dal nostro inviato a Londra
Per come funziona il mondo di oggi, purtroppo, spesso ci si ricorda di più di un minuto da asino che di una intera giornata da leone. E così l’ennesima bravata di Nick Kyrgios, arrivata alla fine di un giovedì pienissimo ai Fever-Tree Championships, ha finito per mettere in ombra il risultato del suo avversario, Felix Auger-Aliassime, uscito dallo stesso identico impegno da meritato vincitore e – quel che più conta – da professionista di tennis.
Ai quarti di finale contro Stefanos Tsitsipas, scampato per un soffio alla sconfitta contro Jeremy Chardy, ci va il canadese classe 2000, vincitore dello scontro diretto grazie a un finale più che controverso. I video che hanno già fatto il giro del mondo via Twitter però non celebrano lui, bensì Kyrgios che prima decide di perdere l’incontro, regalando letteralmente gli ultimi punti di una partita tiratissima; poi litiga col pubblico; quindi lancia una racchetta oltre gli spalti sfiorando i volontari dell’Info Point; e per finire si presenta in conferenza stampa bevendo da una lattina soltanto per polemizzare coi giornalisti, senza guardarli in faccia e tentando persino di istigare uno di loro a mimare gesti osceni.
Il lungo confronto tra Auger-Aliassime e Kyrgios era però cominciato molte ore prima, a distanza, sui campi secondari del Queen’s Club: ultimi a scendere in campo per disputare un primo turno rinviato per due giorni a causa della pioggia, i due avevano superato in due set rispettivamente Grigor Dimitrov e Roberto Carballes Baena. Guardando dall’alto le loro vittorie quasi contemporanee, divise unicamente dal telone blu che separava i court 1 e 2 del circolo, e ancor prima le loro sessioni di allenamento, ciò che più risultava evidente era come il talento fosse stato distribuito in quantità simili nel braccio di entrambi, ma il contenuto delle teste fosse quanto più differente possibile.
La preparazione mattutina di Kyrgios era consistita in un blando esercizio alla battuta, seguito da una ventina di minuti di relax sulla panchina mentre i due suoi accompagnatori palleggiavano tra di loro; Auger-Aliassime si era invece dedicato a un riscaldamento più ortodosso, fatto di stretching e serie di colpi. Atteggiamenti puntualmente tradotti in campo, con l’australiano che contro un lucky loser alternava un colpo da YouTube a una polemica con l’arbitro, e poi un altro a una lamentela con se stesso per aver “giocato a FIFA fino alle tre di mattina”, mentre il canadese batteva con un doppio 6-4 senza sbavature un ex top 10 e campione del torneo nel 2014. Nessuno dei due cedeva mai il servizio.
Richiamati a giocare qualche ora dopo per il secondo impegno della giornata, stavolta l’uno contro l’altro, Felix e Nick hanno mostrato il contrasto in maniera ancor più evidente. Un equilibrio paradossale è durato 37 game e mezzo, con il primo set vinto al tie-break da Kyrgios e il secondo pareggiato nello stesso modo da Auger-Aliassime, e poi a un passo da un terzo 7-6 è deflagrato nella ormai consueta maniera del ragazzo di Canberra di sbarazzarsi dei tornei che non ha più voglia di proseguire. L’attenuante della giovane età stavolta regge meno di qualunque altra: Felix ha addirittura cinque anni in meno di Nick, almeno sulla carta d’identità.
Per quanto possano divertire tweener frontali, colpi di volo no-look e dritti fulminanti di solo braccio, è difficile trovare un senso a tutto questo se ogni torneo finisce in anticipo, con un lancio di oggetti, i fischi dei presenti, una multa, una polemica, una fuga (e dalla prossima magari anche una denuncia, di quelle della vita vera, fuori dall’eterno perdono del tennis.) Forse un Kyrgios bene intenzionato avrebbe vinto, magari anche in due set. Però nelle stesse identiche condizioni lo ha fatto Auger-Aliassime in tre e venerdì giocherà lui, che non ha ancora perso il servizio. La sua conferenza però non c’è stata; a quella dello sconfitto invece non c’era una sedia libera.
Ad aver innervosito Kyrgios, si scopre, sono state soprattutto delle chiamate arbitrali errate. Lui si fa vanto di aver rimediato concedendo all’avversario un punto, e ricorda come l’avversario abbia fatto lo stesso. Quel che dimentica è la reazione esemplare di quest’ultimo allo stesso identico problema. Poi si è lamentato del fatto che lui deve rispondere delle sue azioni, mentre i giudici di linea che sbagliano non vengono multati. Ma quel che dimentica è nessuno lo multa se sbaglia un dritto o se commette un doppio fallo, cioè gli sbagli che fanno parte del suo mestiere. E magari non sa che anche i giudici hanno una sorta di ranking, che migliora o peggiora in base alla qualità del loro operato.
“Se volesse potrebbe batterli tutti ogni giorno, è solo che non gli va“ si è sentito anche oggi tra gli spalti. Magari è vero, ma nel lungo periodo il tennis si ricorda soltanto di quelli a cui “gli va” tutti i giorni. Perché sono quelli che diventano campioni per davvero. Andando avanti così Felix Auger-Aliassime sarà uno di loro. Nick Kyrgios no, ma prima o poi potrebbe essere l’unico a pentirsene davvero.
Risultati:
Secondo turno
[1] S. Tsitsipas b. J. Chardy 4-6 7-6(0) 7-6(4)
[8] F. Auger-Aliassime b. N. Kyrgios 6-7(4) 7-6(3) 7-5
[WC] F. Lopez b. [3] J. M del Potro W/O
[6] M. Raonic b. [Q] A. Bedene 6-3 7-6(3)
D. Schwartzman b. [5] M. Cilic 6-4 6-4
[4] D. Medvedev b. L. Pouille 7-6(9) 6-7(5) 6-4
[Q] N. Mahut b. [7] S. Wawrinka 3-6 7-5 7-6(2)
G. Simon b. [2] K. Anderson 6-1 4-6 6-4
Primo turno
[1] S. Tsitsipas b. K. Edmund 6-3 7-5
N. Kyrgios b. [LL] R. Carballes Baena 7-6(4) 6-3
[8] F. Auger-Aliassime b. G. Dimitrov 6-4 6-4