dal nostro inviato a Dubai
Che peccato Matteo! Il tennista romano nella prima ora di partita ha giocato un tennis redditizio e moderno, sovrastando con facilità un avversario che sembrava essere un semplice comprimario di uno spettacolo piacevole offerto al pubblico, grazie alla potenza dei colpi e alla reattività sul campo di Berrettini. L’azzurro è anche arrivato per due volte a due punti dalla vittoria, un successo che sarebbe stato davvero importante per la sua classifica e fiducia: negli ottavi avrebbe incontrato un avversario decisamente alla sua portata, Berankis, 113 ATP. Invece Berrettini, una volta non sfruttata la favorevole situazione di punteggio, ha commesso l’errore di innervosirsi. Un errato atteggiamento mentale pagato inevitabilmente nell’efficacia di due colpi: il servizio e, soprattutto, il rovescio, che sino alla parte finale del secondo set avevano funzionato brillantemente. Basti pensare che nei primi nove turni di servizio Matteo aveva concesso appena nove punti a Kudla.
Va detto, a discolpa del nostro giocatore, che lo statunitense non era un avversario a lui molto congeniale: Denis, 68 ATP, che pure in questo 2019 aveva vinto appena due partite nei sei tornei giocati, lo aveva sconfitto due delle tre volte in cui si erano affrontati (l’ultima a New York lo scorso agosto, quando si era imposto 3 set a 0).
LA PARTITA – Fa un caldo accettabile (il monitor ai bordi del campo indica 22 gradi) sulle tribune del court numero 3, il più periferico tra quelli di gioco del torneo. Un campo servito da un’unica tribuna su un lato corto del campo, riempita, si fa per dire, da una cinquantina scarsa di persone, tra le quali una decina abbondante di italiani. A seguire Matteo a Dubai non è arrivato il coach Vincenzo Santopadre, ma il tecnico federale, Umberto Rianna, che spesso lo accompagna nel tour. Berrettini, reduce dalla buonissima semifinale raggiunta a Sofia (vittorie su Khachanov e Verdasco) e da un torneo in chiaroscuro a Marsiglia (si è imposto su Chardy, 35 Atp, per poi perdere da Rublev uscito dalla top 100) è al suo esordio assoluto a Dubai.
C’è davvero poco da raccontare di quanto accaduto nel primo set: Matteo parte subito forte, reattivo alla risposta e capace di spingere anche col rovescio. Kudla nel suo primo turno di servizio subito perde la battuta, subendo il break che segna il parziale. Il tennista azzurro vince tutti i primi dodici punti dell’incontro, imprimendo un marchio decisivo a suo favore sul primo set. Ascoltiamo Rianna dire ad alta voce “Vai sotto col rovescio, veloce con quelle braccia “. Non sappiamo se Matteo lo ascolti, ma di sicuro non ne ha bisogno in quei frangenti, ingiocabile come è quando è al servizio. Dopo 21 minuti è già sul 5-2, grazie a 6 ace e a un eccellente 100% di punti vinti giocato con la prima.
Il romano è in fiducia e gioca bene, Kudla sembra capirci poco: è sovrastato dalla maggiore potenza e reattività dell’avversario e concede nell’ottavo gioco un set point, subito capitalizzato da Berrettini, grazie a un rovescio affossato malamente in rete dallo statunitense.
Nel secondo parziale Kudla alza le percentuali di prime e riesce a vincere con più facilità i suoi turni di battuta (aveva chiuso il primo parziale con appena il 45% dei punti vinti al servizio). Si gioca poco e così si arriva sul 5-4 Berrettini, con entrambi i giocatori che regalano pochissimo in battuta: Kudla è davvero un altro giocatore rispetto a quello visto vagare in campo nel primo set. Nel decimo gioco Matteo arriva per due volte a due punti dal match: non valgono però gli incitamenti di Rianna “Fatti sentire, mettici energia” e l’occasione sfuma. I rimpianti maggiori sono soprattutto nella seconda delle due circostanze in cui è stato a un passo dal match point: una seconda debole e centrale di Kudla trova impreparato Matteo, che risponde in maniera impacciata a metà campo, consentendo all’avversario di scampare il pericolo. “Gol mangiato, gol subito” é uno dei mantra del calcio e può facilmente essere riadattato per il tennis.
Matteo si innervosisce, grida un prolungato “Perché?” verso il suo angolo, compie un paio di errori marchiani di dritto, incappa anche in un insolito fallo di piede e la partita cambia volto improvvisamente. Kudla strappa il servizio all’italiano con la seconda palla break a sua disposizione, la converte e nel gioco successivo porta, tra la sorpresa generale , dopo sessantasei minuti, la partita al terzo set. Il rovescio dell’azzurro, che così bene aveva funzionato quando il punteggio era sotto controllo, risente del nervosismo e cala di livello incontrando sempre più spesso la rete. La partita di Matteo sui giochi in cui Kudla è alla battuta finisce praticamente lì, mentre inizia a essere sempre più complicato il suo rapporto con il fondamentale che aveva funzionato meglio a inizio gara, il servizio.
I problemi sono dietro l’angolo: si intravedono soltanto nel quinto game, il più lungo dell’incontro (10 punti) nel quale Matteo, soprattutto col carattere, evita guai peggiori. La prima entra con sempre minore frequenza, permettendo a Kudla di entrare coi piedi nel campo e mettere pressione all’azzurro con colpi sempre più profondi. Rianna prova ancora a incoraggiare Berrettini – “Mettici energia, aiutati col servizio, ti devi incoraggiare” – vedendo il difficile momento vissuto dall’italiano. Sul 5 pari il sostegno della prima di servizio è oramai una chimera: entra solo in un’occasione e lo statunitense ne approfitta. Kudla arriva a palla break, sulla quale Matteo inciampa con un pesantissimo doppio fallo, appena il secondo della sua partita. La tensione lo attanaglia, lo si vede da come parla durante il cambio campo ormai scorato verso il suo angolo e la partita ha il suo vincitore. Nel gioco successivo, Kudla spinge sul rovescio di Berrretini e viene a rete, costringendo l’italiano all’errore che sancisce il termine del match. Il 68 ATP guadagna così l’accesso agli ottavi dopo 1 ora e 56 minuti di gara. Adesso incontrerà Berankis, 113 ATP: un’ottima occasione per entrambi di rilanciarsi in classifica.