dal nostro inviato a Londra
La rivalità del futuro è destinata a essere a senso unico? Troppo, troppo presto per dirlo, ma tra Stefanos Tsitsipas e Felix Auger-Aliassime la vittoria è andata di nuovo al diciottenne canadese. Nel primo pomeriggio del venerdì si è preso anche il quarto di finale ai Fever-Tree Championships, soffrendo all’inizio e poi prendendo via via sempre più in mano l’incontro fino al 7-5 6-2 conclusivo.
C’è mancato poco che la sfida neppure ci fosse: meno di ventiquattro ore prima Tsitsipas era sopravvissuto a un grande spavento contro Jeremy Chardy, battendolo in rimonta 4-6 7-6 7-6 dopo essere stato a tre punti dalla sconfitta in entrambi gli ultimi set. Nel parziale di apertura di oggi invece è stato lui a spingere per dieci game, per poi venire beffato proprio nei punti finali: Auger-Aliassime gli ha prima annullato due opportunità di break servendo alla perfezione (non ha ancora perso la battuta nel torneo) e poi ha approfittato di un game di servizio disattento del greco per risparmiarsi il tie-break. Appena pochi minuti più tardi, all’inizio del secondo set, Felix ha aumentato il vantaggio breakkando di nuovo e la partita per lui si è messa in discesa.
Se nel doppio sforzo di ieri la testa di Auger-Aliassime aveva retto molto meglio di quella di Nick Kyrgios, poi multato dalla ATP per la cifra di 17.500 dollari complessivi per la serie di bravate commesse in campo e fuori, lo stesso ha fatto il suo corpo oggi: il peso dei match giocati si è visto su Tsitsipas, costretto a chiedere un medical time out per un dolore alla spalla destra, mentre Felix è sembrato fresco come una rosa per l’intero incontro, concluso con un fantastico passante di rovescio lungolinea e una risposta resa vincente da un inciampo dell’avversario.
A tratti un po’ narciso nel gioco a rete, forse vittima del fascino di quell’erba da lui sognata fin da bambino, Tsitsipas ha sbattuto contro un muro anche quando è stato costretto a giocare da fondo campo. Ormai ha sfidato alla pari quasi tutti i più grandi, eppure ritiene Auger-Aliassime “l’avversario più difficile che abbia mai affrontato”. Come detto, nonostante un gap di età di due anni che dovrebbe svantaggiarlo, è Felix ad aver dominato gli scontri diretti, con tre vittorie da junior e due nel circuito maggiore (la precedente a Indian Wells lo scorso marzo, anche lì annullando sette palle break su sette).
Tsitsipas ne traccia un profilo lusinghiero ma realistico: “Felix ha una delle risposte migliori del circuito, ha un servizio molto forte e preciso che è difficile da leggere, è veloce, ha un gran dritto e un gran rovescio e può crearsi opportunità con entrambi. È raro trovare tutte queste caratteristiche combinate insieme in un solo giocatore. Sono sicuro che quando avrà l’opportunità di giocare contro Nadal, Djokovic e Federer, li batterà”.
Quando il numero sei del mondo spende parole del genere, vuol dire che ci si trova davanti a una eccezione. Anche nel carattere, vista la serenità con cui Auger-Aliassime, diciotto anni sta gestendo una tale accelerazione della propria carriera. Questa settimana è numero 21 ATP, suo best ranking, e se dovesse raggiungere la finale al Queen’s Club entrerebbe per la prima volta tra i primi venti del mondo. Eppure approccia risultati sorprendenti – specialmente in un’epoca tennistica in cui insieme all’età del pensionamento è aumentata anche quella della maturità – quasi come se li aspettasse. “È ciò per cui lavoro” spiega lui. “Quando mi alleno, o lavoro in palestra, cerco di visualizzarmi mentre gioco e vinco questo tipo di partite. Così, quando arrivano, sono pronto”.
“L’esperienza che ho guadagnato negli ultimi due anni mi aiuta a gestire meglio le situazioni” ha proseguito Auger-Aliassime, “è stata cruciale per me dal punto di vista mentale negli ultimi tempi”. Si è trattato di un lavoro di gruppo, e il canadese ci tiene a ringraziare tutti coloro che gli sono attorno. Incluso Milos Raonic, andato a una manciata di punti dall’affrontarlo in semifinale (ha perso al tie-break decisivo contro Feliciano Lopez, che sarà suo avversario sabato). “Magari in campo non si nota ma è una persona molto tranquilla e intelligente, ogni volta che ho avuto dubbi su cosa fare, a livello medico o di programmazione, sono andato a chiedergli consiglio”.
Davvero un ragazzo coi piedi per terra. O sull’erba, dove aveva giocato mezza dozzina di volte da junior e ora sta facendo faville: la scorsa settimana ha raggiunto la finale a Stoccarda, perdendo da Matteo Berrettini, e adesso è il più giovane semifinalista al Queen’s Club dai tempi di Lleyton Hewitt nel 1999, quando lui ancora neppure era nato. In un tabellone davvero aperto – l’altra semifinale sarà tra Daniil Medvedev e un Gilles Simon rimasto in campo per quasi tre ore e mezza – Felix è a soli due incontri dal provare a seguire il campione australiano anche sull’albo d’oro. Ma soprattutto ha già iniziato a precedere tanti altri.
Risultati:
[4] D. Medvedev b. D. Schwartzman 6-2 6-2
[8] F. Auger-Aliassime b. [1] S. Tsitsipas 7-5 6-2
G. Simon b. [Q] N. Mahut 7-6(5) 5-7 7-6(3)
[WC] F. Lopez b. [6] M. Raonic 4-6 6-4 7-6(5)