E chi lo avrebbe mai detto? Sicuramente in pochi. A contendersi il titolo del torneo di singolare femminile del Roland Garros saranno l’australiana Ashleigh Barty, n.8 del ranking ATP e la 19enne ceca Marketa Vondrousova. Due debuttanti in una finale Slam. “È incredibile per entrambe”, ha affermato Barty. “È assurdo. Non me lo sarei mai immaginato”, le ha fatto eco Vondrousova.
Sono venute a capo di due semifinali caratterizzate da una leggera pioggia e dal nervosismo delle giocatrici in campo, outsider come loro in cerca dell’occasione della vita. “La posta in palio, le condizioni atmosferiche: è stato un match brutale”, ha detto la tennista aussie, vittoriosa in rimonta per 6-7 6-3 6-3 su un’altra giovanissima stella del circuito, la statunitense Amanda Anisimova. “Sono orgogliosa di come sono stata capace di lottare e trovare una maniera di superare quel primo set”. Vondrousova si è trovata sotto in entrambi i parziali contro la più esperta britannica Johanna Konta ma è riuscita a conquistarli, chiudendo con lo score di 7-5 7-6.
Semifinali avvolte anche dalle polemiche a causa della decisione degli organizzatori di programmarle sui campi periferici, riservando il centrale ai big three del tennis maschile. Barty non è sembrata particolarmente offesa da questo trattamento impari, mentre Vondrousova è stata più polemica. “È strano giocare la semifinale in quei campi. Non ci ho pensato ma è strato strano. Domani gioco la finale e sarà solo il mio primo match sul campo centrale”, ha dichiarato la ceca. “Ho chiamato la WTA e mi hanno detto che anche loro non sono felici di questa scelta”.
Superate queste discussioni, ora le attende la prima finale in un Major delle loro ancora giovani carriere. Perché se Vondrousova è poco più che una ragazzina, Barty in fondo ha appena compiuto 23 anni. Ma di esperienze, dentro e fuori dal campo, la talentuosa tennista di Ipswhich ne ha fatte più di quante la sua carta d’identità racconti. Giovane promessa di una nazione in cui il tennis è quasi una religione, gioca i primi tornei da professionista a 14 anni e a 16 è già nelle prime 200. Poi cominciano le difficoltà con le sconfitte si accumulano. Barty prima si rifugia nel doppio poi molla pure quello per diventare una giocatrice di cricket. Tre anni fa il ritorno, da n.623 del mondo. Due stagioni per tornare ai vertici, dove le compete visto il suo grande talento. Insomma ha fatta di strada la giocatrice di aussie verso questa prima finale in un Major. “È fantastico. Il mio percorso negli ultimi tre anni è stato incredibile. Così come nelle ultime due settimane”, ha raccontato in conferenza stampa. “Io e il mio team abbiamo lavorato molto duramente per essere in questa posizione. Ora che ci siamo sta tutto nel godersi il momento e divertirsi”.
Non ha avuto nemmeno il tempo per perdersi per strada invece Vondrousova. Lei tre anni fa giocava ancora il suo ultimo torneo Junior, uscendo di scena peraltro agli ottavi. Oggi è la prima teenager al Roland Garros dal 2007, anno in cui un’emergente Ana Ivanovic si issò fino all’ultimo atto del torneo, poi perso contro la grande Justine Henin. In caso di vittoria diventerebbe la più giovane tennista a vincere lo Slam parigino in 22 anni. Nel 1997, in una baby finale, la croata Iva Majoli si impose su Martina Hingis. Ma per Vondrousova il precedente storico più curioso risale al 1981, quando Hana Mandlikova conquistò il torneo, proprio a 19 anni. A tutt’oggi rimane l’unico successo di una tennista boema al Roland Garros.
In conferenza stampa, le è stato chiesto se conosca Mladinkova in persona e lei ha risposto negativamente. In compenso, nel 2015 era sugli spalti del Philippe Chatrier, campo appunto ancora per lei inesplorato dal punto di vista agonistico, per sostenere Lucie Safarova contro Serena Williams. E proprio Safarova ha disputato il suo ultimo match da professionista in questa edizione. Tutti cerchi che si chiudono per il tennis ceco. Quello dell’Australia al femminile con il Roland Garros è invece un conto aperto da 46 anni, con Margaret Court ultima regina aussie a Parigi. Ha provato a saldarlo Samantha Stosur nel 2010 ma contro la nostra Francesca Schiavone sappiamo tutti com’è andata a finire.
Sarà un match dall’esito imprevedibile. I favori del pronostico vanno a Barty. Per via del ranking innanzitutto. Ma anche delle due vittorie a zero nei precedenti, sempre in due set: sull’erba di Brimingham nel 2017 e sul cemento di Cincinnati nel 2018. “Non abbiamo mai giocato sulla terra. Sarà qualcosa di nuovo. Lei è una top 10 e sta giocando un tennis incredibile”, ha detto Vondrousova, come a ribadire di essere la sfavorita. Ma la ceca è in forma: nessuna ha vinto tante partite quante lei dopo gli Australian Open. In aggiunta, si trova a meraviglia sul mattone tritato, come dimostra la finale raggiunta quest’anno ad Istanbul. “Lei ha un record molto positivo quest’anno. Ha giocato in maniera molto solida da inizio stagione. La terra è probabilmente la superficie sulla quale si esprime al meglio”, ha sottolineato Barty.
Dovrebbe essere anche un match particolare per i canoni del tennis femminile moderno, con tanta varietà di gioco. Barty è dotata di un gran servizio e non disdegna le discese a rete. Vondrousova ha colpi pieni di effetti e non si tira mai indietro quando c’è da fare una palla corta. “Ha un gioco molto vario. Riesce a trovare bene tutti i punti del campo con i suoi colpi e si muove in maniera eccezionale” ha detto l’australiana. “Ci somigliamo e sarà un match interessante”, ha risposto la ceca. Lo verificheremo presto. Così come verificheremo anche se la tensione non giocherà un brutto scherzo a una delle due tenniste, o addirittura ad entrambe, facendo rimpiangere agli spettatori di non vedere la Serena o la Halep del caso in finale.