TENNIS ITF FIRENZE – Cronaca della seconda giornata del torneo “Città di Firenze” dove avanzano Brescia, Stefanini, Ramazzotti e Mosciatti. Delude Moroni. Esce Carli.
FIRENZE. Ieri sera Stefanini ha poi sconfitto Roncalli, che gli ha dato però del filo da torcere portandolo al terzo dopo aver perso di misura il secondo; ma oggi (ieri ndR) Stefanini – stesso campo e stesso pubblico tifoso, ma due ore prima – ha convinto regolando abbastanza nettamente il quotato Woerner. Stefanini sa fare quasi tutto, il suo gioco è vario e brillante, e gli manca solo qualche grammo di potenza in più rispetto a quello che si è visto sugli altri campi: e domani al secondo turno ha Pellegrino facile vincitore del suo match. Oggi in realtà i motivi di interesse e di curiosità erano molteplici: scendevano in campo le migliori italiane, tra le quali Brescia, Turati e Simonelli, e c’era l’atteso per quanto proibitivo debutto di Tatiana Pieri; in campo maschile l’Italia calava i suoi assi con Pellegrino stesso, Moroni, Berrettini e Cutuli, senza dimenticare la fatidica prova del nove per Samuele Ramazzotti. Il bilancio di fine giornata è discreto se non decisamente buono: avevamo in campo 21 tra giocatori e giocatrici e mettiamo a segno 11 vittorie in 19 incontri (ma con due derby).
Si è cominciato al mattino – dapprima con cielo azzurro e sole caldo, poi sino alle due con un tempo variabile e mezzo nuvolo, e di nuovo vento gelido, che in certi attimi avrebbe richiesto guanti, sciarpa e piumino – con la gradualmente netta vittoria di Georgia Brescia sulla svizzera Susan Bandecchi. Bella partita di scambi lunghi e serrati a fil di riga grazie anche al buon tennis espresso dalla muscolosa svizzera, cui è consigliabile un po’ di dieta per perdere qualche chilo di troppo. Brescia davvero in palla, lei sì bella asciutta e tonica e sempre puntuale sul colpo; la svizzera ha resistito nel primo poi ha alzato bandiera bianca. A questo proposito sembra che il campo 4 qui a Firenze sia di terra molto dura e agevoli chi gioca di spinta. Saltando altrettanto agevolmente il secondo turno Brescia troverebbe nei quarti o Schmiedlova o Simonelli. Magari allora avremo una italiana semifinalista. Nella fascia oraria delle 9.30 avevamo sugli altri campi Bonacia (ormai pago, e perdente contro uno dei tanti spilungoni tedeschi), Giulia Sartori (vincente per tenacia e generosità, ma in una partita a basso regime), e soprattutto Bianca Turati. Chi vince non si discute, ma Bianca, dopo avere iniziato spingendo, e con un po’ di fatica incamerando il primo set, è stata via via irretita e ubriacata dal gioco di rimessa dell’avversaria portoghese (una volta si diceva pallettara), e ha seriamente rischiato di rimetterla in partita. Scambi interminabili con traiettorie altissime a velocità rallentata, la riprova di quanto questo gioco, nel femminile, paghi ancora e assai se non hai davanti la campionessa tiratutto. Alla fine Bianca ne è venuta a capo, e comunque se gioca così piano e in modo così esitante mi spiace per lei ma nei quarti con la Gálfi non ha scampo.
Tra i secondi incontri in programma ho seguito, facilitato dalla vicinanza dei campi 8 e 9, Berrettini contro Turchetti e Simonelli contro la croata Basic. Trottolino Turchetti si è definitivamente aggiudicato il premio delle migliori gambe maschili del torneo; devi fargli il punto due volte perché riprende tutto, anche smorzate millimetriche da tre metri dietro la riga. Funambolico, scatta indietro a riacciuffare con la punta della racchetta lob impossibili e riesce a rimandarli, e ricominciando lo scambio è anche capace di portarselo a casa. Via via si è però spento sotto le accelerazioni di Berrettini. Ora Turchetti vincerebbe alla grande su Berrettini i 60 metri indoor: per paradosso le lunghissime leve impacciano Berrettini nei movimenti soprattutto di arretramento, sicché ci mette più del dovuto a posizionarsi per colpire con i piedi fermi. Quando gioca comodo scarica potenza e fa male; ma con la sua altezza dovrebbe e potrebbe servire più aces. Alessandra Simonelli era attorniata da mezza Federazione a bordo campo, e ad ogni punto le giungevano i consigli più ovvi o anche disparati e soprattutto continui incitamenti. Il suo match è stato delicato e in bilico nel primo set, poi la Simonelli ha preso il largo. Discreto il bagaglio tecnico e buona potenza in rapporto all’età ancora verde; tutto da assestare il lato caratteriale. Non si può fare una tragedia se perdi tre punti di fila o l’avversaria prende una riga. Questa emotività si fa sentire dannosamente nei momenti caldi del set, quando, come si è visto, la Simonelli può anche sbagliare punti elementari. E comunque avanza.
Confesso che alle una, saltando il pranzo, ero già accomodato sulle gradinate del campo 4 per seguire con la lente di ingrandimento Pieri-Schmiedlova. Risultato finale, tanto per essere chiari, 6/1 6/2, e partita praticamente a senso unico con superiorità schiacciante della slovacca. Il secondo paradosso della giornata è che Tatiana, sulla quale mi sono sempre espresso e continuerò ad esprimermi positivamente, batte regolarmente e facile tutte le sue coetanee e anche spesso le 98, 97 e 96, e se la gioca nei 10 mila ITF con giocatrici fino al 500/600 WTA, come di recente a S. M. di Pula; ma quanto a bagaglio tennistico puro Tatiana ne ha largamente di meno di quasi tutte le 1999 viste qui e forse anche di qualche nata 2000 (penso alla Rumi, alla Capogrosso, alla Di Carlo, o magari anche alla Gregoroni): e come potenza di colpo è addirittura inferiore a una Ceppellini. Dico questo non per smontare Tatiana Pieri, al contrario per rilevare quanto è fortunamente grande il suo margine di miglioramento. Per scherzo o per verità scrivevo tempo fa che Tatiana, figlia di un maestro di tennis, deve cominciare a prendere lezioni di tennis. Se si guarda ai fondamentali Tatiana è carente in quasi tutti: è ovvio che così piccola e minuta è scattante e ha ottima mobilità, ma non conosce le rotazioni e soprattutto il topspin e l’arrotata; né con la poca forza che ha può giocare di potenza e di pressione. Il servizio è lievemente migliorato, certo, ma la spalla non è ancora sufficientementre snodata, e quando tira la seconda c’è da farsi il segno della croce, perché nove su dieci l’avversaria chiude il punto in risposta. Ovviamente nemmeno l’ombra di un servizio liftato o in kick; anzi uno su tre diventa quella specie di back di servizio che spesso hanno le giocatrici inesperte. Analizzando questa e altre partite, Tatiana vince sugli unforced errors delle avversarie o piazzando qualche respinta in qualche angolo del campo non coperto, soprattutto di sorpresa. Non ho contato veri e propri vincenti quest’oggi, il che è tutto dire. E ciò nonostante in qualche momento la partita poteva girare, perché Tatiana ha cominciato con un break alla Schmiedlova, per poi perdere sei giochi consecutivi. Nel secondo set è stata addirittura 2 a 1 a favore con tre palle del 3 a 1 nel solo vero momento in cui l’avversaria si è messa a sbagliare (e sul proprio servizio, quindi occasione doppiamente ghiotta); ma niente da fare.
Visto che sono in tema, dopo aver visto tutte o quasi tutte le giocatrici del tabellone femminile sono ancora più convinto che il torneo lo possano vincere o la Gálfi o questa Schmiedlova, che gioca un rischioso uno-due su tutti i punti, d’accordo, epperò quando la palla entra è devastante. Questione di percentuali, e il servizio fa già la differenza. Vista contro la più debole delle Turati, la Vondrousova quindicenne ceca, e mancina, appare ancora acerba. Altre candidate non ne vedo: ma posso predere un granchio e magari la Simonelli domani fa l’exploit. Così come nel maschile continuo a notare molto equilibrio e nessun giocatore che si stacca perentoriamente sugli altri.
La vera delusione della giornata è Gian Marco Moroni. Fisico prorompente da autentico texano e potenza da vendere a soli 16 anni, Moroni è ancora troppo discontinuo e alterna punti da grande giocatore a ingenuità macroscopiche. Rapidamente gli altri incontri: bravi Morelli (su Moghini, svizzero) e Mosciatti, e bravo Ramazzotti che ha fatto il bis contro un inglese dai chiari colori indiani, ma partita che non fa testo, l’avversario era debole, e Ramazzotti dovrebbe purtroppo trovare disco rosso con Choinski che ha demolito il giocatore che ieri avevo incautamente elogiato, Cunha Silva (che è andato regolarmente fuori giri). Eliminato anche Carli. Cutuli ha vinto un match che non ho visto per sovrapposizione con altri. Sia Choinski che Blasko li devo ancora inquadrare bene, come anche Poljak giustiziere di Carli. Attenzione anche a Biro, sempre un brutto cliente. Di tutti questi avremo controprove domani.
Franco Marucci