da Parigi, il nostro inviato
Cosa faresti se nascessi a Sokolov, nella Repubblica Ceca più vicina alla Germania rurale e post orientale che alla lucente Praga dei ponti e degli eroi? Cosa faresti se crescessi tra le miniere di carbone e poco più, circondata da 25.000 concittadini che della fine del comunismo non se ne sono ancora accorti? E se in tutto questo ameno contesto i tuoi genitori divorziassero e tu restassi sola con la mamma? Giocheresti a tennis, forse. Ottima scelta, condividiamo. Ma non è quella che fece da subito Marketa Vondrousova, la 19enne dal tennis sfolgorante e differente che è nei quarti di finale al Roland Garros.
Niente poster di Martina Navratilova da bambina, né di Hingis, altra ceca rimasta sola con mamma e andata a svernare altrove. Niente di tutto ciò. Meglio le scarpette coi tacchetti e giù nei campi da calcio delle scuole calcio di Sokolov, a sfidarsi con i ragazzi: poster in camera? Forse Pavel Nedved. Cominciò col calcio Marketa, nel ruolo di terzino sinistro.. Fino a una certa età si può fare. Poi agli altri si abbassa la voce, cresce la barba e il mister se vuole vincere la partita, li fa giocare titolari. Quando aveva 12 anni, poi, una pallonata in faccia dei suoi giovani virgulti compagni di squadra le ruppe il naso, e in quel momento decise che era arrivato il momento di cambiare aria. Meglio virare altrove per Vondrousova, anche perché pare che la ragazza dove ci fosse uno sport da praticare, eccellesse comunque.
A quel punto sarà stato necessario guardarsi intorno, un po’ oltre l’asfittico orizzonte Sokoloviano, circondato da monti neri e minatori che battagliano con la silicosi. C’era Praga, trecento chilometri ad est. Per lanciarsi verso occidente nel tennis che conta, Vondrousova dovette andare ancora più ad est, come un proiettile che voglia sfruttare la spinta elastica. Lì, a 12 anni, la talentuosa Marketa entrò a far parte del I. Czech Lawn Tennis Club ed a mettere in mostra una mano sinistra fuori dal comune.
È troppo presto, a 19 anni, capire se quella mano è più quella di Kvitova o quella di Martina Navratilova (o di Safarova commossa e ritiratasi in questo torneo). Non è troppo presto per dire che se sei mancina e sei nata in Repubblica Ceca, corri il rischio di essere fortunata.
Non abbiamo fatto a tempo a chiederlo a Sevastova, asfaltata 6-2, 6-0, ma a giudicare dal delicato uso del drop shot un primo indizio lo abbiamo. Lo chiederemo anche a Martic, sua avversaria oggi nei quarti. Quando la abbiamo chiesto a Marketa, ci ha detto poche cose, ma che il suo idolo è Roger Federer. Un altro indizio, e due indizi, così gravi, precisi e concordanti, fanno una prova.