Il campione junior di un torneo dello Slam assolve i suoi compiti con i media nella sala interviste principale, quella che di solito ospita tutti i top player. Un’altra prima volta di una giornata che Lorenzo Musetti non dimenticherà facilmente. “Mi sono scaldato stamane una ventina di minuti nella Rod Laver Arena – ha spiegato ai giornalisti – è uno stadio molto grande, ti porta a stare molto lontano dalle righe. E la strategia studiata prima della partita era di non allontanarsi troppo dalle righe perché Emilio [Nava] gioca in maniera molto aggressiva. Fortunatamente sono riuscito ad adattarmi e a fare quello che mi ero preposto di fare”.
“Fin dal primo turno avevo molta pressione, ma l’esperienza dello scorso anno a New York mi ha aiutato a gestire il nervosismo della finale. Il primo set è stato molto duro, nel secondo ho giocato meglio e lui è calato un po’, e il terzo è stato incredibile, una battaglia. In quelle situazioni di gioco non si riesce a pensare, solo a giocare e combattere su ogni punto. Il tie-break finale è stato fantastico, i match point, Emilio ne ha salvati tre, poi per fortuna sono riuscito a vincere il mio primo torneo dello Slam”.
A guardarlo non si sembrerebbe un giocatore che ha vinto il suo primo titolo dello Slam. Risponde tranquillo alle domande, come dopo il primo turno. Se qualcuno l’avesse ripreso una settimana fa dopo l’esordio del torneo e mettesse le immagini a confronto con quelle post-finale, farebbe fatica a vedere qualche differenza. Anche Lorenzo, come il suo allenatore Simone Tartarini, individua le palle break sul 2-2 nel secondo set come il momento chiave del match. “Ricordo che la prima l’ho annullata con un rovescio che è stato anche un po’ fortunato. Vincendo quel game ho iniziato a crederci di più. Poi è stata una lotta incredibile e ne sono uscito vincitore”.
“In risposta sono stato costretto spesso a colpire in chop, più che altro perché ci sono stati dei momenti nei quali non si vedeva bene, c’erano parecchie ombre, quindi la scelta è stata quasi obbligata. Spesso lui faceva punto, ma alla fine ha poi commesso anche qualche errore come poi nei due punti finali. Al servizio invece lui era molto più a suo agio su una palla tesa e forte: anche se servivo ai 200 all’ora lui riusciva a rispondere bene, per cui ho provato a servire con più rotazione e più angolo, tenendo una percentuale alta di prime, senza dargli punti di riferimento ed è stata una strategia vincente, perché da quel game in poi ho visto che le percentuali sono aumentate e poi nel tie-break finale ho servito quasi solo prime”.
Durante la partita è successo un po’ di tutto: piccioni che hanno attraversato il campo a bassa quota nel tie-break, Neva che ha colpito diversi nastri sul servizio ricavandone diversi ace, una seconda di servizio di Lorenzo sul secondo match point che è uscita di pochissimi millimetri e sarebbe stata ace: “La fortuna non è certo stata dalla mia parte, ma alla fine è stata la mia forza mentale che mi ha fatto vincere, come mi ha detto Nole negli spogliatoi qualche minuto fa”. Uno dei primi a congratularsi con Musetti infatti è stato il n.1 del mondo: “Sapere che Djokovic guardava la mia partita non è una cosa che capita tutti i giorni. L’ho incrociato negli spogliatoi e mi ha fatto i complimenti. Sapeva che avevo perso a New York e mi ha detto che ho un buon mental trainer. ‘Ho cercato di imparare da te’ gli ho risposto, e gli ho fatto in bocca al lupo per la finale di domani”.
“Ora ci si gode questo momento di gloria, un sogno nel cassetto che si è avverato. Sono contento del lavoro che abbiamo fatto, l’anno non poteva iniziare nel migliore dei modi. Dedico la vittoria al mio team, a tutti quelli che hanno lavorato con me, alla Federazione, che mi sta dando tanti contributi, sia a livello economico, sia a livello tecnico con la disponibilità al centro di Tirrenia. E il ringraziamento più speciale naturalmente va anche alla mia famiglia, e a tutti i miei amici che erano qui e hanno guardato la partita facendo il tifo per me”.
“Stasera non so come si festeggerà, domani abbiamo l’aereo presto, quindi sarà una notte corta, ma il volo di ritorno sarà con la coppa del vincitore quindi sarà sempre un bel viaggio. Questa vittoria significa anche poter giocare le qualificazioni Slam il prossimo anno, ma a livello pro. Per ora il trofeo vinto oggi è sicuramente il più importante, poi vedremo in futuro”.