[PR] R. Gasquet b. [WC] A. Murray 6-4 6-4
Andy Murray e Richard Gasquet si erano affrontati 11 volte prima di oggi, ma nell’incontro odierno non sono più gli stessi giocatori. Lo scozzese rientra in singolare dopo l’operazione all’anca, quando la carriera sembrava ormai al capolinea, il francese dopo mille problemi fisici sta giocando con il ranking protetto che gli consente così di entrare in tabellone nei Masters 1000.
Alla fine il risultato è stato un match, come prevedibile, da “vecchie glorie” per due giocatori che, seppur con risultati molto diversi, sono stati indubbi protagonisti dell’ultimo decennio (e più) di tennis. Andy ha mantenuto la classica andatura ciondolante, ma stavolta non si trattava solo di un vezzo stilistico. Tornare in campo dopo un intervento del genere, in singolare, significa doverci andare coi piedi di piombo. E così ogni cambio di direzione, ogni scatto è da testare con molta cautela. Non che il francese sia in forma smagliante, prima di questo torneo aveva compilato un mediocre bilancio di 11 vittorie e 10 sconfitte nel 2019. Ci sono anche Nick Kyrgios e Feliciano Lopez (con cui ha vinto il titolo in doppio al Queen’s) in tribuna ad osservare il ritorno dell’ex n.1 del mondo, che non disputa un match ufficiale dalla generosa prestazione contro Bautista Agut a Melbourne, lo scorso 14 gennaio.
Fin dall’avvio appare evidente come la ruggine di Murray sia ben superiore rispetto a quella di Richard, anche se con orgoglio lo scozzese recupera il break subito in avvio portandosi 3-2. Ma se i game di servizio del francese durano in media due minuti, quelli di Murray sono un supplizio da 5 minuti e mezzo. Non troppo a sorpresa, nel settimo gioco arriva il break che decide il primo set. I ritmi sono piuttosto blandi, nonostante si giochi su un campo considerato tra i più veloci del circuito. Certo non mancano le soluzioni di qualità, specialmente sul lato sinistro che è il prediletto di entrambi i giocatori: il contrasto tra l’essenziale rovescio bimane di Andy e lo scenografico rovescio a una mano di Richard si lascia sempre guardare. Gasquet è addirittura crudele nel continuo uso delle smorzate su cui spesso Murray non accenna neanche la rincorsa.
Ma una partita nella quale entrambi i talenti in campo sono lontani dalla loro versione migliore, finisce per offrire poco pathos. E così il break in apertura di secondo set – ancora a favore del francese – incanala il match sui binari previsti fino al 6-4 definitivo in un’ora e 36 minuti. Certo Murray non ha mai mollato, dimostrando la tigna del grande campione, e nell’ultimo game sembrava intenzionato a rientrare una volta arrivato a 15/30. Ma alla fine ha dovuto arrendersi con un paio di errori non forzati.
Una sconfitta che non fa male e che anzi si può considerare un successo: Andy Murray è ancora un tennista, anche se la strada da affrontare sarà molto lunga.
GLI ALTRI INCONTRI – Non succede molto altro in questo blando lunedì di Cincinnati. Le sconfitte che fanno più rumore sono quelle di Marin Cilic (6-4 7-6 per mano di Radu Albot) e Felix Auger-Aliassime, che abdica con sorprendente arrendevolezza a Miomir Kecmanovic, appena un anno più grande di lui. Il campo ha anche decretato l’avversario di Djokovic: sarà Sam Querrey, che ha battuto Herbert in due tie-break.