Newport Beach (Cemento outdoor – $162.480)
Forse gli mancava la California, forse gli mancava l’affetto dei suoi cari. Fatto sta che nonostante un ottimo inizio di stagione, con i quarti ad Auckland e il terzo turno a Melbourne, e una posizione ormai solida nei primi cinquanta al mondo, Taylor Fritz ha deciso all’ultimo momento di iscriversi al Challenger di Newport Beach dove era campione in carica. La scelta apparentemente discutibile in termini di programmazione ha quantomeno pagato. Dopo un esordio alquanto complicato contro la wild card Marcos Giron, il 21enne di Racho Santa Fe non si è più fermato, onorando al meglio la testa di serie n.1. In finale, Fritz si è imposto con lo score di 7-6 6-4 sul canadese Bradney Schnur, n.126 del ranking ATP.
A sostenerlo sugli spalti c’era tutta la famiglia, compreso il piccolo Jordan. A fine match, il tennista americano ha raccontato di aver preso il primo volo da Melbourne per portarlo a Disneyland nel giorno del suo compleanno. Fritz ha anche fissato in alto l’asticella per questa stagione. “Voglio entrare in Top 20”, ha dichiarato. “Ci sono un sacco di ragazzi della mia età che ce l’hanno fatta: Coric, Medvedev, Khachanov. Sento che anche io posso scalare in fretta la classifica quest’anno”.
🏆Newport Beach🏆 Cutest trophy pic in history with my little man😍 pic.twitter.com/b6K9n7YbS3
— Taylor Fritz (@Taylor_Fritz97) January 28, 2019
Da notare come il torneo di Newport Beach sia la terza tappa “maschile” della Oracle Challenger Series che assegna una wild card per il tabellone di Indian Wells. Nella prima, l’uzbeko Denis Istomin e lo statunitense Bradley Klahn avevano trionfato rispettivamente a Chicago e a Houston. Al momento, Fritz e Klahn sono appaiati in testa alla classifica di questa mini-race. Ma il californiano probabilmente non avrà bisogno di una wild card per entrare nel primo Masters 1000 della stagione.
L’unico italiano in tabellone era Paolo Lorenzi, insignito della quarta testa di serie. Il senese si è tuttavia fermato al primo ostacolo, corrispondente al canadese Filip Peliwo, con il punteggio di 6-4 3-6 6-4.
Rennes (Cemento indoor – € 69.280)
Mentre in Australia e in California si può giocare all’aperto, in Europa meglio stare al riparo. Sul tappeto indoor di Rennes, cittadina del nord-ovest della Francia, a dominare la scena, è stato il 28enne lituano Ricardas Berankis, n.108 della classifica mondiale, che non ha perso nemmeno un parziale nel corso del torneo. In finale, Berankis, testa di serie n.4 del seeding, ha battuto il 23enne padrone di casa Antoine Huang con il netto punteggio di 6-4 6-2. Il giocatore baltico ha così vendicato la sconfitta dell’anno scorso in finale contro il canadese Vasek Pospisil. Per lui si tratta del decimo titolo Challenger in carriera. Anche a Rennes non sono andate troppo bene le cose per i colori azzurri. Salvatore Caruso, testa di serie n.16, ha passato un paio di turni. Così come Andrea Arnaboldi. Meno ci si aspettava da Filippo Baldi e Raul Brancaccio. Il primo ha perso all’esordio mentre il secondo è andato oltre le aspettative eliminando la testa di serie n.11 Denis Novak prima di fermarsi al terzo turno.
Punta del Este (Terra outdoor – $54.160)
Altro continente, altra superficie. La lunghissima serie di Challenger sudamericani su terra rossa è iniziata a Punta del Este, in Uruguay. A conquistare il titolo è stato il brasiliano Thiago Monteiro, imponendosi in rimonta nell’epilogo del torneo sull’argentino Facundo Arguello, per 3-6 6-2 6-4. Monteiro, n.107 del ranking ATP, è così tornato al successo in un Challenger dopo quasi tre anni. Il tennista carioca nei quarti era stato giustiziere del nostro Gianluigi Quinzi peraltro. L’altro azzurro in tabellone, Andrea Basso, è stato eliminato al primo turno.
Burnie (cemento outdoor – $ 54.160)
Volge ormai al termine invece la stagione australiana. Dopo la prematura eliminazione di tutte le principali teste di serie, a contendersi il titolo di Burnie sono stati due carneadi: il canadese Steven Diez e l’australiano Maverick Banes. Diaz, n.307 del ranking ATP, ha avuto la meglio con lo score di 7-5 6-1, vincendo così a 27 anni il suo primo Challenger in carriera. Da segnalare il buon torneo di Stefano Napolitano che ha raggiunto i quarti. Gianmarco Moroni si è fermato invece al secondo turno.