[3] A. Zverev b. [WC] D. Ferrer 6-4 6-1
È Alexander Zverev l’ultimo giocatore a battere David Ferrer. Ventisette i titoli ATP conquistati da Ferru, elencati nella cerimonia al termine dell’incontro dopo il bell’abbraccio, lo scambio di battute e, forse, di consegne con il rivale di questa sera. Regista di sé stesso, il trentasettenne si è regalato, battendo Bautista Agut, un’altra scena, ma questa volta si chiude davvero la carriera del campione capace di vincere molto di più rispetto a quanto gli aveva riservato il sommo e crudele dispensatore di talento tennistico, eppure meno di quanto avrebbe meritato, parola di Rafa Nadal.
WARM-UP – Sascha è arrivato a Madrid con un bilancio stagionale nei tornei di 11 vittorie e 8 sconfitte che lo posiziona al 20° posto della Race, risultati che sono l’inevitabile conseguenza di una situazione che lo stesso giocatore non può che riconoscere; la via per uscirne, tuttavia, non è segnalata sulle mappe. Dal canto suo, invece, Ferrer si sta divertendo come un bambino che gioca rotolandosi nel fango per l’ultima volta, consapevole che i genitori non glielo permetteranno più. Se il fisico di David non gli consente di giocare al livello che vorrebbe, si è però scelto il palcoscenico dove scenderà il sipario definitivo sul viaggio iniziato nell’anno 2000: il prestigioso cortile dell’amico Feliciano, il Masters 1000 di Madrid.
RUN FAST, DIE NEVER – Sascha comincia subito alla sua maniera, spingendo forte con il rovescio e sbagliando di dritto. Se, poi, ci infila anche i doppi falli, il break è servito, ma è il game successivo che rischia di far venire giù il Manolo Santana: Ferru passa, tiene in difesa e ribalta lo scambio, smorza e lobba, smorza e basta: un boato e 4-1. Punto nell’orgoglio, Zverev comincia a fare sul serio, approfitta di alcune imperfezioni spagnole e scatena qualche vincente; all’improvviso, il set è girato completamente e il giovane di Amburgo lo chiude 6-4.
L’inerzia non cambia nel secondo parziale con Sascha, nei panni di un moderno Ferrer, che tira forte, sbaglia poco e porta a nove i giochi consecutivi vinti. David è alle corde, le due ore e mezza del giorno prima si fanno sentire, ma non smette di mostrare tutta la sua garra dominando gli scambi sopra i nove colpi. Il coro “Ferru, Ferru” sale, però Zverev è una macchina da guerra, non si lascia commuovere e sale 5-1. L’emozione si fa sentire invece per David quando si appresta a servire quello che resterà il suo ultimo punto. Si asciuga gli occhi e, dopo pochi secondi, è finita. Davvero.
GRAN FINALE – Sul mega-schermo, si susseguono i saluti e i complimenti dei colleghi, arrivano in campo Manolo Santana e Feliciano Lopez recando doni, gli Stones cantano Satisfaction. David prende il microfono e inizia, sincero, i ringraziamenti. No, Ferru, grazie a te.
Risultati:
[2] R. Nadal b. [WC] F. Auger-Aliassime 6-3 6-3
[6] K. Nishikori b. [Q] H. Dellien 7-5 7-5
L. Djere b. [7] J.M. del Potro 6-3 2-6 7-5
[8] S. Tsitsipas b. [LL] A. Mannarino 6-3 7-5
[Q] H. Hurkacz b. L. Pouille 7-5 6-1
S. Wawrinka b. G. Pella 6-3 6-4
F. Tiafoe b. P. Kohlschreiber 6-4 3-6 6-3
[15] G. Monfils b. M. Fucsovics 1-6 6-4 6-2
[10] F. Fognini b. J. Millman 6-2 6-2
J. Chardy b. D. Schwartzman 6-1 6-2
F. Verdasco b. [11] K. Khachanov 6-7(4) 6-1 7-5
[3] A. Zverev b. [WC] D. Ferrer 6-4 6-1