Certe sconfitte si dimenticano facilmente, altre meno. Perdere rimediando cinque giochi in tre set non è mai bello. Anche se si tratta della tua prima volta sul centrale di Wimbledon, del tuo primo ottavo Slam, del tuo primo match contro Roger Federer. Anzi forse soprattutto per quello, perché ci tenevi a fare bella figura e non l’hai fatta, anche travolto dall’emozione oltre che dalla forza dell’avversario. Con i suoi 23 anni, Matteo Berrettini avrà altre sicuramente occasioni per mettersi in mostra in carriera. A partire da questi US Open, i suoi secondi in carriera. Ai quali arriva pienamente recuperato fisicamente, dopo un’infortunio alla caviglia che lo ha tenuto fermo qualche settimana dopo i Championships, e psicologicamente.
“Adesso sto bene. Ho recuperato completamente”, ha raccontato in un’intervista a La Gazzetta dello Sport, spazzando via ogni dubbio sulle sue condizioni. Anche le scorie della batosta londinese sembrano definitivamente scomparse. Anzi il giovane tennista romano è determinato a far tesoro di questa esperienza, tramutandola in stimoli per fare ancora meglio, per diventare più forte e avvicinarsi ulteriormente. “All’inizio degli allenamenti a New York, lo ammetto, c’era ancora qualche suggestione. Qualche reminiscenza. Ma è tutto dietro le spalle. Ho imparato la lezione. A volte servono gli schiaffi per avere un’impennata. La sconfitta con Roger, amarissima, mi ha insegnato che devo ripartire ancora più forte e più convinto. La risposta alle mie certezze passa attraverso un grande torneo”.
Uno US Open ai quali arriva molto più in sordina rispetto a Wimbledon. Un solo match sul cemento nordamericano per lui: la sconfitta a Cincinnati contro l’ostico argentino Juan Ignacio Londero. Inoltre, l’esordio non è dei più semplici. Martedì alle 17 italiane sfiderà infatti il veterano francese Richard Gasquet, uno dei tennisti con la classifica più alta non inserito tra le teste di serie, reduce dalla prima semifinale dopo 6 anni in un Masters 1000 in Ohio. Nessun precedente tra i due. “Aver giocato pochissimo nell’ultimo mese e mezzo non mi preoccupa perché io ci metto intensità anche negli allenamenti e non sono quello che si deprime se non sta in campo”, ha sottolineato sicuro Berrettini. “Poi in stagione ho già giocato 44 match. Non è la mancanza di fondo che mi può turbare”
E quest’estate pare che Matteo si sia dato da fare anche fuori dal campo. Infatti, secondo la Gazzetta, l’azzurro si starebbe frequentando con la tennista croata di passaporto australiano Ajla Tomljanovic, n.47 del ranking WTA, nonché ex di Nick Kyrgios. La storia sarebbe nata a Wimbledon e poi si sarebbe approfondita in Florida, dove i due si sono allenati nella stessa accademia. La testa però è sempre al tennis, quello giocato. “Non guardo mai alla classifica, che è solo una diretta conseguenza dei risultati e dunque della continuità di rendimento”, ha affermato. “Certo, da qui alla fine della stagione ho pochi punti da difendere e sarebbe bello approfittarne. Ma l’unico comandamento che conosco è continuare a sacrificarmi per migliorare”. E i progressi si potrebbero vedere già a Flushing Meadows.