TENNIS – Il torneo junior “Città di Firenze” si è concluso con due vittorie a sorpresa: Katarina Jokic e Jan Choinski hanno infatti sovvertito i pronostici e vinto il titolo. Da Firenze, Franco Marucci
A Firenze titoli alla serba Katarina Jokic e al tedesco Jan Choinski e pronostici clamorosamente rovesciati soprattutto per i punteggi inflitti dai vincitori ai finalisti Schmiedlova e Blasko, oggi autori di prestazioni sotto tono, incolori e largamente inferiori alle attese. La Schmiedlova vista nei primi tre incontri del torneo non avrebbe probabilmente perso, e la Jokic ha fatto suo il trofeo capitalizzando più che altro sulla giornata nera dell’avversaria; e il Blasko di ieri contro Biro avrebbe opposto ben maggiore resistenza a Choinski, se non vinto.
Ogni partita fa comunque storia a sé e il vincitore a mani basse di ieri può risultare oggi meno autoritario o anche modesto; e in ogni caso l’emotività ha giocato ai due slovacchi un brutto tiro. Al contrario specialmente Choinski, che ieri a tratti subiva la pressione e la furbizia del più debole Molcan, ha giocato una prima mezzora perfetta e ha saputo tenere i nervi saldi nell’unico momento delicato del suo match.
Pubblico folto anche se non straripante sulle tribune, riprese televisive ma soprattutto pioggia fortunatamente scampata e sole tiepido per quasi tutto il pomeriggio per il sollievo degli organizzatori. Jokic e Schmiedlova entrano in campo per la cerimonia ufficiale di presentazione con sfilata di bandiere, direttore del torneo, giudice arbitro, ufficiali di gara, giudice di sedia, inni nazionali. Schmiedlova indossa la tenuta fissa portafortuna con maglietta arancione e pantaloncini neri aderenti; Jokic in viola pallido porta al polso sinistro i suoi tredici anelli pure portafortuna. Abbastanza profetico che nel palleggio preliminare Schmiedlova non provi nemmeno i colpi al volo e non venga alla rete. Inizia il match con il pubblico schierato all’80% per la più graziosa e simpatica Jokic.
Le prime fasi chiariscono subito che Schmiedlova gioca rattrappita e titubante senza liberare il braccio, e che la sua velocità di palla è scaduta di 20/30 km sotto l’abituale. Bassissima la percentuale di prime, come per tutto l’incontro; i gratuiti raggiungeranno una cifra proibitiva a fine match. Dal canto suo Jokic dà prova di essere una giocatrice molto mobile e che non fa apparente fatica negli spostamenti con le sue lunghe leve; e spinta negli angoli rientra bene al centro rimandando lungo o alzando quando occorre. Una chiave della sconfitta della Schmiedlova sta qui: la slovacca non sa andare a prendersi il punto a rete direttamente con la volée dopo essersi aperta il campo, e nemmeno con lo schiaffo. E per la prima volta nel torneo fatica a tenere il proprio servizio, e Jokic si issa prima a 4/3 poi a 5/3. Fortunosamente la slovacca reagisce e impatta a 5/5 pari, ma grazie a una nuova serie di errori dell’avversaria la serba approda al set (7/5).
Il secondo dà vita a una vera e propria sagra dei gratuiti da parte di Schmiedlova: e Jokic ringrazia e si limita a rimettere palla in campo. Sul 4/0 Jokic, e Schmiedlova completamente fuori partita, il pubblico applaude per incoraggiare la slovacca e invoca qualche segno di cedimento dalla Jokic. Ma così non è e il set si chiude con un cappotto, senza che la Schmiedlova abbia tentato la minima reazione e soprattutto la minima variazione degli schemi di gioco. Non è stata purtroppo una finale all’altezza di altre viste in passato in questo torneo. Intervistata a fine gara la Schmiedlova ha detto di essere arrivata stanca a questa finale, ma a parte ieri i suoi match sono stati tutti agevoli. Jokic è del 1998 e può solo migliorare. Per ora come si è detto si muove bene, sbaglia poco, e si difende ancora meglio.
Anche Blasko è stato oggi un altro giocatore rispetto a quello visto ieri e nei giorni precedenti. Choinski lo ha ridimensionato o almeno quegli anticipi che su Biro ieri facevano punto erano inefficaci contro il tedesco; ma va anche detto che il servizio di Blasko – da cui dipende molto del suo gioco – non ha mai funzionato, che il rovescio è sembrato improvvisamente debole, e il diritto, tirato a svirgolata e perciò molto delicato e suscettibile, è stato assai falloso e spesso fuori misura. Senza colpo ferire Choinski ha incamerato il primo set a 6/1, e anche il secondo si avviava come un monologo del tedesco che saliva sino a 3/1. Qui l’unico sussulto dell’incontro, perché Blasko con la forza della disperazione, e grazie al primo calo di tensione del tedesco, pareggiava a 3 pari; se non che Choinski reagiva e saliva a 5/3 inducendo a pensare che il match fosse ormai finito. Ma con una nuova fiammata Blasko rientrava sul 6 pari, complici anche una chiamata dubbia con contestazione e un punto disturbato non concesso dal giudice di sedia e che facevano innervosire il tedesco beccato anche dal pubblico. Nel tiebreak Blasko riusciva a risalire sino a 6/4 ma qui Choinski chiudeva l’incontro e alzava le mani.
Anche questo match di finale maschile non è stato né spettacolare né particolarmente tecnico; molti, moltissimi i gratuiti, pochi i vincenti, e per il resto lunghi scambi da fondo un po’ noiosi. C’erano forse al torneo tre o quattro giocatori più brillanti che avrebbero meritato più di questi di vincere.