Novak Djokovic è il primo finalista del Mutua Madrid Open 2019. Per larghi tratti il serbo è apparso un po’ in balia della potenza di Dominic Thiem, ma è sempre riuscito, con la testa prima ancora che col tennis, a rimanere agganciato alla partita e ad innalzare il livello di gioco al momento giusto, approfittando delle (tante) sbavature dell’avversario.
Per Thiem il riassunto della partita sta tutto nel dropshot insensato giocato all’inizio del primo tiebreak e nel rovescio steccato sul match point, simboli inequivocabili di una partita giocata sempre in spinta, ma con scarsa lucidità. Per Nole si tratta della finale numero 48 nei Masters 1000, la 111esima in totale. Domenica andrà a caccia del 74esimo titolo in carriera contro il vincente della seconda semifinale tra Rafael Nadal (28-25 i precedenti, 7-16 su terra) e Stefanos Tsitsipas (0-1, nessun precedente sul rosso).
Thiem inizia fortissimo e strappa il servizio a Djokovic già nel terzo gioco. Il serbo sembra davvero in difficoltà e non riesce a stare dietro al ritmo forsennato imposto dall’austriaco. Pur sotto pressione, Nole rimane attaccato alla partita e nel sesto game infiamma il pubblico della Caja Magica, prima vincendo uno scambio durissimo e poi con uno strepitoso recupero di smorzata. Perso il vantaggio, Thiem perde un po’ di precisione nel tentativo di spingere, ma è di nuovo Djokovic a trovarsi in difficoltà sul 4-4. Sotto 15-40, riceve il secondo warning per time violation del game e deve quindi rinunciare alla prima di servizio, riuscendo comunque a salvarsi e a tenere poi la battuta.
Si scivola senza ulteriori scossoni verso il tiebreak, tutto sommato giusto per quanto visto in campo finora. L’epilogo del set non è però ugualmente entusiasmante: un paio di scelte sbagliate di Thiem (su tutte una smorzata davvero maldestra) e una prodigiosa difesa di Djokovic mandano il serbo avanti 5-1 in un battito di ciglia. Dopo un’ora e quattro minuti di gioco, è Nole a portare a casa il parziale.
Thiem sembra un po’ contratto nei primi punti del secondo set, ma è un’impressione che dura ben poco. L’austriaco infatti ritorna a martellare come all’inizio della partita, ma gli manca sempre qualcosa per poter concretizzare nel punteggio la sua ritrovata supremazia nel gioco. Manca due palle break (una delle quali con una brutta stecca di rovescio) nei primi due turni al servizio di Djokovic, ma quando è lui alla battuta non soffre mai.
Finalmente arriva il tanto atteso break, suggellato da un violentissimo dritto anomalo che chiude un game durato più di dieci minuti. Gli sforzi di Thiem per guadagnarsi il vantaggio vengono però vanificati dalla rabbiosa reazione di Nole che realizza un parziale di otto punti a uno, impattando sul 4-4. Thiem si accartoccia un po’ su se stesso e regala al serbo la possibilità di servire per il match sul 6-5. Stavolta è però Djokovic a incappare in qualche errore di troppo, permettendo all’austriaco di rientrare e giocarsi qualche carta al tiebreak. Thiem però, come nel primo set, esce presto di scena con un sanguinoso doppio fallo nella pancia del tiebreak e si consegna all’avversario steccando ancora sull’ultimo rovescio.