(foto @Sport Vision, Chryslène Caillaud)
Spazio sponsorizzato da KIA
“È doloroso. Non so quanto tempo mi ci vorrà per superarla”. Queste sono le prime parole che Petra Kvitova pronuncia di fronte alla stampa internazionale dopo la sconfitta contro Naomi Osaka. “Ho avuto le mie occasioni nel primo set, quando ero 0-40 sul suo servizio. Non penso di aver giocato male, forse potevo essere un po’ più aggressiva in un paio di scambi. Nel secondo ho rimontato e di questo sono molto orgogliosa. Nel terzo c’è stato un solo break a fare la differenza, ma il tennis è così. Se non sfrutti le occasioni, perdi”.
La delusione è ancora forte in Petra, ma tutti sanno che la sua sola presenza su un campo da tennis è quasi un miracolo, dopo il tragico incidente di due anni fa, figurarsi vederla giocare la finale di uno Slam. Quando le viene chiesto quanto sia fiera di questo incredibile risultato, Petra avvolge in un sorriso parole, ancora velate di dispiacere. “In questo momento non sono per niente orgogliosa”. Poi però ritorna a considerare le cose in maniera più fredda. “Certo che lo sono. Sarebbe strano se non lo fossi. Come ho già detto fa molto male, perché volevo davvero vincere e portare a casa il trofeo. Però poi penso a dov’ero due anni fa e fatico a realizzare di aver giocato questa finale. Non sapevo se sarei mai più stata in grado di tenere in mano una racchetta”.
Da lunedì sarà numero due del ranking WTA, un traguardo davvero impensabile e che la dice lunga sulla forza d’animo di Kvitova. “Non mi sono mai prefissata questi obiettivi di classifica. Volevo semplicemente tornare a giocare al mio massimo livello. Sapevo che sarebbe stato difficile perché la mia mano non è, e non sarà mai, al 100%. Questa è la verità. Sto cercando di tirare fuori il massimo dal minimo. Però mi sento bene, sto giocando alla grande e non avrei mai immaginato di poter essere di nuovo questo tipo di giocatrice”.
Per un attimo il focus si sposta sull’avversaria, capace di interrompere una striscia di otto diverse vincitrici Slam in due anni, per poi tornare subito sulla ceca. All’età di Naomi infatti, Petra vinceva il suo primo titolo a Wimbledon e veniva catapultata sotto i riflettori, in una realtà forse più grande di lei. “Per me fu una grande sorpresa. Probabilmente non ero pronta a vincere. Mi ci è voluto un po’ per abituarmi. Mi arrivavano pressioni dall’esterno, da me stessa…Pensavo che, ora che avevo vinto uno Slam, dovessi per forza vincere tutte le partite. Mi sono messa addosso più pressione del dovuto”.
Al di là della delusione per la sconfitta, aver giocato questa finale potrebbe e dovrebbe motivare ulteriormente la ceca per il futuro. “Beh ora come ora non molto”, dice ridendo Kvitova, che ancora una volta tergiversa prima di rispondere. “Ovviamente voglio diventare più forte. Oggi sono stata vicina a vincere, ma anche lontana. Sento che mi manca ancora un passo”.