I DOLORI DEL GIOVANE SASCHA – La stagione 2019 di Alexander Zverev condensata in 3h08 incomprensibili. Si potrebbe riassumere così la prima semifinale dello European Open di Amburgo in cui il campione in carica Nikoloz Basilashvili l’ha spuntata al tie-break del terzo set. Un match tecnicamente molto valido senza dubbio ma che ha vissuto così tanti capovolgimenti da risultare quasi schizofrenico. Come era accaduto nel quarto di finale contro Krajinovic all’idolo di casa stava per riuscire un’altra clamorosa rimonta: si è trovato di nuovo sotto di un set e un break 6-4 3-1 quando con grande carattere ha rimesso in piedi il parziale e poi dal 4 pari ha messo insieme un parziale di 12 punti a 4 che ha fatto esplodere il Centrale di Amburgo e rimesso in equilibrio il match.
UN SET, UN ROMANZO – Ma la cronaca di questa partita si può semplicemente ridurre all’Odissea chiamata terzo set, durato 1h25. Un set tra i più folli che si siano visti negli ultimi anni. Basilashili si è portato avanti 3-0 lasciando presagire una rapida conclusione dell’incontro e invece niente. Zverev resiste da fondo campo all’anticipo estremo del georgiano e risponde con un controparziale clamoroso di 5 giochi consecutivi. Basilashvili si ritrova a servire per restare nel match ed è costretto ad annullare 2 match point. Alla fine tiene laboriosamente la battuta. Tocca a Zverev dunque andare a chiudere con il servizio ma niente da fare: cede il servizio a 30 e si riparte da capo sul 5 pari con un game fiume da 14 punti che Basilashvili porta a casa per completare la rimonta e il sorpasso. Si arriva come è giusto che fosse a un decisivo tie-break per porre fine alla giostra delle emozioni. E ovviamente anche il tie-break non può che seguire un andamento senza logica: Basilashvili si porta avanti un mini-break sul 2-1, poi Zverev sembra aver in mano il match dopo aver vinto 4 punti consecutivi e invece indovinate un po’… Basilashvili infila a sua volta 5 punti di fila per raggiungere la seconda rocambolesca finale consecutiva ad Amburgo.
ALTRA BATOSTA – Per Zverev l’ennesimo colpo duro al morale al termine della settimana che l’ha visto perdere Ivan Lendl nel ruolo di coach. Una settimana in cui ci ha messo tutto il carattere e la volontà di non deludere il suo pubblico, ma senza la mente sgombra è impossibile pensare di poter giocare un tennis di alto livello con continuità. Tutte le sue qualità sono sepolte sotto un mare di pensieri negativi e incertezze che aumentano con il passare delle settimane. Serve pazienza e coraggio ma la chiave per risalire potrebbe anche essere dentro di lui.
LA RINASCITA DI ANDREY – A oltre un anno e mezzo da Doha 2018, Andrey Rublev tornerà a disputare una finale del circuito maggiore. Il russo fa e disfa, attaccando di continuo Carreno-Busta – che si preoccupa più che altro di rimandare tutto di là, rimanendo sempre lucido nelle scelte – e riuscendo alla fine a vincere il terzo confronto diretto. Questa vittoria vale però 300 punti e un bel salto in classifica, con il ritorno in top 50.
Pronti, via e Rublev regala il break con tre errori pesanti di dritto, che per ora appare fuori fase. Allo spagnolo basta mantenere la costanza al servizio, poiché Rublev spinge a tutta in risposta – perfetto simbolo del suo tennis così risk-prone – ma splendidi siluri vincenti si alternano a errori non forzati. Quando Carreno Busta deve servire per il set, il tennis di Rublev sembra improvvisamente ricomporre il quadro che ci aveva spinto a considerarlo così promettente. Le tre palle break guadagnate (le prime due con altrettante esecuzioni brillanti di dritto), però, vengono cancellate da un Carreno Busta glaciale che dopo quattro parità riesce a chiudere il set per 6-4, con il provvidenziale ausilio della prima di servizio.
Il secondo set per Rublev inizia sulla falsariga del finale del primo. Tiene agevolmente la battuta, ma questa volta brekka Carreno alla prima occasione, sfruttando un nastro benevolo che sputa via la palla corta dello spagnolo. L’ex numero 10 del mondo non fa una piega e alza il livello negli scambi, si procura due palle del pareggio e ottiene il contro-break alla prima grazie a un doppio fallo del russo, che sfoga la rabbia sulla racchetta. Il break subito sembra aver inceppato di nuovo Rublev, che deve fronteggiare altre due palle break, che annulla con un bel dritto e un servizio vincente. Una stecca vale la terza palla break che lo spagnolo converte grazie all’ennesimo non forzato del russo. Carreno-Busta continua a macinare e ha l’occasione di portarsi sul 5-2, ma spalle al muro Rublev gioca a tutto braccio e si salva con due rovesci impressionanti. Come prima, il russo si riaccende e si porta di pura potenza a palla break, che converte. Rublev ormai è in trance, sul 6-5 arriva a due set point consecutivi ma gli basta il primo. 7-5 per Rublev, al termine di un set sulle montagne russe… vinto dal russo.
Il terzo set è un dominio di Rublev che continua ad essere straripante con tutti i colpi e breakka a zero nel secondo gioco. Il muro di Carreno ormai è crollato sotto i bombardamenti continui di un Rublev on fire e si procura altre tre palle break sul 3-0, sbaglia la prima e converte la seconda, 4-0. Ormai è notte fonda per lo spagnolo, vicino a vincere in due set e ora addirittura costretto a lottare per evitare un clamoroso bagel. Messo a segno il game della bandiera, non può però salvarsi dalla sconfitta: Rublev disputerà quindi la terza finale della sua carriera per vincere il suo secondo titolo.
Ha collaborato Giorgio Di Maio
Risultati:
A. Rublev b. P. Carreno Busta 4-6 7-5 6-1
[4] N. Basilashvili b. [2/WC] A. Zverev 6-4 4-6 7-6(5)