Con il titolo di Montecarlo, il più prestigioso nella sua già ottima carriera, Fabio Fognini si è forse definitivamente conquistato un posto nell’olimpo del tennis italiano, vicino a leggende del calibro di Adriano Panatta e Nicola Pietrangeli. E proprio Panatta e Pietrangeli, hanno opportunamente tributato i giusti complimenti al tennista di Arma di Taggia.
“Tutti gli italiani devono essere contenti, non gli dico bravo per la partita di oggi, ma per quella di ieri. E’ bellissimo, fa rabbia certe volte Fabio”, ha dichiarato Pietrangeli, che ha assistito di persona al trionfo monegasco del tennista di Arma di Taggia, riferendosi alla straordinaria affermazione su Rafa Nadal in semifinale. “Nadal non ama giocare con Fognini e infatti abbiamo visto com’è andata. Col segno del poi è tutto facile. Quando stai lì è tutto difficile”.
In passato, c’erano state alcune polemiche tra lui e Fognini. Nel 2014, Pietrangeli minimizzò la vittoria del ligure in Coppa Davis contro Andy Murray a Napoli; In una conferenza stampa del 2017, Fognini disse che quello degli anni Sessanta “non era tennis”. Pietrangeli ha colto l’occasione per smorzare gli attriti. “Non si possono fare paragoni con la mia epoca. Fabio incassa un milione, io cento dollari”, ha sottolineato. “Noi giocavamo sulla Terra, oggi giocano sulla Luna“.
Alla vigilia della finale contro Dusan Lajovic, anche Panatta sulle pagine de il Corriere della Sera aveva fatto i complimenti al talento di Arma di Taggia per il grande successo contro Nadal, re indiscusso della terra rossa da più di dieci anni. “Finalmente si è vista la differenza tra uno che sa giocare a tennis e l’altro che invece, un po’ meno. Nadal senza l’intensità è davvero poca cosa. Ieri in semifinale a Montecarlo Fabio sembrava il maestro con l’allievo”, aveva commentato l’ultimo vincitore maschile di un torneo dello Slam.
Un po’ come Fognini a Montecarlo, anche la leggenda romana nel percorso verso i suoi più grandi successi aveva rischiato di uscire di scena prematuramente. “11 match point annullati a Warwick al primo turno a Roma, che poi avrei vinto, uno a Hutcka al primo turno a Parigi, che avrei conquistato. Guardi certe volte i ribaltoni sono casuali”, ha detto, ripercorrendo il percorso dell’azzurro in questa edizione del torneo nel principato. “Fabio ha vinto chissà come con Rublev, è stato fortunato con Simon, ha trovato uno Zverev che non ci ha capito niente, perdeva 6-1 2-0 con Coric e all’improvviso si è accesa la luce. Il tennis è uno sport strano, fatto anche di alchimie imprevedibili”.
Che sia nato un nuovo Panatta? “Nato? Mica è un pischello. Ha 31 anni. Piano con i paragoni…”, ha risposto. Insomma, le leggende si congratulano ma non si inchinano.