da New York, il nostro inviato
[LL] P. Lorenzi b. [WC] Z. Svajda 3-6 6-7(5) 6-4 7-6(4) 6-2
Sembrava che il lucky loser Paolo Lorenzi fosse stato super-lucky ad aver pescato nel mazzo proprio la wild card sedicenne Zackary Svajda (il più giovane partecipante allo US Open da Donald Young nel 2005), vincitore dei campionati USA Under 18, e invece il match è stato durissimo, e portato a casa solamente con grande mestiere e dispendio di energie.
Lorenzi ha pagato il pessimo inizio di partita, nel quale è andato subito sotto 0-5, sbagliando moltissimo da fondo, situazione nella quale ha faticato tremendamente durante tutto il match a imporre la sua maggiore esperienza e prestanza fisica. Il suo avversario, Svajda, compirà 17 anni il prossimo 29 novembre e fisicamente è ancora più acerbo di quanto non dica il suo certificato di nascita: non troppo alto, gambe molto magre, deve ancora compiere il salto atletico che gli potrebbe permettere di intraprendere la strada del professionismo. Perso il primo set per 6-3 in 42 minuti, Lorenzi ha sciupato una grossa chance per prendere subito il comando della partita quando nel secondo parziale, dopo aver recuperato un iniziale svantaggio di 0-2 è andato in vantaggio per 5-3, ha servito inutilmente per il set sul 5-4 e non è riuscito a sfruttare tre set point in tre diversi game (uno sul 5-3, uno sul 5-4 e uno sul 6-5) prima di cedere 7-5 al tie break.
Sul campo 5 stracolmo di pubblico e di entusiasmo, circondato da tre file di spettatori in piedi, la grande sorpresa sembrava a portata di mano per il giovane esordiente, che posizionato al n.1415 della classifica ATP, era in procinto di effettuare un balzo di oltre 900 gradini nel ranking, per la gioia sua e del papà Tomas presente in tribuna, il maestro di tennis di Pacific Beach, California, nei pressi di San Diego, che lo ha avviato al tennis. Ma sul 3-3 del terzo set per Zachary sono arrivati i crampi, che gli hanno bloccato la gamba sinistra al momento di servire, costandogli li break e in definitiva il set.
Lorenzi non è però mai riuscito ad uscire dalla ragnatela di scambi imposta da Svajda, che ha certamente ottima tecnica e splendida esecuzione dei colpi, ma ovviamente difetta di potenza. Paolo non ha mai approfittato delle seconde poco sopra i 100 km orari servite dal suo avversario in preda ad attacchi di crampi ed ha sempre accettato il palleggio, sottoponendosi a recuperi estenuanti e prestando il fianco alle accelerazioni, soprattutto di rovescio, del giovane americano.
Svajda non è mai arrivato vicino alla vittoria: ha trascinato il quarto set al tie-break con grande abilità negli uno-due al servizio ed esibendosi in belle geometrie e variazioni, ma nel momento della verità Lorenzi è andato subito 3-0, poi 4-1 per chiudere 7-4. Nel quinto set Svajda ha avuto quattro chance per andare avanti di un break sull’1-1: ha tirato un paio di risposte che gli sono uscite, Lorenzi ha trovato un paio di bei servizi e per la ‘famosa’ legge del contrappasso tennistico il break è arrivato a favore dell’azzurro nel game seguente, consentendo a Paolo di arrivare a chiudere il match dopo quattro ore e 20 minuti.
Si tratta della prima vittoria in carriera recuperando uno svantaggio di due set per Lorenzi, che conferma il risultato dello scorso anno allo US Open raggiungendo il secondo turno per il quarto anno consecutivo. Ha battuto un avversario che poteva tranquillamente essere suo figlio, dati i 21 anni di differenza tra i due: si tratta della maggiore differenza di età tra due giocatori in una partita di uno Slam dall’Australian Open 1978, quando il quarantaquattrenne Ken Rosewall sconfisse il ventenne Cary Stansbury.
Al prossimo turno Lorenzi incontrerà il serbo Miomir Kecmanovic, n. 50 della classifica mondiale e protagonista di un’ottima stagione fino a questo momento.
[30] M. Sakkari b. C. Giorgi 6-1 6-0 (da New York, Andrea Pellegrini Perrone)
GIORGI OUT – Esce di scena Camila Giorgi, mai apparsa in partita contro Maria Sakkari che vince con il netto score di 6-1 6-0. La tennista di Macerata ha patito le fatiche della settimana passata, quando è stata sconfitta solo in finale al torneo WTA del Bronx da Magda Linette dopo aver giocato complessivamente oltre 10 ore in cinque incontri. Quest’oggi la differenza atletica tra le due giocatrici è stata notevole: la greca sembrava in grado di scambiare per ore a ritmi sostenutissimi mentre Camila non ha mai cercato piani alternativi in una giornata dove chiudere gli scambi rapidamente non è riuscito all’italiana.
LE PAROLE DI CAMILA – “Non è stato facile tornare in campo dopo così poco, ho avuto un solo giorno di riposo: oggi non è andata come avrei voluto, è andata molto veloce ma io ho provato a fare il massimo purtroppo ho sbagliato troppo. Nella scorsa settimana al Bronx, anche contro avversarie forti, son riuscita a cambiare: oggi purtroppo è andata così, tutto è andato via troppo velocemente“. L’azzurra, che non aveva molta voglia di parlare del match appena terminato, si è poi rilassata maggiormente quando le abbiamo chiesto della linea di abbigliamento della madre, che da anni fornisce i vestiti alla tennista italiana ma che ancora non è diventata una marca vera e propria. A breve, stando alle dichiarazioni di Giorgi, dovrebbe aprire ufficialmente questa linea di moda esclusivamente Made in Italy, una serie di prodotti di grande qualità molto apprezzati da Camila e che presto potranno finalmente essere comprati anche in negozio.
G. Dimitrov b. A. Seppi 6-1 6-7(2) 6-4 6-3 (da New York, Cesare Novazzi)
Finisce al primo turno anche l’avventura di Andreas Seppi, che non riesce a sfruttare le insicurezze di un Dimitrov apparso ancora sfiduciato ma sufficiente a sconfiggere l’altoatesino in quattro parziali. Entrato in campo con la sensazione di non potersela giocare fino in fondo sul lungo dei cinque set, in quanto lontano dalla miglior condizione fisica, Seppi pian piano è salito approfittando di alcuni black out di Dimitrov e senza giocare neanche il suo miglior tennis si è ritrovato un set pari dopo aver dominato il tie-break del secondo set. Il match nel terzo parziale poteva definitivamente girare a favore dell’italiano, bravo a non mollare sotto 4-1 40-0 e a rientrare sino al 4-4: in quel momento, però, Grigor ha tenuto un delicato turno di servizio strappando poi nel game successivo la battuta ad Andreas che, sotto due set a uno, ha dato – definitivamente – l’impressione di non averne più fisicamente. Nel quarto set Dimitrov, che è sembrato più rilassato, ha chiuso la pratica con il punteggio di 6-3.
“Sul 5-4 c’è stato un game delicato, ho annullato qualche set point, potevo agguantarlo e sperare di arrivare al tie-break contando anche sul fatto che lui avesse giocato il primo piuttosto male“, ha detto Andreas a fine partita. “Nel quarto anche ho avuto le mie occasioni ma non le ho sfruttate, ho preso un break commettendo errori banali. Lui mi ha regalato tanto in alcuni momenti ma poi spesso nei punti importanti si è salvato con il servizio, io ho sbagliato un po’ con il dritto e purtroppo l’ho pagata“.
Seppi ha parlato anche di come si è sviluppato il suo avvicinamento al torneo. “Dopo l’infiltrazione a Verona son stato tre settimane fermo con la mia famiglia in Colorado, ho camminato un po’ senza sforzare l’anca, poi ho fatto una decina di giorni di allenamento e ho giocato a Winston Salem in preparazione a questo torneo. Quanto alle prossime settimane, la Davis sembra essere centrale per definire la sua programazione: “Se uscirò in doppio questa settimana (gioca con Marco Cecchinato, ndr) andrò al Challenger di New Haven, la settimana dopo ne giocherò un altro negli Stati Uniti e poi spero di andare a giocare la tournèe asiatica. Nel lungo periodo molto dipende dalla Davis, se sarò in buone condizioni e sarò convocato giocherò qualche Challenger anche in quel periodo, come per esempio Ortisei dove vado spesso e mi trovo bene. Avendo una famiglia ho anche altre priorità oltre al tennis, i viaggi pesano un po’ di più però al tempo stesso in tutti questi anni ho imparato anche a trovare con più facilità il ritmo partita: anche se non gioco per qualche settimana, mi sento pronto quando rientro”.
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