L’attesa è finita. Manca un solo giorno al ritorno in campo di Roger Federer al Roland Garros, programmato per domenica 26 maggio, day 1 del secondo Slam della stagione. Sarà Lorenzo Sonego l’avversario di primo turno dello svizzero, non proprio un esordio Slam abbordabile per il ragazzo torinese. Ma a proposito di esordi nei tornei Major, nel 2019 si celebra proprio a Parigi il ventennale del debutto di Federer nei tornei del Grande Slam. Grazie a una wild card ebbe l’occasione di sfidare Pat Rafter sul Suzanne Lenglen, il 25 maggio 1999. Perse l’incontro in quattro set, ma nessuno osò pensare che ne avrebbe vinti ben 342 nei successivi vent’anni.
Nella conferenza stampa della vigilia Roger si è soffermato sull’importanza di Parigi nella sua carriera: “Mi è sempre piaciuto venire qua a giocare. È lo Slam più vicino a casa mia, non è molto lontano da Basilea e posso prendere la macchina o il treno per arrivare qui. Ho giocato il torneo junior nel 1998, ho giocato contro Rafter nel 1999 e la mia mente ritorna al match tra Martina Hingis e Steffi Graff, alle vittorie di Jim Courier. Vincere il titolo è stato un sogno diventato realtà“.
Sono passati dieci anni dalla sua storica vittoria in finale su Soderling grazie alla quale completò il Career Grand Slam. Dopo aver tentato invano negli anni precedenti di battere Rafa Nadal, nel 2009 Roger ebbe la grande occasione di giocarsi una finale al Roland Garros senza lo spagnolo. Un giornalista ritorna su quei momenti e chiede se fu quello lo Slam in cui sentì la pressione più grande: “È possibile, è possibile…“, ha riposto Federer mentre sfogliava tra i suoi ricordi con lo sguardo basso. “Posso paragonarlo solo a Wimbledon 2007, Wimbledon 2009 o Wimbledon 2003. Dopo la sconfitta di Rafa l’attenzione fu tutta su di me, perché non potevo perdere quell’occasione. I successivi sette giorni durarono un’eternità, sapevo che avrei avuto uno dei percorsi più semplici per arrivare al titolo, Haas, Monfils, del Potro, Soderling, però quella pressione lo rese il più complicato”.
La domanda che il mondo del tennis si pone è: “Federer ha possibilità di ripetersi quest’anno?”. Lo svizzero non si è sbilanciato: “Non lo so. Il torneo è un punto interrogativo per me. Mi sento come all’Australian Open 2017, è un po’ un’incognita. Sento che sto giocando un buon tennis, ma è sufficiente per battere i migliori quando si arriva in fondo? Non sono sicuro che sia nelle mie corde qui. Ma spero soltanto di mettermi nella posizione di poter affrontare la sfida nella fase calda del torneo, poi si vedrà”.
Tanto dipenderà dalle condizioni fisiche di Federer, che ha abbandonato Roma in anticipo per presentarsi al meglio a Parigi, dove la lunghezza delle partite è un fattore determinante se lo si unisce alla superficie di gioco. Ma il venti volte campione Slam è pronto a raccogliere anche questa sfida: “Il mio corpo quest’anno ha detto sì alla terra ed è un lusso a questa età! (sorride, ndr). Credo di essermi allenato con la giusta intensità e ho affrontato anche dei match duri a Madrid e Roma, più di quanto avrei voluto, salvando match point e perdendo con match point a favore. Questo è l’importante per me. Sono totalmente pronto. Ovviamente se riesci ad evitare di giocare match match lunghi nei primi turni aumenti le possibilità di arrivare in fondo. Ora però mi concentro sul primo turno, non voglio guardare troppo in là“.