Non ne fa una questione di numeri, Rod Laver. Se anche Roger Federer dovesse perdere il primato di Slam vinti, “la sua grandezza non sarebbe in discussione“. Nonostante, anche solo per una questione d’età, il sorpasso (anche doppio) diventi sempre più probabile a breve o medio termine. Nadal con lo US Open ha toccato quota 19, ad appena una lunghezza di distanza. Djokovic insegue a 16. In ogni caso, per la leggenda australiana, Federer continuerà a essere ricordato come il più grande.

“Roger rimane l’atleta più conosciuto al mondo, non solo nel tennis. Sta lasciando il segno come nessuno era riuscito a fare in precedenza. Un testimonial straordinario per questo sport. Poi sembra che stia bene anche a 38 anni ed è ciò che conta, credo abbia buone possibilità di provare a vincere l’Australian Open a gennaio“, ha dichiarato a Ginevra la leggenda australiana nell’attesa del weekend a lui intitolato.
DISCORSI DA BAR – Il dibattito sul GOAT (il più grande di tutti i tempi) ha coinvolto anche Todd Martin, nella veste di CEO dell’International Tennis Hall of Fame. “Non so e davvero non mi interessa chi dei tre sia il più grande“, è il pensiero dell’ex tennista statunitense raccolto da Sport Express. “Per quanto importanti siano gli Slam, credo la valutazione debba essere più complessiva tenendo in considerazione anche per quanto tempo siano stati al numero uno del mondo, la durata della carriera o anche la percentuale di vittorie. Ci sono così tanti elementi su cui discutere che la discussione sul più grande mi appassiona davvero poco“.
Martin dimostra di tenere molto anche alla contestualizzazione. “Federer, Nadal e Djokovic sono i migliori di oggi. Ma Sampras, Borg, Laver e Budge lo sono stati nei rispettivi periodi di riferimento. Il confronto sul più grande di tutti i tempi è assolutamente inutile perché ha poco senso immaginare i big di oggi con una racchetta di legno in mano, come ha poco senso pensare a un confronto tra Laver e gli atleti moderni che hanno una straordinaria forza fisica e mentale. Non lo vedo come un confronto utile, se ne può parlare al massimo al bar“.