi o Karolina, sono grandi tutte e due, che match Karolina contro Serena, guarderò senz’altro la partita!“.
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