TENNIS – I primi turni hanno regalato un match di pura follia tennistica, quello tra Ernests Gulbis e Jerzy Janowicz. E uno slice, quello di Roberta Vinci, che è pura poesia.
La divertentissima (e simpatica) follia di Ernests e Jerzy
Quando si sfidano due “regolaristi”, o meglio incontristi, ovvero quel tipo di giocatori che si esaltano con il ritmo del palleggio, sbagliano poco, e si appoggiano molto bene ai colpi avversari, il match rischia di diventare (e spesso lo diventa) piuttosto lineare, quando non addirittura noioso.
Quando un incontrista affronta un attaccante, in particolare uno di quelli che basano il proprio tennis sull’aggressione e sul rischio assoluti, cercando le percentuali favorevoli tra vincenti ed errori, il cosiddetto match-up – a patto che la partita sia equilibrata – molte volte produce confronti di alto livello tecnico, con i giocatori che possono esprimere al massimo il proprio repertorio tattico senza doversi preoccupare di adattare o modificare gli schemi abituali. Entrambi hanno l’opportunità di mostrare il proprio tennis, di fare quello che gli riesce meglio, e alla fine vince chi è stato più bravo.
Quando però scendono in campo due attaccanti, e non due qualunque, ma due tra i “cavalli pazzi” più estremi in circolazione attualmente, cioè Ernests Gulbis e Jerzy Janowicz, gente per cui il concetto di “colpo in controllo” semplicemente non esiste, per di più dotati di un caratterino niente male, ecco serviti i fuochi d’artificio.
Pronti, via, e dalla prima all’ultima palla il match si trasforma in un irresistibile spettacolo di insensatezza tennistica, nel corso del quale potenza, talento, vincenti impossibili e tocchi sopraffini convivono e si mescolano in egual misura, senza logica apparente, a sprechi clamorosi, gratuiti da junior, e scelte tattiche che definire scellerate è poco. Roba da far venire una crisi isterica al più compassato dei coach, certamente, ma ragazzi, che divertimento.
Servizi terrificanti, a velocità altissime (seconde palle comprese), accelerazioni potentissime da qualsiasi angolo del campo, drop-shot vincenti giocati in situazioni tattiche assurde, come i recuperi sulle botte lungolinea, nelle quali il solo pensare di smorzare il colpo è un controsenso tecnico, e poi anticipi quasi completamente piatti, tirati in avanzamento, contro fucilate che avrebbero costretto chiunque alla fase difensiva, come se nella folle gara a chi tira più forte fosse un disonore trattenere il braccio.
Ne è uscito vincitore in tre set un buonissimo Gulbis, complice anche il periodaccio a livello di fiducia e di forma che sta attraversando Janowicz. Ma per dare un’idea del paio d’ore di delirio tennistico a cui si è assistito, la partita successiva giocata e vinta da Ernests su Dolgopolov (un altro che non fa certo della consistenza e della disciplina tattica le sue armi migliori), in confronto è sembrata quasi lineare, regolare e giocata in modo ordinato.
Pirotecnici.
Le variazioni in slice di Roberta
Uno dei colpi più classici, tecnicamente perfetto ed estremamente elegante, che si possano ammirare oggi nel circuito femminile è a mio avviso lo slice di rovescio di Roberta Vinci.
La campionessa pugliese, ottima oggi contro Caroline Wozniacki (sconfitta in due set), ha una tecnica esecutiva molto simile a quella che i dati, prima ancora che i risultati, ci dicono essere la migliore di sempre: quella di Roger Federer.
Come il fuoriclasse svizzero, la Vinci esegue un “wrap” (avvolgimento) del braccio molto estremo, portando abbondantemente la racchetta oltre la testa e le spalle, e accennando addirittura una minima flessione del polso: la combinazione delle leve articolari di spalla, gomito e polso le consentono così una accelerazione pazzesca della testa della racchetta, che aggredisce la palla schizzandole sotto, e produce una rotazione all’indietro che sono convinto non si discosti di molto a livello di r.p.m. (rounds per minute) dai valori delle migliori di sempre, Jana Novotna e Steffi Graf. Forse solo Kirsten Flipkens affetta così tanto e così bene, tra le professioniste attuali.
A questo esemplare movimento a colpire Roberta aggiunge una incredibile capacità di controllo del follow-through (il finale), che è in grado di variare all’occorrenza accompagnando in orizzontale-laterale il colpo quando cerca la rasoiata veloce e filante (esempio di oggi: il punto con cui è andata sul 3-2 nel secondo set, Vinci servizio esterno da sinistra, Wozniacki risposta carica, Vinci slice diagonale tirato a velocità assurda, come fosse una botta in top, Caroline pietrificata in contropiede), e lasciando appena cadere la testa della racchetta, quasi choppando, quando cerca l’approccio piazzato da seguire a rete (esempio di oggi: il punto che le ha dato il break decisivo sempre nel secondo parziale, un attacco profondissimo, a mezza spanna dalla riga di fondo, non particolarmente rapido ma tanto tagliato da far praticamente fermare la palla, inchiodata rasoterra, con Caroline che non ha potuto fare altro che appoggiare un goffo rovescio bimane a mezza altezza ovviamente facile preda della volée dell’italiana).
Certamente, nel power-tennis moderno, la mancanza dal lato sinistro di un colpo pesante e carico spesso a Roberta qualche difficoltà la crea, ma le fantastiche rasoiate che le partono da quel rovescio, oltre che molto efficaci contro le bimani, sono uno spettacolo tecnico per me unico.
Salumiera.
One-Handed Backhand Appreciation Corner
I Guerrieri della Luce si presentano a Madrid privi del Vecchio Jedi Roger, giustamente in tutt’altre faccende affaccendato, e perdono subito il grande Stan-The-Man. Ma trovano, e aggiungono con onore e gloria alle schiere del Bene, un astro nascente della presa Eastern.
Dominic “Dominator” Thiem, che ha eliminato proprio Stan-The-Man, e che sta a lui come l’Apprendista Bulgaro Grigor sta al Vecchio Jedi Roger, fa il suo ingresso ufficiale tra gli Eroi a una mano: ci aspettiamo molto da lui, e le Nemesi Bimani dovranno starci veramente attente.
Grigor e Dominic: il futuro e la salvezza della Civiltà dipenderanno, per molti anni a venire, dalla solidità del vostro polso destro, dalla scioltezza dei vostri finali elegantemente lasciati andare verso il cielo, e dalla precisione dei vostri lungolinea a tutto braccio.
Le Leggende Rossocrociate non dureranno in eterno, e le Nuove Speranze siete voi. Che la Forza accompagni e guidi i vostri rovesci, e i nostri cuori, fuori dalle tenebre della barbarie.