Coach WTA del 2018, Sascha Bajin sta per pubblicare il libro “Strengthen Your Mind: 50 Habits for Mental Change” in cui racconta delle sue esperienze con Naomi Osaka, Serena Williams, Vika Azarenka, Sloane Stephens e Caroline Wozniacki e dispensa cinquanta non sfumati consigli su come diventare “la miglior versione possibile di te stesso”. Del libro, che uscirà il prossimo 11 luglio in giapponese, il sito della WTA riporta alcuni stralci in esclusiva a cura di Mark Hodgkinson, colui che ha collaborato con Bajin alla stesura.
L’ex allenatore di Naomi si sofferma sulla collaborazione durata poco più di un anno con l’attuale regina del tennis mondiale. E lo fa solo con parole dolci, forse anche troppo. Con un non esaltante saldo di 12-7 per quanto riguarda vittorie e sconfitte dopo la separazione, Osaka è ora allenata da Jermaine Jenkins, mentre Sascha collabora con Kiki Mladenovic, proprio colei che ha sconfitto Naomi al rientro dopo Melbourne.
Nonostante i presenti impegni e pur amareggiato, il coach tedesco non parla da uomo ferito: “Adesso fa ancora male, ma di certo non serbo rancore verso Naomi per aver terminato la nostra relazione. Ero presente per aiutarla a realizzare i suoi sogni ed è sempre stata una sua decisione se continuare o meno a lavorare inseme”. E, ancora, scrive: “Potrei perfino vedermi lavorare di nuovo con Naomi se lei lo volesse. Mi piace pensare che non sia finita e che potremmo lavorare ancora insieme più avanti”.
Sembra un po’ l’amante lasciato malamente, il quale continua tuttavia a illudersi che alla fine lei ritorni da lui, tanto che giova ricordare che la relazione tra il giovane uomo e la giovane donna era strettamente professionale. “Nel tennis, ci sono stati casi in cui giocatore e coach si sono separati e poi sono tornati insieme” ci ricorda Sascha e non a torto, “quindi non sarebbe la prima volta; non sarebbe così insolito. Naomi ha intrapreso un percorso diverso per ora e lo stesso vale per me, ma chissà cosa accadrà in futuro”. L’importante è lasciare aperta la porta.
Nel suo libro, Bajin introduce così il fatidico episodio della rottura: “Ho messo tanto amore nell’aiutare Naomi, così come dedizione e lavoro duro, e sono orgoglioso di quanto ha ottenuto”. Forse mostrando scarsa immaginazione o poca conoscenza di altre realtà lavorative, aggiunge che “non riesco a pensare a un altro impiego che abbia così poca stabilità come quello dell’allenatore che lavora con un tennista di élite, dal momento che il giocatore può decidere improvvisamente di troncare la collaborazione in qualsiasi momento. Eppure, ciò non mi aveva preparato alla devastante chiamata dell’agente di Naomi per informarmi che lei intendeva porre termine alla nostra relazione”.
L’amica della tua ragazza ti telefona per dirti che è finita: un classico. Il ricordo continua: “Naomi e io ci eravamo incontrati quello stesso giorno insieme al resto del team, ma ancora credevo che avremmo potuto risolvere, che lei ancora mi volesse al suo fianco. Mi rattrista che sia finita proprio pochi giorni dopo che Naomi aveva vinto il suo secondo Slam”, quell’Australian Open che l’ha anche portata in vetta alla classifica. Bajin pensava di poter lavorare con lei per altri cinque anni per poi smettere di fare il coach giramondo perché, a quel punto, “avrei raggiunto tutto ciò che desideravo nello sport”. La dichiarazione di amore tennistico non accenna a placarsi: “Non c’è nulla che non avrei sacrificato per aiutare Naomi. Lei ne è pienamente consapevole. Dormo bene la notte perché non avrei potuto fare di più per lei”.
Come spesso accade, Bajin ha dovuto fare i conti con le ipotesi, anche le più fantasiose, che spuntavano sui social media, alcune delle quali lo divertivano mentre ad altre era stato tentato di rispondere, salvo poi evitare di farlo perché “avrebbe ingigantito la storia”. Come già aveva rimarcato Osaka, Sascha conferma nel suo libro che “non abbiamo mai litigato per i soldi”.
Lui stesso ammette che quella fine brusca e inaspettata – dopo che nel 2018 erano stati separati solo per 13 giorni – dà la sensazione di una rottura sentimentale. “È stato intenso. È normale che mi manchi lavorare con lei e averla intorno. Mi mancano il suo carattere tranquillo, il suo sorriso timido, il suo sarcasmo. Mi manca guidare dalla mia casa di Palm Beach Gardens all’Accademia di Chris Evert a Boca Raton dove ci allenavamo. Più di tutto, mi mancherà parlarle. Tengo davvero a Naomi e credo che lei sia una ragazza dolcissima”. Parole che scaldano il cuore. O che danno lavoro ai dentisti.