da Umago, il nostro inviato
Innegabile, un po’ di delusione si percepisce nell’aria. L’organizzazione del torneo di Umago aveva puntato molto sulla presenza in tabellone di Fabio Fognini. Un numero nove del mondo in un ATP 250 rappresentava un patrimonio da valorizzare al massimo, approfittando di una classifica piacevolmente inaspettata per la prima testa di serie. I piani però sono saltati: Fognini a casa già al mercoledì, con il pubblico dello Stella Maris che ha potuto ammirarlo in modo compiuto soltanto martedì sera nel derby di doppio azzurro (con Bolelli ha battuto al super tie Fabbiano e Lorenzi). Il secondo turno di singolare contro Travaglia si è rivelato invece poco più che una comparsata di un set e qualche game.
Davanti a un infortunio, poco da dire. Papà Fulvio su Twitter ha sentenziato a caldo: “Quando non stai bene, non devi nemmeno entrare in campo“. In realtà Fognini – stando anche a quanto raccontato nel media day a lui dedicato, a inizio settimana – era partito con le migliori intenzioni: quelle di giocare il più alto numero di partite, per rimanere sul pezzo in vista della trasferta americana. A Umago l’hanno seguito anche la moglie Flavia Pennetta (particolarmente solare e disponibile per selfie e autografi) e il piccolo Federico. Con la sempre gradita compagnia della famiglia – che non lo seguirà oltreoceano – questo non sembrava assolutamente un posto da cui scappare. Se non per cause di forza maggiore.
Per il clan Fognini non sono stati giorni fortunati, visto che nel viaggio di ritorno verso l’Italia – informa sempre il buon Fufo via social – sono arrivati anche 165 euro di multa attraversando la Slovenia. Fabio è andato via e ripartirà da Amburgo (si spera, a questo punto), per poi decollare direzione Los Cabos dove difende il titolo di un anno fa. Il problema, in qualche modo, è di chi è rimasto. Perché in questa incantevole cittadina tutto parla di Fognini e Coric, le due stelle fortemente volute per dar lustro al trentennale del torneo. Nelle rotonde, ai lati delle strade più trafficate, negli angoli maggiormente caratteristici del centro storico, è un susseguirsi di pannelli e gigantografie dei due tennisti che avrebbero dovuto dar vita (nelle migliori previsioni) alla finale più prestigiosa. Numero nove contro numero 14, mica male. Non succederà. Il croato ha resistito appena un giorno di più di Fognini, ma solo perché gli è toccato l’esordio al giovedì: il sorprendente Caruso l’ha eliminato in tre set, privando il torneo anche del secondo favorito.
Dicevamo, c’è un filo di delusione nell’aria. Anche perché – e sono parole proprio di Fabio – questo torneo è italiano almeno per metà (non solo per il recente albo d’oro). E sono molti quelli che hanno pensato di affrontare qualche ora di macchina dal nostro Paese per smaltire la sbornia di Wimbledon, godendosi dal vivo gli ultimi fuochi della stagione europea su terra. Avviandoci verso le giornate decisive, le presenze italiane da queste parti sono destinate anche ad aumentare. Lo si coglie girando di mattina nelle vie intorno al porto e nei ristoranti (quelli sulla costa sono tendenzialmente i più turistici). La missione Umago risulta particolarmente allettante per chi vuole conciliare del buon tennis con le vacanze. Ci si arriva in poco più di cinque ore sia da Milano sia da Firenze (e la macchina è particolarmente consigliata per ogni spostamento).
La cittadina dista appena una quarantina di chilometri da Trieste. E per raggiungerla va necessariamente attraversato un breve tratto autostradale sloveno, al costo di 15 euro. Il bollino (valido come pedaggio) resta valido per una settimana, ma i pendolari più esperti sapranno suggerirvi una strada alternativa da imboccare non appena superata la frontiera. Un minimo sindacale di code si incontra invece al confine tra Slovenia e Croazia, dove l’orario di transito fa tutta la differenza. Per la quotidianità è consigliabile trasformare i vostri Euro in Kune in uno dei tanti chioschi disponibili (cambio attuale 7,30).
Il torneo si svolge nel parco dello Stella Maris Resort, complesso turistico affacciato sulla laguna. Incontrare Goran Ivanisevic è all’ordine del giorno e – a due passi dal campo centrale a lui dedicato – si può prendere tranquillamente il sole noleggiando un lettino sulla laguna a prezzi assolutamente modici (tra le 15 e le 20 Kune) o approfittando delle numerose spiagge libere circostanti. La costa nei dintorni dello Stella Maris è sabbiosa, ma basta spostarsi di pochi chilometri per raggiungere San Lorenzo o Zambatija dove il fondale roccioso valorizza la limpidezza dell’acqua.
L’utilità della macchina, come accennato, è assoluta. Non ci è sembrato di cogliere particolari collegamenti con i mezzi pubblici tra il centro della cittadina e la zona degli impianti sportivi. Il parcheggio è comodo e abbastanza ampio, ma si paga: l’equivalente di circa sei euro per l’intera giornata.
L’atmosfera tende al relax, complici anche le scelte musicali per il sottofondo al tramonto: a tratti sembra di trovarsi in un villaggio vacanze. Il caldo non si sta rivelando estremo in questa edizione 2019, che gode in serata di un piacevole calo delle temperature. Il torneo – e gli facciamo un complimento – è più che mai balneare. Si inizia a giocare dopo le 16 nei primi giorni, addirittura dalle 17 in poi a partire dal mercoledì. Dando così il tempo di rientrare, con comodo, dal bagno pomeridiano. La controindicazione è la fine delle ostilità a tarda ora, quando non è semplicissimo trovare dove andare a cena ma l’approdo naturale diventa l’arena che si trasforma in discoteca. Attirando anche frequentatori di una movida che con il tennis ha poco a che vedere.
I dati forniti dall’ufficio turistico dicono che nell’anno solare la sola Umago, con i suoi 14mila abitanti (il comprensorio è più ampio, un salto a Novigrad è consigliato) ospita 490mila turisti, per oltre due milioni e mezzo di pernottamenti. I posti letto sono complessivamente circa 27mila, tra hotel, campeggi, bed & breakfast e appartamenti. Gli italiani si piazzano in teoria solo al quarto posto (56000 arrivi con circa 223000 pernottamenti nel 2018) nella classifica dei turisti presenti nelle strutture ricettive, dietro tedeschi, sloveni e austriaci. Ma siamo specialisti del pendolarismo – assicurano i gentilissimi addetti ai lavori locali -, considerando gli appena 40 minuti di distanza da Trieste. Il torneo, con relativa (massiccia) presenza italiana, nel suo piccolo ha saputo costituire un’attrattiva per gli appassionati del nostro Paese: lo sussurrano gli organizzatori, ipotizzando un ‘effetto Fognini’, lo confermano i circa 2000 arrivi italiani da quando il Croatia Open è cominciato.
La sport da queste parti è uno stile di vita: la bicicletta è utilizzata ovunque (tra Slovenia e Croazia si può passare persino la frontiera pedalando) e i campi da tennis sono circa un centinaio nel solo territorio comunale di Umago. L’investitura a Capitale europea dello sport per il 2018 non è arrivata per caso. Ed ecco perché, se parliamo di un paradiso di tennis e mare, non temiamo smentita.