US Open 2019 ai blocchi di partenza anche per Serena Williams che vinse qui, esattamente 20 anni fa, il suo primo Slam. ‘Serenona’ è una delle più grandi sportive americane di sempre e come è logico i più grandi quotidiani statunitensi le dedicano servizi, articoli, approfondimenti. USA Today ha così analizzato i motivi per cui Serena può vincere o perdere lo Slam statunitense.
Perché può vincere: la motivazione. Nella finale dell’anno scorso successe di tutto e Williams accusò l’arbitro Ramos di assoluto sessismo. Dopo un anno, Williams vorrà dimostrare di essere sempre in grado di vincere uno Slam scacciando la delusione dello scorso anno. L’esperienza. Serena ha fatto 9 finali qui, vincendo 6 volte il titolo. Conosce il pubblico, conosce il campo, si sente a casa. Sbagliato credere che non sia una delle favorite per le fasi finali. Infine la costanza, la tenacia… la caparbietà. Serena spegnerà 38 candeline il 26 settembre, ha avuto una figlia nel 2017 ed è tornata a giocare addirittura tre finali Slam (Wimbledon 2018 e 2019, US Open 2018). Si è sempre misurata sia con le avversarie sia con se stessa, spingendosi sempre al limite.
Perché può perdere: l’età avanza e diverse avversarie trovano nuove chiavi per batterla. Come Roger Federer, anche per Serena l’età è ormai un fattore determinante. Fisicamente bisogna reggere due settimane e giocatrici che prima magari riusciva ad arginarla, in questi anni riescono ad avere la meglio (vedi Halep quest’anno Wimbledon). Il tabellone. Sebbene Osaka e Halep siano nell’altra parte del main draw, già il primo turno è un combattimento sia di nervi che di grunting con Sharapova, e sono ben noti gli episodi di… scarsa amicizia tra le due. Un match già difficile mentalmente. La numero 2 Barty ai quarti di finale e pure Svitolina, una che non si tira indietro quando incontra le top player. Infine fisicamente non è al 100%. Dopo il ritiro con Andreescu a Montreal, la statunitense ha saltato Cincinnati e non si conosce ancora il suo stato di forma.
Considerando il monopolio di Djokovic, Nadal e Federer negli slam, il quotidiano statunitense si interroga su chi sia in grado di battere questi mostri sacri. L’austriaco Thiem potrebbe fare lo sgambetto. Ha battuto i top player in diverse occasioni e quest’anno ha anche dimostrato di potersela giocare sul cemento. Come Medvedev, che probabilmente è un gradino sotto anche se in forte crescita soprattutto dopo aver battuto Djokovic e vinto Cincinnati con Goffin in finale. Sia Zverev che Kyrgios hanno il gioco, alla luce dei fatti, per potere mettere in difficoltà ogni giocatore, in questo caso però più che il livello di tennis, è in discussione la fiducia e la forza mentale nell’approcciare le partite.
Incredibilmente nessuna menzione per Tsitsipas, testa di serie numero 8 che non ha avuto un sorteggio proprio facile trovando Rublev al primo turno.