TENNIS ATP MONTECARLO – R. Federer b. J.W. Tsonga 2-6 7-6 6-1. L’intervista del dopo partita.
Sarai molto contento di come te la sei cavata. Eri a due punti dalla sconfitta, un’evasione praticamente.
Sì, non solo abbiamo combattuto per tutto il tie break, ma in precedenza mi sembra ero sotto 5-6 0-30, poi un punto difficile per il 15-30 con una demivolèe di rovescio in difesa, se non sbaglio. Ero ovviamente frustrato per tutte quelle palle break sprecate. In ogni caso riesco a trovare lati positivi dal match; è stata una questione di cose sbagliate tutte al momento sbagliato, Jo che giocava benissimo, io male, scelta dei colpi pessima. Giornata dura, sono contento di avercela fatta.
Che spiegazione ti dai quando sei in campo e continui a sprecare palle break? Ti innervosisci sempre di più?
Certamente si fa difficile con l’avanzare del match, credo che avrei potuto tranquillamente approfittare delle prime tre o quattro; in una mi ricordo di essere arrivato bene su un suo dropshot, ma aver poi giocato malissimo il punto. Non avrei mai dovuto lasciar andare tante occasioni all’inizio, da lì si è fatta durissima. Poi ho iniziato a pensare “Okay, ora giocherà in difesa ogni volta che avrò un breakpoint e non riuscirò ad essere abbastanza aggressivo”. È stato un problema, e devo risolverlo per il prossimo match.
Tsonga ha detto che il cambiamento di condizioni nel terzo set sono sembrate favorirti, e Stan ha risposto con un messaggio sarcastico su Twitter. Cosa ci dici al riguardo?
Non credo ci sia stato un cambiamento di condizioni così drastico, ad essere onesto. Sicuramente faceva un po’ più fresco, è logico. Ma non credo ci sia stato nessun vento impossibile o mutamento nelle velocità di superficie, è stat solo una questione di orario del giorno; abbiamo giocato milioni di volte in situazioni del genere, credo che le condizioni siano state ottime dall’inizio alla fine, non troppo vento, nessun rimbalzo esagerato. Penso che per entrambi sia stato snervante non riuscire a giocare meglio, in certi tratti del match, i nostri picchi non sono stati contemporanei; quando stava giocando bene lui, io sbagliavo tutto, quando mi sono ripreso, lui è calato vistosamente. La cosa importante sulla terra è adattarsi a qualsiasi condizione, ma è vero che una giornata più calda forse avrebbe potuto cambiare le cose. Lo steso vale per sessioni diurne o notturne sul cemento.
Sei un giocatore molto sicuro di te. Ti ha sorpreso il modo in cui è andato il terzo set? Hai mantenuto fiducia e concentrazione, e hai vinto cinque giochi consecutivi.
Mi sono reso conto che il perdere il secondo set è stato un duro colpo per Jo, al contrario dell’iniezione di fiducia che ha dato a me. Pensavo semplicemente sarebbe stato importante tenere il mio primo turno di servizio, per evitare di farlo andare avanti di nuovo di un break; era la prima opportunità di fare corsa di testa nel match. Poi ho iniziato a credere di più nella possibilità di potercela fare, è assurdo non sfruttare così tante palle break, stavo giocando bene e sentivo d poter strappare il servizio e allungare fino alla fine, che è poi quello che è successo. Non ero negativo, la cosa importante è stata ricavare quanto c’è stato di buono anche a metà del primo set, nella mia mente, fino alla fine del secondo, dove le cose si sono fatte più difficili. Jo non ha affatto servito bene e forte quanto avrebbe potuto nel terzo, non so perché. Ma ne ho approfittato, ed è questo quello che mi interessa.
Ovviamente è frustrante avere tutte quelle palle break. Sei soddisfatto del modo in cui hai reagito? Non ti sei innervosito più di tanto.
Ero frustrato, onestamente. Ho anche sparato una palla fuori dalla stadio, ho gridato, ero nei guai ma non fino al punto da perdere la testa. Non stavo giocando male, stavo solo prendendo le decisioni sbagliate, che si sommava al genio e alla sregolatezza di Jo. Speravo solo di dover evitare di rincorrere a causa di tutte le palle break mancate, alla fine sono contento della mia calma, è grazie ad essa che sono uscito vincitore.
La rimonta di oggi dimostra la fiducia che sembri avere da inizio anno?
Sì, ma la fiducia si dimostra anche convertendo le opportunità, quindi spero di riuscire a migliorare domani, perché va bene se una volta riesci a cavartela, ma non sempre. In ogni caso, la fiducia c’è. Ho giocato bene dal fondo, il mio servizio non è calato, sono contento delle basi del mio gioco, a volte sentivo di averle perse, ma esserne padrone oggi mi ha aiutato a rientrare in partita.
Questa è la tua quarta esperienza in semifinale. Cosa significa per te aver raggiunto le semi nel primo torneo sulla terra dell’anno?
Mi aiuta a sentirmi più rilassato per i prossimi Master 1000 perché non devi rincorrere la tua prima vittoria sul rosso. Mi aiuta a capire dove mi trovo, avere informazioni su cosa lavorare e scacciare un po’ di pressione. Non sono il favorito qui, ma domani è una buona occasione per una buona performance. Non c’è nulla di garantito, ma ci proverò.
Due svizzeri in semifinale. Questo dimostra che il movimento svizzero sta attraversando un ottimo periodo.
Sì, è favoloso. Già quando Stan raggiunse la top 10 a Roma fu un gran momento, ma adesso siamo terzo e quarto, quindi lontani nei tabelloni e con più possibilità di portare almeno uno svizzero in fondo.
Quello che Stan ha fatto negli ultimi sei/nove mesi è straordinario, e anche io sono tornato in forma dopo i problemi in estate.