da New York, i nostri inviati
Nella splendida atmosfera ormai parecchio italiana del campo 9, perché qui Berrettini ha appena battuto Thompson, Sonego scende in campo contro Andujar per provare ad emularlo. Sull’adiacente campo numero 8 Fabbiano è già in campo contro Bublik. Ci sono tanti tifosi italiani, ci si sente a casa: purtroppo Sonego e Fabbiano non riescono a raggiungere al terzo turno Berrettini e Lorenzi, finendo per essere eliminati in tre set il primo e in cinque set (dopo quasi quattro ora di lotta estenuante) il secondo da Andujar e Bublik.
LA SCONFITTA DI FABBIANO (Vanni Gibertini) – Essere padroni del proprio destino è un generale obiettivo di tutti, ma soprattutto di chi gioca a tennis. È sempre bene avere il controllo di ciò che ci accade, nel bene e nel male. Purtroppo quest’oggi a Flushing Meadows il nostro Thomas Fabbiano ha dovuto passare gran parte delle 3 ore e 40 minuti del suo match contro Alexander Bublik in qualità di “passeggero”, senza poter fare granché per poter influenzare il risultato. La sua sconfitta fa ancora più male perché è la prima volta che Thomas viene rimontato da due set di vantaggio, e perché sembrava che la strada per il terzo turno ed eventualmente oltre, dopo aver eliminato Thiem, fosse praticabile. Il match è stato quasi più surreale di quello del gennaio scorso in Australia contro Opelka: qui gli ace sono stati “solo” 48 contro i 67 di Melbourne, ma ci sono stati anche 26 doppi falli e soprattutto 13 di quegli ace sono arrivati con la seconda di servizio, da un certo punto in poi sempre tirata a tutta potenza.
Era iniziata nel migliore dei modi per Fabbiano, che si era subito portato avanti di un break sul 3-1 sfruttando il caratteristico gioco erratico di Bublik. Poco falloso negli scambi e molto attento nella gestione della battuta, con la quale variava ad arte traiettorie e velocità, l’azzurro ha avuto due set point per chiudere il primo set 6-2, salvati da due grandi battute di Bublik, l’unico colpo che per lunghi tratti del match ha tenuto a galla il kazako. Poi, al momento di servire per il parziale, Thomas si irrigidiva, cominciava a commettere qualche errore da fondocampo e accorciava pericolosamente la battuta fino a farsi riprendere sul 5-5. Fortunatamente per lui nel tie-break otteneva in dono dall’avversario due doppi falli (peraltro giocati con la seconda scagliata a velocità folle) che gli permettevano di chiudere il set 7-3 in 56 minuti.
Nel secondo parziale Fabbiano riusciva ad arrampicarsi fino alla palla break in cinque dei sei turni di battuta di Bublik, ma in quei frangenti era quasi sempre il kazako a sfoderare dei servizi imprendibili vanificando tutti gli sforzi di Thomas. E anche quando il set sembrava poter svoltare dopo aver ottenuto il 6-5 e la chance di servire anche per il secondo set, ricompariva il fantasma del set precedente che faceva accorciare il braccino e il servizio. In quel caso però Fabbiano era molto bravo a risalire da 15-40 e portarsi due set a zero grazie a una bella volée di diritto.
All’inizio del terzo set, dopo la pausa fisiologica richiesta dall’italiano, parecchi tifosi con il tricolore si erano spostati dal vicino campo 9, dove avevano giocato prima con alterne fortune sia Matteo Berrettini sia Lorenzo Sonego, creando un po’ di atmosfera intorno al terreno di gioco. Giocare sui turni di battuta di Bublik diventava sempre più complicato, giacché il kazako passava al “tennis roulette”, tirando spesso e volentieri la seconda di servizio forte come la prima. Sul 4-5 un paio di punti un po’ causali di Bublik e una buona volée lo portavano al set point, che veniva concretizzato grazie soprattutto a una risposta sghemba che atterrava nell’angolino remoto del campo.
Perso il terzo set Fabbiano iniziava ad accusare il colpo, non tanto fisicamente ma mentalmente: colpi che prima venivano tirati a tutto braccio e seguiti a rete diventavano più titubanti, dando qualche chance in più a Bublik anche negli scambi da fondo. Un break sul 3-2 nel quarto set scriveva il destino del match che doveva allungarsi fino al parziale decisivo, iniziato sotto un bellissimo tramonto newyorkese e con le poche panchine intorno al campo 9 che si riempivano di spettatori rimasti esclusi dal Grandstand, dove la presenza di Nick Kyrgios aveva fatto riempire tutti i posti a disposizione.
Il break decisivo arrivava sul 2-2, quando Bublik veniva avanti a prendersi una bella volée sul 30-30 e nel punto successivo uno smash di Fabbiano toccava il nastro e finiva in corridoio. Da quel momento in poi “la roulette” diventava ancora più pazza: in un game di servizio di Bublik si registravano tre ace di seconda consecutivi, un doppio fallo e un altro ace di seconda a chiudere. Sempre più demoralizzato Fabbiano finiva per cedere la battuta anche nel game finale, abbandonando così la speranza di tornare al terzo turno allo US Open, già raggiunto nel 2017.
“Credo che avrei dovuto vincere io questa partita – ha detto Thomas dopo il match – il set in cui ho fatto più fatica è stato il primo, e l’ho vinto. Negli altri invece credo di avrei meritato io, ma gli ho lasciato l’angolo da tirare a tutto braccio, speravo che mi regalasse qualcosa, e invece non l’ha fatto, ha messo la palla nei centimetri giusti. Solo una volta mi sono detto che avrei dovuto avere più coraggio, per il resto quando mi ha breakkato mi ha tirato due comodini“.
LA SCONFITTA DI SONEGO (Cesare Novazzi) – Tra Lorenzo e Pablo Andujar non c’erano precedenti, ed entrambi puntavano a raggiungere per la prima volta il terzo turno a New York (per l’italiano sarebbe stata, più in generale, la prima volta in uno Slam). Al servizio partiva Sonego, ma si incartava subito con il dritto poco profondo per cedere a zero. L’italiano sembrava non essere sceso in campo, con un linguaggio del corpo desolante. Gianpiero Arbino, il suo allenatore, cercava immediatamente di incitarlo – “stai bene avanti con il corpo e stai sereno che hai appena iniziato” – ma non c’era nulla da fare, senza neanche il servizio a supportarlo. Troppo distratto Sonego, persino dalla racchetta cambiata un paio di volte; tanto da perdere ancora il servizio a zero nel settimo gioco. “Ricordati che devi scendere in campo Lori! Sbloccati dai!” ma niente da fare, Andujar chiudeva 6-2 senza il minimo sforzo.
Non c’è molto altro da raccontare di questa partita. Sonego si è trascinato per il campo con fare abbattuto, e per la decisione di cambiare il grip pochi secondi prima di andare a servire e si è persino beccato un warning per time violation. Nel suo angolo ci si chiedeva perché fosse “sceso in campo troppo demoralizzato, si muove bene, ma non cerca mai la palla, è il suo stato emotivo, non riesce a giocare come vorrebbe”. Le uniche due palle break arrivavano al secondo gioco del secondo set, ma Sonego spediva prima un pallonetto lungo e quindi un rovescio in corridoio. Andujar non ha comunque mai diminuito la pressione, avendo percepito la difficoltà dell’avversario, ma onestamente Sonego – se si eccettuano otto ace e pochissimi dritti – non ha praticamente spinto una palla. Il suo angolo ha continuato a incoraggiarlo, ma senza successo: dopo un’ora e 55 minuti il campo ha decretato un netto 6-2 6-4 6-2.
In conferenza, Lorenzo non è (comprensibilmente) stato troppo prodigo di parole: “C’era un po’ di vento e non sono riuscito a gestire la situazione. Mi ha sempre messo pressione e si muoveva molto bene. Fisicamente sto bene, ho solo una vescica sotto al piede, ma non è nulla. Adesso dovrei andare a Ginevra con una wild card, poi Metz e quindi la trasferta asiatica”.
P. Andujar b. L. Sonego 6-2 6-4 6-2
A. Bublik b. T. Fabbiano 6-7(3) 5-7 6-4 6-3 6-3
Il tabellone maschile completo (con tutti i risultati aggiornati)