La vittoria di Sasha Zverev contro Roger Federer nei quarti di finale dello Shanghai Rolex Masters venerdì sera ha sorpreso non tanto per il risultato in sé, dato che il tedesco aveva già battuto Federer tre volte in carriera, ma per le reazioni particolarmente piccate e molto poco svizzere di Roger alle circostanze che sono venute a crearsi durante il match.
In particolare, non è andato giù al 20 volte vincitore di Slam il point penalty subito nel terzo set per aver tirato una pallina in tribuna. Federer era stato giustamente ammonito sul 6-7 nel tie-break del secondo set quando aveva, in quel caso molto rabbiosamente, scatenato la sua rabbia su una pallina per essersi fatto infilare da un passante lungolinea di Zverev. L’atmosfera però è diventata molto tesa quando, sullo 0-3 nel terzo set, mentre stava combattendo sulla parità per non andare sotto di due break, ha provato a giochicchiare con la pallina che aveva in tasca dopo un colpo sbagliato, finendo però per scentrare il colpo e spedendolo nei numerati. Il giudice di sedia Nacho Forcadell, vedendo la sfera gialla finire in tribuna, ha deciso di comminare a Federer un’altra ammonizione, questa volta per “unsportsmanlike conduct” (condotta antisportiva), che ha automaticamente fatto scattare la penalità.
“Hai visto che l’ho scentrata?” ha subito chiesto Federer all’arbitro. “Anche se non hai tirato a tutta potenza, il colpo era comunque intenzionale e la palla è finita fuori dal campo dove potrebbe anche non essere recuperata” ha risposto Forcadell, facendo anche notare come “prima hai quasi rotto la sedia colpendola, ora la palla in tribuna”. “Allora perché non mi hai detto nulla al cambio di campo, avvertendomi che ero sull’orlo dell’ammonizione?” ha obiettato Federer, che già pochi minuti prima aveva rimproverato il giudice di sedia per non avergli ricordato il gioco precedente al cambio di palle, cosa che lo svizzero gli aveva chiesto di fare all’inizio del match. L’elvetico infatti cambia la sua racchetta in prossimità del cambio di palle, ma solamente prima dei suoi giochi di risposta, per cui se è previsto che sia lui a dover servire con le palle nuove, il cambio di racchetta deve venire il gioco precedente o quello successivo, ragion per cui chiede all’arbitro che gli sia segnalato.
La faccenda non si è però esaurita lì: al cambio di campo successivo, i due erano ancora chiaramente con la testa a quell’episodio e hanno continuato a discutere: “Chiaramente c’è qualcosa che disturba sia me sia te, quindi parliamone. Qual è la regola?” ha incalzato subito Federer. Forcadell ha confermato la sua storia: “Era troppo, dovevo fare qualcosa per fermare quello che stava succedendo. Ho visto quello che è successo, ho visto che hai scentrato, ma quando porti il colpo in quella maniera devo fare qualcosa”.
Federer, nel corso della sua “difesa”, ha insistito parecchie volte su due punti specifici: sul fatto che il colpo che ha scatenato il point penalty è stato una scentrata piuttosto sfortunata e non era un colpo deliberatamente tirato sulle gradinate, e sul fatto che, se c’erano stati da parte sua in precedenza degli atteggiamenti che lo avevano spinto vicino al secondo warning (che ricordiamolo è stato dato per condotta antisportiva, quindi non esclusivamente per la palla in tribuna) Forcadell avrebbe dovuto avvertirlo verbalmente. Un po’ lo stesso argomento che era stato avanzato in occasione del celebre game penalty affibbiato a Serena Williams nella finale dello US Open 2018.
E nella conferenza stampa post-match, quando uno dei giornalisti, Russel Fraser del Times, gli ha chiesto di spiegare perché era contrariato dalla decisione dell’arbitro, Federer ha confermato di non aver per nulla digerito l’episodio rispondendo in maniera molto seccata: “Cos’è, vuoi scrivere un tweet sulla vicenda? Sarebbe bello se ogni tanto scriveste anche qualcosa di bello sul tennis che abbiamo giocato. Prossima domanda”.
Certo una versione di Roger Federer con influenze “kyrgiossiane” che non si vede spesso e che forse ci fa vedere una dimensione un po’ più umana del supercampione svizzero, che pochi minuti dopo aver troncato con quella risposta il corrispondente del Times ha comunque risposto in maniera come sempre super-professionale alla televisione svizzera, precisando che “non è stato l’arbitro a battermi oggi, è stato Zverev”.