Per il tennis italiano la settimana del Montecarlo Rolex Masters rimarrà una delle più positive della storia recente, sicuramente la più positiva a livello di Masters 1000 a prescindere dall’esito della finale che Fabio Fognini giocherà contro Dusan Lajovic. Tre azzurri sono arrivati agli ottavi, due tra gli ultimi otto – Lorenzo Sonego (per la prima volta in carriera) e Fabio Fognini, autore di una prova sensazionale contro il numero 3 del mondo Zverev – e infine Fognini si è spinto fino all’atto finale. Giovedì 18 aprile, quando erano ancora in gioco Sonego (sconfitto poi da Lajovic) e Cecchinato, poi eliminato in tre set da Guido Pella, la Radio ufficiale dell’ATP non si è fatta sfuggire l’occasione di fare due chiacchiere col direttore Ubaldo Scanagatta per parlare degli italiani in gara sui campi del Principato, ma anche di tanto altro.
Cogliamo l’occasione per confermarvi che le vacanze del direttore… rimarranno tali, e non riuscirà, prima del suo ritorno, a scrivere nulla a proposito della grande settimana di Fognini. Ci auguriamo che fino ad allora possano bastarvi i contenuti della redazione e degli inviati!
Sessantaquattro giocatori si sono ridotti a sedici qui al Country Club di Montecarlo e abbiamo ancora in corsa le prime quattro teste di serie alla vigilia degli ottavi di finale. Rimangono tre giocatori italiani in tabellone e per sottolineare questo, ho voluto fare una chiacchierata con Ubaldo Scanagatta, uno dei principali giornalisti italiani di tennis, che si occupa di questo sport da molto tempo…
Forse da troppo tempo! 42 anni, penso. La prima volta che venni qui a Montecarlo credo fosse il 1972, il che significa che sono più di 42 anni… 47! Non sono mai stato bravo in matematica!
Sei in giro da abbastanza tempo per aver visto Zeljko Franulovic, l’attuale direttore del torneo, vincere sul campo! L’hai visto?
Ci ho giocato contro! Non qui, era un doppio a Firenze. E anche a Viareggio. Ho giocato contro di lui due volte, perdendo entrambe, in doppio. Lui giocava in coppia con Boro Jovanovic, un altro giocatore croato. Quindi lo conosco da molto tempo, non posso dire che siamo granché amici, ma ci conosciamo da tanto.
Quindi, cosa ne pensi del torneo sinora? Ci sono tre italiani negli ottavi di finale, più di qualsiasi altro paese. Devi essere molto orgoglioso!
Beh, siamo molto contenti! Fabio Fognini ha avuto per due volte anche un po’ di fortuna, perché Simon si è ritirato e nel match contro Rublev, il russo era avanti un set e 4-1 nel secondo, con cinque palle break per salire 5-1. Quindi, certo, Fognini è il miglior tennista italiano degli ultimi dieci anni e ha giocato le semifinali qui nel 2013, battendo, tra gli altri, Berdych. È imprevedibile, come sempre, ma non ha avuto una bellissima stagione fino ad ora, quindi non ci aspettavamo molto da lui.
Siamo molto contenti anche della prestazione di Sonego, che è già arrivato ai quarti la settimana scorsa a Marrakech, poi qui ha superato le qualificazioni, ha battuto Seppi senza mai concedere palle break, servendo incredibilmente bene. Poi ha battuto Khachanov, numero 12 del mondo con una grande prestazione. È un ragazzo molto carino, con buone maniere, educato, un po’ diverso dal modo in cui talvolta si comporta Fognini, ad essere onesti… [risate]
Poi Cecchinato, che è stato nuovamente incredibile contro Wawrinka, perché si è trovato sotto 6-0 2-0 e nessuno si sarebbe aspettato una sua rimonta. Lui stesso ha detto di non aver mai completato un recupero simile! Ma è stato capace di farlo contro Wawrinka, uno che qui ha vinto il torneo nel 2014 in finale contro Roger Federer, quindi un grande risultato davvero da parte dei tre italiani! Quello che abbiamo scoperto, con i responsabili delle statistiche di Ubitennis.com (Ubitennis.net in inglese), è stato che soltanto nel 1978 tre giocatori italiani sono arrivati agli ottavi di finale, ma a quel tempo c’era un tabellone con soli 32 giocatori, quindi gli ottavi equivalevano al secondo turno. Quest’anno è un terzo turno, molto più difficile!
Quindi, qual è la vostra miglior possibilità per raggiungere i quarti? Fognini giocherà contro Alexander Zverev, partita difficile… Marco Cecchinato avrà Guido Pella e Lorenzo Sonego affronterà l’unico britannico rimasto in tabellone, Cameron Norrie. Chi ti aspetti che arriverà ai quarti?
Sono fiducioso, devo dire che firmerei per avere due giocatori italiani nei quarti, sarebbe molto buono! Un po’ come ai tempi di Pietrangeli, che vinse questo torneo tre volte e in altre due occasioni arrivò in finale.
Questo torneo di Montecarlo dà un po’ la sensazione di essere un evento italiano, no? Siamo più vicini a Roma che a Parigi, ci sono moltissimi fan e media italiani, non è affatto sorprendente che i giocatori italiani stiano facendo così bene. Concordi che questo torneo sembri quasi italiano?
Beh, sì. Ho sentito moltissime persone parlare italiano tra il pubblico, conoscono i giocatori italiani, ma anche i giornalisti, il che non accade troppo spesso. Per molti italiani è più pratico venire a Montecarlo rispetto a Roma, specialmente per quelli che abitano al nord. A volte è più facile trovare biglietti per Montecarlo che per certi aspetti ha più fascino. Ovviamente entrambi sono eventi fantastici che si svolgono in posti meravigliosi, ma il viaggio in Costa Azzurra, con il suo tempo magnifico, il sole e il mare che fanno da sfondo al campo principale e le terrazze che scendono sull’acqua… insomma, questo è senza dubbio uno dei club di tennis più belli al mondo! L’atmosfera è bellissima e ricordo che di recente si era detto che il 40% del pubblico fosse composto da italiani! Per Franulovic e Rialland è una cosa positiva essere così vicino all’Italia, spesso chiedono qualche aiuto ai media italiani, perché vendono i biglietti molto in anticipo. Tra l’altro, ogni anno le vendite vanno meglio e stanno facendo un lavoro importante, anche dal punto di vista delle strutture, in una situazione piuttosto complicata: lo spazio è poco e ci sono moltissimi ostacoli, i parcheggi sono difficili e così via… ma ogni anno battono il record di spettatori! Non so proprio come facciano!
Ci sarà moltissimo tifo per Fabio contro Zverev. Aiutaci, se puoi, a capire un po’ di più della mente di Fognini, perché per noi è praticamente impossibile comprenderlo! Tu probabilmente l’hai intervistato più di chiunque altro.
Guarda, quello che posso dirti è che è praticamente impossibile capire la sua mente perché lui stesso non la comprende! Lui sa bene che la psiche rappresenta il suo problema maggiore, voglio dire, a livello di gioco è fantastico: ha grandi accelerazioni, gran velocità di piedi, si muove incredibilmente bene ed è anche un giocatore completo, perché sa stare ottimamente a rete ed è un ottimo doppista, molto meglio di tanti altri che giocano solo il singolare. Ha un ottimo rendimento in Coppa Davis, perché sa esprimersi bene quando gioca per la sua bandiera. Insomma, si esalta se sente che il pubblico lo supporta. Ma hai visto bene l’altro giorno, stava giocando malissimo con Rublev e poi, d’un tratto, ha cominciato a giocare meravigliosamente. Come si può descrivere quel che accade nella sua testa?
Dobbiamo dire che ha anche avuto dei problemi fisici che non hanno aiutato, perché sono due anni che convive con un dolore ad una caviglia e di recente ha avuto male ad un gomito. Aggiungici che, quando lui è in campo, anche le mosche possono distrarlo, un po’ come McEnroe, che durante una partita, poteva vedere un fotografo scattare in un angolo del Roland Garros, distrarsi per questo e finire per perdere una partita che avrebbe vinto.
Ci sono giocatori che sono in grado di concentrarsi in maniera profondissima, altri che non sono capaci e Fognini, come McEnroe, appartiene a questi ultimi. Naturalmente, McEnroe era di un altro livello, Fognini purtroppo non ha avuto gli stessi risultati, ma è stato comunque numero 13 del ranking ed è il miglior italiano dai tempi di Panatta e Barazzutti negli anni 70. Chi lo critica, spesso lo fa più per il suo comportamento o per come cammina, un po’ alla maniera di un cowboy del west appena sceso da cavallo, il John Wayne dei campi da tennis! Può sembrare arrogante, ma chi lo conosce al di fuori del campo di gioco dice che è un bravo ragazzo, con il quale ci si diverte in compagnia; ha ottimi rapporti con tutti i giocatori suoi coetanei. Certo, pur essendo nato nello stesso mese di Murray e Djokovic, non può vantare i loro stessi risultati, ma essere stato numero 13 al mondo in uno sport che conta milioni di praticanti, non è mica male! Not too bad, come direbbe Djokovic!
Niente male affatto! Non posso lasciarti andare, Ubaldo, prima di chiederti un parere su un altro giocatore. Il favorito qui e uno che certamente non ha difficoltà a concentrarsi: Rafael Nadal.
In questi campi ha vinto undici volte e ogni volta che discutiamo del tabellone di un torneo sul rosso, c’è sempre la sensazione che sia lui contro il resto del mondo. La vedi in questo modo anche qui? In fondo, sembra proprio di un altro pianeta.
Lo è, lo è. Il suo pianeta si chiama “terra battuta”! È come se tutti gli altri giocassero su altre superfici, dipende tutto da lui. Se è in salute, può vincere il torneo e non vedo chi possa batterlo; forse Djokovic è l’unico giocatore che può affrontare un Rafa in una buona giornata e batterlo. Ma tra tutti gli altri, fino ad ora, non vedo nessun altro. Ovviamente, il tempo passa anche per lui; discutiamo spesso dei 37 anni e mezzo di Federer, ma neppure Rafa è più un bambino. Ricordo di averlo visto una sera, quando aveva sedici anni, ad una cena dei giocatori qui al club di Montecarlo, dopo che aveva battuto Albert Costa, un campione capace di vincere il Roland Garros! Ed aveva appena sedici anni! Davvero incredibile, se pensi che i Next Gen di cui parliamo oggi hanno 18, 19 o 20 anni. La straordinarietà della sua classe e della sua resistenza le trovo paragonabili solo a Bjorn Borg. Si ritirò a 26 anni e fu in grado di vincere sei Roland Garros, perdendo solo due volte da Panatta, un italiano, cosa di cui andiamo molto orgogliosi! Ecco, Borg fu in grado di vincere un Roland Garros perdendo soltanto 32 games in 7 partite, 10 dei quali, se non ricordo male, contro Roscoe Tanner, gran battitore americano; il che significa che negli altri 6 match lasciò soltanto 20 games. Perdere 6 games in 18 set giocati è qualcosa che sarebbe difficilissimo da ripetere persino per Rafa!
Certo, il tennis è cambiato; ma come dici tu, Nadal è di un altro pianeta sulla terra ed io sono perfettamente d’accordo.
Però poi ci sono gli infortuni e lui stesso qui ha sottolineato che nell’ultimo anno e mezzo ha avuto un problema ogni tre settimane; questo dà fiducia agli avversari, che magari sperano di beccarlo in una giornata non eccezionale, dove i suoi dolori lo ostacolino.
Credo che abbiano bisogno di speranza e di fiducia! Ubaldo, grazie molte e goditi il resto del torneo!
Grazie a te e all’ATP, complimenti per l’ottimo lavoro che state facendo, per aiutare il tennis a diventare più popolare. Spero che i tre italiani possano fare lo stesso!