Fabio Fognini ed Andy Murray ci hanno lasciato in eredità la partita più bella, a oggi, di questo finale di stagione. Insieme alla bella sensazione di vedere insieme l’azzurro così solido ad alti livelli e lo scozzese tornato sorprendentemente competitivo. Nel pacchetto, sono comprese anche le polemiche capaci di accendere un terzo set già di suo altamente spettacolare.
Murray non ha gradito il fatto che Fognini abbia lanciato un urlo durante una sua volée. Nel cambio campo ha chiesto spiegazioni, parlandone anche con l’arbitro che però ha sminuito l’accaduto. Scintille, non prioritarie rispetto ai lampi di classe mostrati da entrambi nel match. Il successo in Cina ha portato in parità (4-4) il bilancio del testa a testa in una sfida che non è stata mai banale, anche nei vari precedenti tra Olimpiadi, Davis e circuito (Slam compresi).
“Forse è stata la prima volta in carriera in cui ho servito in due occasioni per il match e non ho vinto – ha raccontato l’ex numero uno in conferenza stampa -, logico che io sia deluso. Ci sono molte cose su cui devo migliorare, lavorerò sui miei errori e sarò in una condizione migliore la prossima volta che giocherò contro di lui“. Poi è tornato sull’episodio incriminato: “Stavo colpendo a rete, qualcuno ha fatto un rumore, non sapevo chi. Ho guardato nella direzione dalla quale proveniva il rumore e lui mi ha detto di smetterla di guardarlo e di lamentarmi. Volevo capire da chi provenisse il rumore e mi ero reso conto che veniva da lui. È una cosa che va contro le regole“.
Murray ha continuato a svelare il contenuto del battibecco: “(Fognini) mi ha detto che avrei dovuto avere senso dell’umorismo. Direi però che nessuno di noi, in quella fase della partita, era dello spirito giusto per scherzare. Non ho mai vissuto una situazione del genere in una partita e ne ho giocate circa 800“. Nessuna infrazione, come accennato, è stata rilevata dal giudice di sedia Fergus Murphy.