La lotta per la leadership della classifica WTA, e contestualmente per la prima testa di serie allo US Open, si fa sempre più serrata sui campi del Lindner Family Tennis Center di Cincinnati. Si qualificano per i quarti di finale tutte e tre le contendenti: l’attuale detentrice della prima posizione Naomi Osaka e le inseguitrici Ashleigh Barty – detronizzata cinque giorni fa – e Karolina Pliskova. Se la giapponese va fuori ai quarti, Barty e Pliskova possono scavalcarla arrivando in finale; con una vittoria in più per Osaka, entrambe avrebbero bisogno del titolo.
KARO VS SVETLANA – Nessuna delle tre vittorie è stata comodissima. L’unica a non cedere set, Pliskova, aveva l’impegno più abbordabile contro Rebecca Peterson. Il 7-5 6-4 da quasi due ore è la sintesi di una partita giocata punto su punto, senza però che l’esito apparisse mai davvero in discussione. La tennista ceca adesso affronterà Svetlana Kuznetsova, alla quale avevamo in un certo senso consigliato di farsi trovare pronta ad accogliere un’eventuale Stephens svogliata (ipotesi mica così azzardata a pochi giorni dallo US Open): ne è scesa in campo una versione persino tragica, capace di fare appena tre game in 53 minuti. La russa, che aveva ampiamente meritato il bonus vincendo due match tiratissimi al primo e al secondo turno, ringrazia e si riavvicina alla top 100.
ASH DA CAMPIONESSA – Di rischi ne ha corsi eccome invece Barty, ma in buona sostanza ne è venuta fuori da campionessa e con qualche cruciale aiutino di Kontaveit. Nel primo set l’estone è riuscita a denudare l’unico vero limite tecnico di Ash, il rovescio bimane, inchiodandola più volte sulla diagonale con colpi violenti e profondi. L’australiana ha poi trovato il modo di entrare in partita, togliendo alla sua avversaria qualche punto di riferimento, ma non c’è stato un vero e proprio cambio di inerzia: tanto nel secondo quanto nel terzo set (persi entrambi per 7-5) Kontaveit ha passato la boa del settimo game in vantaggio di un break, ma non è mai riuscito a conservarlo fino alla fine. Nel parziale decisivo ha addirittura servito per l’incontro sul 5-4, senza però riuscire a raggiungere match point. Per Barty la preziosa conferma di poter vincere partite complicate anche in giornate non brillantissime. Ai quarti se la vedrà con ‘muscle’ Sakkari, che dopo aver fatto fuori Kvitova ha eliminato anche Sabalenka in rimonta.
NAOMI…GLIORA – Relegate sul campo 10 per la loro quarta sfida stagionale, Osaka e Hsieh non hanno certo deluso gli spettatori. Del resto, seppur attingendo a due fonti di talento molto differenti, sono due professoresse della balistica. La numero uno del mondo non è mai stata vicina alla sconfitta, poiché si è aggiudicata il primo parziale e nel terzo ha concesso solo due game alla sua avversaria, ma di sudore ha dovuto versarne parecchio. Il turning point è stato probabilmente il secondo game del set decisivo, nel quale Osaka ha dovuto annullare ben quattro palle break: in occasione dell’ultima, all’impertinente tentativo di Hsieh di rispondere con i piedi ampiamente dentro il campo, ha opposto una fucilata di rovescio sulla riga. Nonostante la sconfitta, è stato comunque il solito show della taiwanese: un paio di strettini in grado di infrangere leggi chimiche, oltre che fisiche, e il solito tentativo di portare il pubblico dalla sua parte dopo la vittoria del secondo set.
Per Osaka adesso ci sarà Sofia Kenin, che dimostrando una volta di più il suo stato di grazia psico-fisico ha scippato a Elina Svitolina praticamente tutti i punti importanti, in chiusura di programma, per sconfiggerla 6-3 7-6. La statunitense ha anche mancato un match point sul 5.4.
GLI ALTRI INCONTRI – Merita una menzione lo splendido terzo set tra Keys e Halep, conclusosi nel cuore della notte italiana in favore della statunitense. Il primo set dell’incontro lo aveva vinto nettamente Madison, con la rumena in difficoltà negli spostamenti (il tendine d’Achille non sembra del tutto guarito), il secondo era stato il solito compendio delle doti agonistiche di Halep con la sua avversaria a tirare il fiato. A partire dal terzo game del set decisivo, il livello si è alzato vertiginosamente: Halep ha recuperato uno svantaggio di 3-0 che sapeva già di condanna, dopo aver annullato ben cinque palle del 4-0, e sul 3-3 pareva davvero in grado di incartare Keys artigliando e rimandando di là ogni sua accelerazione. Invece, dote che non sempre le si riconosce, Keys ha spinto come un’ossessa fino all’ultimo quindici, fallendo prima un match point sul 5-4 con il rovescio e poi chiudendo 7-5.
“Il tendine d’Achille sta bene, non sento dolore” ha detto Simona a fine partita. “Sento però stanchezza nel corpo e nelle gambe. All’inizio non avevo il ritmo, alla fine del match lei ha potuto colpire più forte. Oggi è stata migliore di me“.
Cincinnati, la corsa al numero 1 continua: ai quarti Osaka, Barty e Pliskova. Fuori Halep
Avanzano le prime tre favorite, che si stanno contendendo primo posto in classifica e prima testa di serie a New York. Figuraccia Stephens
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