da Madrid, il nostro inviato
Torna in campo Fabio Fognini, e lo fa nel migliore dei modi. Dopo la sbornia di Montecarlo e i relativi strascichi fisici, a cui si devono i forfait di Barcellona ed Estoril (entrambi dopo aver provato ad allenarsi sul posto), Fognini vince un esordio per nulla banale contro Kyle Edmund sul terzo campo di Madrid, un Masters 1000 che storicamente non gli ha mai dato troppe soddisfazioni se è vero che questa è appena la sua quinta vittoria nel tabellone principale. Vittoria che gli consente di guadagnare un secondo turno persino più morbido, almeno sulla carta, contro Millman.
INIZIO CAOTICO, POI ESCE FABIO – Il britannico non è certo nato su questi campi, e non è difficile evincerlo dai primi scambi. Subito tre gratuiti e Fognini passa in vantaggio, ma si tratta solo di una gioia effimera perché nel game successivo subisce il contro-break da un vantaggio di 40-0. Un pizzico di nervosismo lo coglie nel quinto game, quando la racchetta assaggia la terra di Madrid con una violenza non sufficienza a romperla. Nel game successivo Fabio è bravo ad annullare tre palle break consecutive e sostanzialmente in quel momento si sblocca, di mente e di braccio. Ne consegue lo splendido game giocato sul 4-4, quando rompe il servizio di Edmund addirittura a zero servendosi di uno splendido rovescio lungolinea e di un gran passante incrociato di dritto. Fognini chiude il set con un ace, che è anche il dodicesimo punto consecutivo.
Nel secondo set permane solo un po’ del caos che aveva caratterizzato la prima frazione, ma è quasi sempre Fognini a dimostrarsi il giocatore più forte in campo a dispetto dei tre game consecutivi con palle break non sfruttate, che Fognini interrompe breakkando Edmund. Potrebbe addirittura salire 5-2 se il britannico non trovasse un moto d’orgoglio comunque insufficiente a salvare un set e una partita ormai compromesse. Troppa la differenza di attitudine alla superficie e di consistenza sulla diagonale di rovescio, dove Fognini è in estrema fiducia. E anche il ginocchio infortunato a Montecarlo sembra andare meglio: “Abbiamo fatto una gran battaglia lo scorso anno a Madrid. Oggi sono stato solido. L’infortunio mi costringe ancora ad alti e bassi, ma va meglio giorno dopo giorno. Sono contento di giocare il secondo turno qui a Madrid”.
CECK A CORRENTE ALTERNATA – Marco Cecchinato bagna invece con una sconfitta l’esordio assoluto – da testa di serie, una circostanza accaduta a pochi, in tornei così importanti – nel Mutua Madrid Open. Un risultato che lascia rimpianti, in particolar modo per una partenza a rilento costata un primo set lasciato troppo facilmente, quasi regalato al suo avversario. Il siciliano era reduce dagli ottavi a Montecarlo e dalla semifinale di Monaco di Baviera e partiva con i favori del pronostico, sebbene affrontasse un tennista come Schwartzman, molto più abituato a questi palcoscenici. Eppure, Marco lo aveva sconfitto a febbraio nettamente nella finale di Buenos Aires, senza contare che negli ultimi cinque tornei il sudamericano non aveva mai vinto due partite consecutive. Si è giocata sul campo 4 del ground della Caja Magica la partita, con tribune piuttosto vuote e spettatori alquanto distratti. Come condizioni di contorno, un cielo piuttosto velato e l’esordio di vento, sebbene leggero, ma sufficiente a rendere questo pomeriggio il primo non caldo del torneo.
Davvero poco da raccontare nel primo set, durato la miseria di 19 minuti, durante i quali il nostro giocatore ha raccolto solo nove dei trentaquattro punti giocati. L’argentino, con i piedi dentro al campo, tirava fiondate che gli restavano quasi tutte in campo. Marco, dal canto suo, un po’ scorato dall’ottima partenza del suo avversario, poteva poco, ma il body language era dimesso e questo si rifletteva inevitabilmente in tanti errori gratuiti. A fine del primo parziale, il nostro giocatore si lamentava verso il suo angolo dicendo: “Sto camminando“, un commento al quale Simone Vagnozzi non poteva fare altro che rispondere consigliando di tenere la barra dritta: “È lunga, gioca profondo“.
All’inizio del secondo parziale il siciliano si aiutava con le prime di servizio a entrare in partita. Continuava a lamentarsi col suo angolo, “ho il fiatone“, ma adesso i colpi gli uscivano meglio dalla racchetta e arrivavano, con la fiducia, anche diversi colpi vincenti, con entrambi i fondamentali. Cecchinato iniziava a caricarsi, ad esultare ad alta voce ed era il segnale che era finalmente entrato in partita. Anche i tifosi italiani, sinora silenziosi al punto da far credere che non ci fossero connazionali, partivano coi primi “vai Marco! “. Schwartzman arretrava dietro la linea di fondo, Marco si avvicinava sempre di più: tra accelerazioni e splendide palle corte, diveniva il padrone del gioco.
Era cambiato anche lo sguardo del numero 2 azzurro, che ora cercava il suo coach Simone Vagnozzi per caricarsi, e non più per lamentarsi. Nel decimo game il palermitano riusciva a prodursi in spettacolari recuperi che sfiancavano e innervosivano Schwartzman. Inevitabile, arrivava il set point, che veniva convertito grazie a un dritto lungo dell’argentino. Dopo appena 53 minuti, si era al terzo set. Un passaggio a vuoto nel terzo gioco del parziale decisivo, caratterizzato da un paio di gratuiti del siciliano e dai contemporanei vincenti di Schwartzman, vedevano però il nostro giocatore perdere il servizio. La partita, purtroppo, finiva in pratica lì: Schwartzman si aggiudicava senza troppo sudare i tre successivi game e guadagnava, in appena 75 minuti di partita, l’accesso al secondo turno.
Risultati:
[10] F. Fognini b. K. Edmund 6-4 6-3
D. Schwartzman b. [16] M. Cecchinato 6-0 4-6 6-1