Fognini e Seppi avanti tutta, l’Italia ha due facce vincenti (Vincenzo Martucci, Gazzetta dello Sport)
Fabio Fognini ed Andreas Seppi, due italiani agli ottavi sulla nobile ribalta della Costa Azzurra. Così diversi e insieme così uguali, come rappresentanti della stessa, diversissima, Italia. Uno, mediterraneo classico, moro, 26 anni, ligure, alto il giusto (1.78), con la faccia da Alain Delon, il sorriso che conquista e i modi più guasconi, con gioco e personalità più appariscenti, tennis facile, a volte senza risposte per l’avversario, e fidanzata famosa (la collega Flavia Pennetta); l’altro, altoatesino, alto (1.90), magro e castano chiaro, 30 anni, più taciturno e introverso, che deve conquistarsi punticino dietro punticino, e alla fine va a rete per domare Andujar dopo due match point falliti dell’ennesima maratona di due ore e tre quarti. Fognini, numero 13 del mondo sulla spinta del momento magico sull’amata terra rossa, dopo i match fotocopia, «giocati male, ma vinti, comunque in due set», contro Sousa e Bautista Agut, chiede tanto oggi a Jo-Wilfred Tsonga, 12 della classifica. Seppi, numero 30, è in ripresa, dopo tre mesi con le ali basse, senza vincere due match di fila in 7 tornei, e il 3-2 di due domeniche fa che riporta l’Italia alle semifinali Davis dopo 16 anni. Anche se incrocia il re della terra, Nadal: «Non parto da 0-0, ma da 0-10. L’ho battuto una volta su cinque».
Le condizioni, di mattina, sono terribili per Fognini, con uno sbalzo di una decina di gradi rispetto ai primi due giorni di torneo, il match fissato alle 10.30, ancora il pronostico tutto a favore, contro il numero 45 che aveva già battuto tre volte su quattro. Fabio non è mattiniero, Fabio sente molto l’occasione da qui al Roland Garros e martedì sera non riusciva a starsene fermo in hotel e ha dovuto fare una passeggiata sul lungomare fino a tardi. E, soprattutto, c’è un vento «che non fa giocare bene a tennis e provoca tanti errori, ne è venuta fuori una brutta partita». Paga dazio di più il giocatore di maggior qualità: «Ma ancora una volta il mentale mi ha aiutato a superare i momenti difficili». Fabio gioca molto meglio quand’è con le spalle al muro: con Bautista Agut, rimonta da 3-5 nel set e chiude il tie-break 8-6: «E’ dipeso molto da me, mi sono addormentato un po’, aspettavo molto la palla, lui giocava corto e io non mi muovevo». Poi si fa riprendere da 5-2 quasi a 5-5, prima di abbassare la saracinesca di dritto e pensare ad altre partite: 6-4 7-6 sul cemento di Montreal 2011, e 7-5 6-4 6-4 al Roland Garros 2012: «Con Tsonga ho perso due volte, con punteggi molto vicini, e da allora io sono migliorato. Jo è favorito: siamo amici, ci alleniamo spesso insieme, siamo li 11 in classifica, servizio e dritto, veloce, si muove bene, potrei giocargli di più sul rovescio…».
«Io darei qualche percentuale in più a Fabio», suggerisce Seppi, con un sorriso che gli va da un orecchio all’altro dopo la rimonta con Andujar da 2-5 al primo set e la maratona di tre set. Accendendo il tifo tutto italiano sulla tribunetta del campo 2 con scene che non t’aspetti: piagnucola con se stesso, getta in terra la racchetta, reagisce platealmente, per colpa del colpo forte, il rovescio, che l’abbandona sul più bello, nel primo set, anche se ringrazia poi il servizio per 10 ace, il 70% di punti con la prima e 1 su 15 di palle-break salvate. Bravo: sono i primi ottavi di Montecarlo, dopo sette bocciature al secondo turno e l’anno scorso al primo, contro Fognini (…)
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Tra Fognini e Pennetta un amore che fa “ace” (Piero Valesio, Tuttosport)
E’ SEMPRE un problema di sesso, a ben vedere. Del resto non è forse vero che esiste un mondo fatto di sesso come decantava Rino Gaetano? Non è che il tennis si sottrae a questa regola. E allora ecco la domanda che serpeggia fra gli appassionati: ma la liaison stabile e ufficiale con Flavia Pennetta è destinata a fare del bene a Fabio Fognini oppure, in qualche caso, a… limitarne le prestazioni?
MATTINO La domanda è tutt’altro che capziosa: stamattina alle 10.30 Fabio sarà di nuovo in campo sul Centrale di Montecarlo per affrontare Tsonga in un ottavo di finale sulla carta difficile ma non insuperabile. Le 10 e mezza del mattino sono, per un tennista, un orario diciamo particolare. Per arrivarci al top della propria condizione quotidiana bisogna aver riposato molto bene la notte precedente con tutte le implicazioni che questa affermazione comporta. Un amore fresco di nascita (anche qui con tutte le implicazioni che questo comporta) potrebbe sulla carta limitare le prestazioni di Fabio?
CONTRARIO Intanto possiamo prendere atto che è certamente vero il contrario: il tennis è un toccasana per l’attività sessuale. Lo ha sentenziato un luminare, Vincenzo Mirone, che è il segretario della società italiana di urologia intervenuto la settimana scorsa al Congresso europeo di Urologia che si è svolto a Stoccolma. II luminare in questione ha sentenziato che il tennis è una di quelle pratiche sportive che fa bene all’amore. Con il calcetto e la corsa. Evidentemente perché è in grado di liberare nell’organismo umano quelle endorfine che possono rendere un momento estremamente piacevole. Al contrario della bici-detta che invece, sempre secondo il luminare, può provocare danni all’apparato genitale. Dunque giocare a tennis rende particolarmente tonici con buona pace dei propri partners.
PRESTAZIONI Tale considerazione però non dà una risposta all’interrogativo iniziale. Dell’opportunità di una prestazione sessuale prima di una prestazione sportiva si parla da quando esiste lo sport se non, probabilmente, da quando esiste il sesso. Viene in soccorso, a questo pro-posito, uno che oggi non c’è più ma che in tempi lontani aveva le idee molto achiare al proposito. Si chiamava Francesco La Neve ed è stato per molti anni responsabile medico della Juventrus, ai tempi in cui c’erano Platini e Boniek; e pure prima. II dottor La Neve quando Petruzzu Anastasi si sposò ebbe parole di grande soddisfazione per questa scelta. «II sesso coniugale è altra cosa rispetto alle avventure casuali di una notte o giù di li: è più tranquillo, meno dispendioso sul piano delle energie. Esattamente quello che ci vuole per uno sportivo. Si può discutere sul fatto che automaticamente quando due diventano coppia la loro attività sessuale debba diventare per forza, diciamo, più tranquilla: certo è che l’impostazione generale della medicina sportiva sul sesso non è cambiata molto da allora.
ESEMPI E poi nel tennis basta guardarsi intorno per vedere un fulgido esempio. Roger Federer gira il mondo da anni non solo con la moglie Mirka Vavrinec ma anche con le gemelline e presto con il terzogenito. All’angolo di Andy Murray c’è costantemente l’algida Kim Sears e nelle occasioni importanti nel gruppone Nadal compare la fidanzata Maria Francisca Perello con cui stanno insieme da tempo immemorabile. La vita di Nole Djokovic è segnata dalla presenza (non onnipresenza) di Jelena Ristic: i due convoleranno a giuste nozze probabilmente entro l’anno. Insomma nessuno vive da recluso e sarebbe folle pensarlo. Certo due meditarrenei veraci come Fognini e Pennetta sono, presumibilmente, molto focosi per loro natura. Ma dopo esserci augurati che in linea di massima si attengano alle indicazioni del saggio dottor La Neve non ci si può sottrarre alla sensazione che la loro liaison possa sul piano dei risultati causare ottime conseguenze per entrambi. Detto ciò a nessuno venga in mente di trarre conclusioni affrettate se stamattina Fabio dovesse perdere per mano di Tsonga che non è proprio il caso (…)