Daniil Medvedev non sembra essersi accorto che l’estate è finita, oppure più semplicemente ormai ha trovato una nuova dimensione come giocatore. La finale vinta a Shanghai contro Zverev è stata la sesta giocata negli ultimi sei tornei e soprattutto gli ha regalato il secondo Masters 1000 (consecutivo peraltro) della carriera. Il russo è diventato il quinto giocatore a iscrivere il proprio nome nell’albo d’oro del torneo cinese (Davydenko, Murray, Federer e Djokovic gli altri). “Anche questo è fantastico perché penso che Shanghai sia uno dei più prestigiosi Masters 1000 del Tour“, ha detto Medvedev. “Soprattutto perché negli ultimi dieci anni ci sono stati solo tre giocatori che sono riusciti a vincerlo (curiosamente non conta Davydenko che vinse la prima edizione nel 2009, ndr), quindi è davvero speciale avere la mia foto in corridoio nei prossimi anni.” Il successo gli permette anche di sorpassare Roger Federer al terzo posto della Race to London.
Alla base dei successi del russo sembra esserci soprattutto un nuovo assetto mentale, più sereno e consapevole, che sfocia addirittura nell’assenza di celebrazioni dopo ogni vittoria. Medvedev sa di essere qualcosa di diverso e soprattutto vuole esserlo.”Tutti parlano del fatto che c’è bisogno di nuovi ragazzi, di qualcosa di nuovo, quindi ho dato loro qualcosa di nuovo“, ha detto Medvedev. “Non festeggio le mie vittorie. Rimango calmo, faccio il mio lavoro. Boom, fatto“. Questo atteggiamento che potrebbe anche essere tacciato di affettazione, è invece probabilmente un tentativo estremo di arginare le intemperanze a cui si abbandonava nei primi anni di carriera (celeberrimo l’episodio delle monetine a Wimbledon e l’acceso diverbio con Tsitsipas a Miami). Daniil ha infatti sempre ammesso di essere molto calmo fuori dal campo, ma di tendere al nervosismo durante le partite. Ora finalmente le due metà del russo sembrano aver fatto pace e i risultati si vedono.
DANIL NUMERO 1: FOLLIA? FORSE NO – I risultati vedono a tal punto che, con il terzo posto in classifica di Federer virtualmente nel mirino – lo svizzero dista circa 1000 punti, ma ne difende 1260 di qui a fine stagione – non sembra assurdo proiettarlo ancora più in alto di così in classifica. Daniil prova a gettare acqua sul fuoco: “Questa settimana sono sembrato invincibile perché ho vinto, ma in alcune partite avrei potuto perdere un set e non sappiamo come sarebbe andata in quel caso. Non mi piace molto parlare del futuro perché non sai mai cosa può riservarti“. E se il futuro potesse riservargli addirittura un ruolo da numero uno del circuito? “Il mio obiettivo principale è vincere ogni partita che gioco, ed è così che si diventa numeri uno, vincendo molte partite in serie come ho fatto io. Se devo essere onesto, dopo questa domanda ho pensato che non ho molti punti da difendere fino ai tornei negli USA del prossimo anno (330 fino a Indian Wells, 465 compresi i due tornei del Sunshine Double, ndr). Proverò a fare del mio meglio per ottenere grandi risultati come questo, e se qualcosa del genere dovesse succedere sarebbe un bel bonus“.
Dall’analisi della sua condizione di classifica – che trabocca di punti inutilizzati: sono addirittura 600 quelli che Daniil ha conquistato sul campo negli ultimi 12 mesi ma non può conteggiare per via dei regolamenti ATP – emerge come il russo sia estremamente consapevole delle sue potenzialità, proprio come sul campo negli ultimi due mesi. “Qualcosa ha fatto clic nel mio gioco negli Stati Uniti. Non so cosa, penso siano stati semplicemente i risultati del duro lavoro che ho fatto. Ho iniziato a comprendere meglio il mio gioco, il mio servizio, il mio gioco di volo, tutto”.
Sia quel che sia la motivazione primaria di questo cambiamento, il russo è un giocatore diverso rispetto a qualche mese fa e proprio le ultime due finali vinte a San Pietroburgo e Shanghai lo hanno dimostrato. In Cina ha battuto agevolmente per la prima volta Zverev con il quale aveva perso tutti e quattro i precedenti incontri, mentre in Russia ha superato sempre con facilità Borna Coric che lo aveva battuto quattro volte su cinque. “Penso di essere diventato un giocatore migliore rispetto quando lo avevo affrontato quattro volte prima. Ad esempio, è stato lo stesso contro Coric. Prima della finale di San Pietroburgo, ero piuttosto nervoso perché avevo già perso quattro volte e invece il punteggio è stato 6-3 6-1. Qui è stato 6-4 6-1 “, ha detto Medvedev. “Penso di essere diventato un giocatore migliore di quanto non fossi anche all’inizio dell’anno, ed è per questo che i miei risultati sono cambiati in questo modo“. Gli avversari sono avvisati. Anche quelli che prima di agosto sembravano fuori dalla sua portata.