Bianca Andreescu e Serena Williams si contenderanno il titolo dell’Open degli Stati Uniti 2019 sabato 7 settembre. Non c’è stata lotta nella prima semifinale tra la finalista uscente ed Elina Svitolina, mentre le debuttanti Belinda Bencic e Bianca Andreescu hanno giocato due set tiratissimi e la più giovane delle due è riuscita a spuntarla dopo oltre due ore. Serena ha anche eguagliato il record di vittorie a Flushing Meadows, 101, al pari con Chris Evert e avrà l’occasione di agganciare il record di Slam di Margaret Court nella sua decima finale agli US Open.
“In realtà non mi aspettavo molto meno della finale” ha detto dopo la semifinale. “Oggi non ho giocato il mio miglior tennis, ma sono stata solida. Rispetto agli altri Slam in cui ho raggiunto la finale di recente mi sento più preparata. In Australia mi sentivo così bene, ma ho preso una storta alla caviglia; a Wimbledon ho avuto una settimana per prepararmi, ma prima ho dovuto saltare il Roland Garros. Quest’anno ho avuto diversi infortuni, sono stata sfortunata. Avevo bisogno di stare a posto fisicamente“.
Nel 1999 Serena conquistò il suo primo titolo Slam battendo sull’Arthur Ashe Stadium Martina Hingis e venti anni dopo ha la grande chance di vincere – da mamma – il 24esimo torneo Major a quasi 38 anni. Due anni prima, anno in cui l’Arthur Ashe venne inaugurato, fece anche il suo esordio in un torneo dello Slam giocando il doppio con la sorella maggiore Venus. Aveva appena 16 anni Serena e pensava: “A 28, 29 anni mi sarò già ritirata. Se qualcuno mi avesse detto che vent’anni dopo avrei giocato la mia decima finale qui, non ci avrei mai creduto!”.
Ma è quel record maledetto, che Serena proverà finalmente a raggiungere dopo tre tentativi falliti a Wimbledon 2018 e 2019 e US Open 2018, che la spinge a continuare? “Non mi sarei ritirata neanche se avessi già sorpassato Margaret Court“, ha risposto Williams. “Ho avuto così tante occasioni per superarlo e averne molti di più, ma ho vissuto… cinque ere tennistiche con un sacco di giocatrici pazzesche! Guardando a tutta la mia carriera e a tutte le avversarie che ho affrontato, è incredibile aver vinto così tanti Slam”. Ci riproverà, un anno dopo la sconfitta oltremodo analizzata e chiacchierata contro l’esordiente (e ora campionessa affermata) Naomi Osaka. Anche Andreescu sarà al debutto in una finale Major, ma Serena non ha intenzione di ricollegarsi ai fatti di dodici mesi fa: “Non ne ricavo motivazioni in più, non mi è passata per la testa”.
Sono ben 18 gli anni di differenza tra le due e non ne aveva nemmeno 18 Serena quando vinse il suo primo Slam a Flushing Meadows. Bianca Andreescu ha raggiunto la sua prima finale Slam a 19 anni dopo i titoli a Indian Wells e a Toronto, dove ha sfidato proprio Serena Williams in finale, approfittando del suo ritiro per infortunio alla schiena dopo appena 19 (guarda caso) minuti. “Un anno fa non avrei mai pensato di raggiungere una finale qui, ma se qualcuno me l’avesse detto un paio di settimane fa penso che ci avrei creduto“, ha ammesso Bianca dopo la vittoria su Bencic con tanta sicurezza di sé. “Non è stata una partita semplice oggi. Belinda colpisce la palla sempre molto forte e piatta. Avevo le ginocchia per terra. Penso che non sia troppo divertente giocare contro di lei, ma questo la rende una grande tennista. Sono contenta di come ho gestito la partita, cambiando sempre il ritmo. Anche sotto 4-1 nel secondo non ho mai mollato”.
Dodici mesi fa non riuscì nemmeno a giocare il suo primo US Open, uscì nelle qualificazioni al primo round perdendo in due set da Olga Danilovic. Ora si presenta alla prima finale Major senza perdere un incontro sul campo da febbraio. “Ricordo che allora non stavo passando un bel periodo nella mia vita. Avevo problemi con alcune relazioni, con il mio corpo e anche nella mai testa. Giocavo i 25K e i 60K in Canada prima degli US Open. Sono orgogliosa di come ho superato quel momento, penso di aver imparato tanto. Ora sono più forte fisicamente anche dopo aver superato diversi infortuni: ho un grande team attorno a me, compreso il mio fisioterapista”.
In chiusura ha raccontato anche un aneddoto simpatico ai giornalisti: “Quando ho vinto il titolo all’Orange Bowl ho fatto una lista di obiettivi tra i quali c’è la vittoria degli US Open. Da quel momento continuo a tenerlo a mente e se dovessi mettere una spunta sabato su quella voce sarebbe fantastico“.