TENNIS FOCUS- Tignor e Pagliaro, columnists per Tennis.com, s’interrogano sull’eventuale fusione di ATP/WTA, ITF e Slam sotto l’egida di un commissario credibile e autoritario. Molti i problemi da risolvere, poche le speranze di farcela nel breve periodo. L’occasione per lo spunto viene dal basket.
Negli ultimi giorni si è molto discusso della decisione del “commisioner” della NBA, Adam Silver, di sospendere a vita il proprietario dei Los Angeles Clippers, Donald Sterling per le sue frasi razziste.
La Nbc ha anticipato che Sterling non potrà mai più assistere a partite di campionato e dovrà anche corrispondere 2,5 milioni di dollari per le frasi razziste pronunciate; la multa è stata doverosa perchè le frasi “sono profondamente offensive e dannose, nonchè contrarie al principio di inclusione e allo spirito multiculturale della lega”.
Queste sanzioni rischiano anche di non essere le uniche a carico dell’ottantenne miliardario, che ovviamente ha già intentato una causa, ma la sensazione è che la punizione esemplare rischi di diventare una bomba ad orologeria, capace di scardinare ataviche convinzioni in ogni altro sport del pianeta.
La probabile reazione a catena non ha lasciato impassibili Steve Tignor, columnist per Tennis. com, e il collega Richard Pagliaro, che hanno provato ad analizzare le ripercussioni improbabili e l’eredità inevitabile che questa decisione recherà, almeno, nel mondo del tennis.
” E’ una scelta spartiacque, è una decisione drastica. Silver ha scritto una lettera ai tifosi NBA dove ha spiegato di aver voluto preservare certi valori morali e sportivi, ha cercato di spostare l’attenzione sugli emozionanti playoffs e infine ha espressamente avvisato che la somma incassata a causa della multa, sarà devoluta interamente alle associazioni che si occupano della lotta alla discriminazione razziale. E’ un grande cambiamento rispetto a quello che possiamo vedere ogni giorno nelle leghe sportive e mi chiedo anche cosa potrebbe accadere nel tennis con una simile figura così autoritaria“– inizia così Tignor.
Occorre ricordare che l’idea di creare la figura di un commissario nel tennis, è stata periodicamente riproposta negli anni, ma non ha mai ottenuto la considerazione che meritava. Questo soprattutto perchè il circuito è diviso tra ATP, WTA, ITF e GRAND SLAM ed è decisamente difficile immaginare “una sola persona che possa colmare tali scismi, guadagnando la fiducia di tutti i gruppi di interesse di questo sport”.
La forte leadership di Silver è però un prezioso spunto per parlarne e Pagliaro replica così: “La risolutezza e la tempestività di Silver sono stati impressionanti. Ha però parlato di una “famiglia NBA” che va preservata. Quale potrebbe essere una “famiglia ATP” nel mondo del tennis? ATP e WTA più che altro mi sembrano già dei divorziati e i problemi (come anche Djokovic dichiarava a suo tempo) sono significativi e diversificati”.
La figura di un commissario aiuterebbe, questo è certo, ma dipenderebbe molto dal grado di autorità e dalla consistenza e credibilità dell’ investitura . Per Pagliaro la fusione ATP-WTA ” potrebbe essere indispensabile per dare credibilità e potere alla figura del commissario” e già Larry Scott, CEO WTA, ha in passato sostenuto una simile tesi.
Pagliaro prosegue. “La fusione aumenterebbe l’attrazione per gli inserzionisti ma l’ATP non ha mai pensato ad una simile utilità. Su queste basi non credo sia realisticamente possibile che possa sorgere una simile figura, ma ragioniamo per assurdo e vediamo le 3 aree che potrebbero interessare la competenza del commissario nel tennis. In primis la pianificazione: mi riferisco all’organizzazione dei calendari, così da venire incontro alle esigenze dei tennisti in prossimità dei tornei principali. Gli Slam, la Davis e la Fed Cup su tutti, cercando poi di creare mini stagioni più uniformi per ogni superficie.
In secondo luogo le attrezzature e le regole: quindi tutto ciò che riguarda i materiali utilizzati e l’uniformità in materia arbitrale. E infine una certa interattività tra i professionisti e i giovani amatori che possa aiutare la crescita dei futuri campioni”.
Da qui in avanti la discussione entra nel vivo e si prende in considerazione ogni ambito legato al tennis, dal coaching, al cerimoniale d’apertura, alla proclamazione dei vincitori.
Steve Tignor ne ha parlato, chiamando in causa Larry Scott, già fautore di alcune considerazioni di non poco conto a riguardo: “Tutte queste dinamiche sono state ben analizzate da Larry Scott che ha vanamente tentato di portare sotto uno stesso tetto ATP e WTA”.
Più arcano e complesso il divario che si è invece creato negli anni tra Tour, Slam e ITF ( che si occupa di Davis e Fed Cup). Per decenni l’ITF ha regolato la versione amatoriale di questo sport in maniera dittatoriale, prima dell’avvento dei tour pro agli inizi degli anni ’70; in seguito il disagio della coesistenza ha diversificato e incrementato i problemi.
“La pianificazione è il problema principale insieme a quello che riguarda il sistema sanzionatorio, che certamente recherebbe diverse problematiche ai personaggi cosiddetti “più sopra le righe” del nostro sport”– incalza Tignor, che prosegue-“La pianificazione degli eventi mi sta però più a cuore e un commissario potrebbe stilare un calendario più logico che ad esempio, potrebbe dare più spazio alla stagione sull’erba e potrebbe anche ottimizzare al meglio la Davis e la Fed Cup”.
Per fare ciò, sarebbe opportuno, che il nuovo commissario abbia la dovuta esperienza e chi meglio di un ex-tennista?
In passato John McEnroe ha avanzato la sua candidatura, senza però avere adeguata pazienza e competenza politica necessaria. Billie Jean King potrebbe essere una scelta di alto profilo, ma sarebbe una scelta di parte, avendo lei trascorso molto tempo della sua carriera in guerra con l’ITF e gli Slam. Occorrerebbe dunque ” una persona imparziale, promotrice dello sport, umana ma allo stesso tempo carismatica e leggendaria”. Forse Roger Federer, quando si ritirerà, potrebbe essere il nome giusto ma “avrebbe davvero tutte le competenze necessarie e la voglia di farsi venire il mal di testa, per cercare soluzioni giornaliere?”.
Seguendo il pensiero di Pagliaro, il disagio nella coesistenza è metaforicamente simile “ad una nave da crociera guidata in direzioni sempre diverse e da differenti capitani”; dovrebbero dunque essere chiari i prerequisiti salvifici per una complicatissima leadership.
Scott è stato un ex giocatore ATP, Villiers (che è un altro nome caldeggiato da Tignor) ha avuto buone intuizioni ma si è reso protagonista di uno dei peggiori esperimenti nella storia del tennis con la debacle del round-robin nel torneo di Las Vegas. Altri nomi per ora non se ne fanno, ma la certezza è che nessuno sarebbe capace di mettere in pratica un simile compito, tenendo conto che ad oggi sono già tanti i problemi attuali irrisolti.
“Non c’è la dovuta credibilità e lentamente stanno cercando di annientare il doppio nel mondo del tennis”. Così Mark Knowles, quando di recente fu intervistato per discutere dell’organizzazione dell’ATP.
Pagliaro ha ascoltato quelle parole in televisione.”Non è stato bello sentirgli dire certe parole, ma ho subito pensato: dove sono i leader ATP? Federer è uno dei pochi che ha il dovuto rispetto ma la maggior parte dei tennisti si sente schiacciata dai cavilli burocratici e dalle lacune preesistenti. Anche Nadal ha avuto i suoi problemi e invece vorrei tanto poter vedere giocatori e direttori dei tornei che parlano per migliorare, in una clima di serenità, sotto l’egida di un commissario”.
Non bisogna fare però di tutta l’erba un fascio. Dopo che Scott ha lasciato i vertici dell’ ATP, il tennis ha fatto progressi ed anche se le sue proposte di fusione con relativa creazione del commissario, non si sono verificate, va detto che i migliori giocatori sono stati più volte coinvolti nella leadership; inoltre gli orari non sono più folli come una volta e i tornei sono migliorati esponenzialmente.
I problemi principali li individua Tignor: “ La Davis non ha più l’importanza di una volta; poi sarebbe il caso di sdoganare tornei a squadre per vedere maggiormente coinvolti i migliori tennisti; il doppio dovrebbe riacquistare visibilità; l’erba, che è la superficie più accattivante del circuito, dovrebbe riprendersi lo spazio che merita; occorrerebbe migliorare il drug testing e a riguardo sarei stato curioso di vedere il commissario all’opera nella vicenda Troicki; infine, ma non per ultimi, un’attenta pianificazione del calendario e un sistema sanzionatorio rigoroso per le frasi irriguardose pronunciate dai tennisti e da chi gravita attorno a loro”.
Il corollario finale è invece tutto di Pagliaro, che fornisce una delucidazione dallo stampo imprenditoriale: “Credo che i problemi principali siano questi ma ritengo che si potrebbe anche fare di più. La visibilità delle partite è molto importante: ogni torneo di singolo, doppio e misto dovrebbe essere reso disponibile per la TV o su internet e TennisTv.com fortunatamente offre una buona copertura ma non basta. Capisco che c’è un prezzo per ogni singolo evento, ma si dovrebbe sempre cercare la soluzione per fare vedere le partite a fette sempre più ampie di telespettatori.
Se poi la figura del commissario è un’eventualità remota, sulle basi di quanto esposto, non lo sarebbe una commissione composta da ex professionisti, direttori dei tornei e dirigenti attuali così da far fronte ad ogni esigenza di gioco. Credo che ci siano persone di grande esperienza nel circuito e la loro competenza andrebbe sfruttata meglio. Mi riferisco a Brad Drewett (CEO ATP), Todd Martin (della Hall of Fame) e Billie Jean.
Resto infine convinto che bisognerebbe intervenire sui casi di silent ban per sradicare ogni mela marcia, dobbiamo promuovere il nostro sport nelle migliori condizioni possibili e vorrei si potessero creare anche feste per i bambini e giornate di divertimento per accrescere il divertimento e il rispetto delle regole”.
Insomma come diceva Agassi: ” Non ci vuole un genio per segnalare i problemi, ma risolverli è un’altra storia”.
Un’altra storia, quella del commissario forse.
Molti lo aspettano, altri lo temono, nessuno però ha voglia di cambiare le cose. Silver ha dato una sferzata nel mondo del basket e ha portato la rottura in un mondo dove tutti seguivano le regole non scritte del lasciar correre. Nel tennis il cambiamento è in ogni caso un dato di fatto, è in itinere e travalica le persone, quindi è lecito attendersi novità nel prossimo e imprecisato futuro.
Che il seme della discordia piantato da Silver possa diventare quello della concordia, almeno nel tennis ?