da Parigi, il nostro inviato
Il programma di gare della seconda giornata del Rolex Paris Masters prevedeva un menu decisamente più gustoso rispetto a quello del lunedì: sul Centrale esordivano tre teste di serie tra cui il campione in carica: Medvedev, Zverev e Khachanov. Giocatori russi (o con i genitori di quella nazione, nel caso di Sasha) accomunati dal non aver compiuto ancora 24 anni e aver già vinto almeno un torneo Masters 1000.
ELIMINATO IL VINCITORE DEGLI ULTIMI DUE MASTERS 1000 – La grossa sorpresa della giornata è però arrivata a ora di cena, con la sconfitta della terza testa di serie del tabellone, Daniil Medvedev, totalmente inattesa anche tenendo conto del livello dell’avversario, Jeremy Chardy, 65 ATP, buonissimo giocatore proveniente dalle qualificazioni che però in nove partecipazioni nel tabellone principale mai aveva superato il secondo turno a Bercy. Il quarto giocatore al mondo era invece reduce da sei finali di fila raggiunte tra Washington e Shanghai (quest’ultima appena due settimane fa) ed era in una striscia positiva di undici vittorie nei Masters 1000, capace di fruttargli i titoli a Shanghai e Cincinnati. Il 32enne francese, che aveva battuto Medvedev in uno dei dei due confronti diretti, viene da una stagione piuttosto anonima con la sola semifinale raggiunta a Brisbane (e reduce da dieci sconfitte di fila contro top 10). Invece, per la gioia del pubblico francese, divertitosi con un tifo a tratti assordante ad aiutare il suo beniamino nell’impresa, la grande sorpresa è arrivata.
E dire che per un set e mezzo la partita sembrava saldamente in pugno del giocatore più forte: nei primi sette turni di servizio Medvedev perdeva appena cinque punti e dopo tre quarti d’ora di partita, avanti 6-4 2-1, nulla poteva far immaginare un finale diverso da una sua vittoria. Invece il tennis a volte racconta mille partite in una, in molti casi scollegate tra loro. All’improvviso, il russo perde la testa e addirittura si fa breakkare per due volte consecutive da Chardy, che, vincendo cinque giochi di fila, porta a sorpresa la partita al terzo set. A questo punto dell’incontro il pubblico del centrale diventa un fattore della partita: a differenza di ieri e del pomeriggio, c’è un bel colpo d’occhio sul Centrale e, più la partita entra nel vivo, più la folla parigina si fa sentire, fischiando sonoramente Medvedev durante le diverse volte che, nervoso per avere dato vita a una partita che sino a qualche minuto prima non esisteva, scagliava la racchetta per terra.
Il numero quattro del mondo non ci sta a perdere, ma Chardy è on fire: gioca davvero bene, sia col servizio che col dritto, cercando anche la rete, molte volte con successo, quando la situazione nello scambio glielo consente. Nei suoi primi tre turni di battuta nel terzo set il francese riesce ad annullare sette palle break complessive, anche con la complicità di un Medvedev sprecone e sempre più nervoso (alla fine, non si conteranno più i dialoghi furiosi col suo angolo, a seguito di punti persi). Si arriva al tre pari con il russo che nel terzo set ha concesso sino a quel momento quattro punti quando è alla battuta. Eppure, come tante volte accade nel tennis, il settimo gioco, durato 14 punti, è quello decisivo: il numero tre del mondo si trova a dover fronteggiare due palle break. Sulla prima si salva con un serve&volley a sorpresa, sulla seconda, un gran dritto di Chardy gli regala il break e fa partire la prolungata e spettacolare ola del pubblico nel cambio campo. Il francese va a servire per il match sul 5-4 e arriva al match point, ma Medvedev è bravo ad attaccare a rete e costringere l’avversario al passante di rovescio, che finisce in corridoio. Sull’inerzia positiva, il vincitore degli ultimi due Masters 1000 giocati guadagna una palla break che riporterebbe in equilibrio l’incontro, ma Chardy è a sua volta bravissimo ad annullarla con un servizio vincente. Il francese, appena due punti dopo, sfrutta l’ennesimo errore di dritto di un Medvedev troppo falloso con questo fondamentale per portare a casa l’incontro e accedere agli ottavi, dove affronterà il vincitore della sfida tra Isner e Garin. Per Medvedev la preparazione per le Finals di Londra inizia prima del previsto.
IL DETENTORE DEL TITOLO VA A CASA – A ora di pranzo è uscito dal torneo un altro russo su cui si riponevano discrete aspettative, Karen Khachanov, campione in carica del Rolex Paris Masters. Khachanov è sceso in campo con qualche misera speranza di qualificarsi alle ATP Finals ma ha concluso nel peggiore dei modi un 2019 che lo vedrà scivolare fuori dalla top 15. Le due sole semifinali raccolte in questi dieci mesi fanno ben comprendere perché questa settimana Karen sia solo al sedicesimo posto della Race. Opposto a Struff, 36 ATP contro il quale aveva vinto due dei tre precedenti (i primi due a livello Challenger e datati, il terzo risalente allo scorso giugno e all’erba di Stoccarda), ha lottato dopo aver perso al tie-break un primo set dominato dai servizi (nessuna palla break e parziale deciso da un unico mini-break) e portato la partita al terzo, grazie al servizio strappato in apertura del secondo al tedesco. Struff, reduce dai quarti raggiunti la settimana scorsa a Basilea, ha giocato con più coraggio e aggressività le fasi decisive del set decisivo. Il tedesco stato bravo a non scorarsi quando Khachanov lo ha contro-breakkato dopo essersi portato sul 3-1: così facendo, nel dodicesimo gioco, quando tutti pensavano servisse il tie-break per decidere le sorti dell’incontro – complici gli errori del 23enne russo – ha portato a casa l’incontro. Un risultato che potrebbe riguardare da vicino il tennis italiano: il 29enne tedesco in ottavi affronterà infatti il vincitore della sfida tra Berrettini e Tsonga.
ZVEREV VINCE FACILE, ORA SHAPO O FOGNINI – Non dura invece nemmeno un’ora l’esordio di Alexander Zverev. Il 23enne tedesco, ancora alla ricerca della matematica certezza della qualificazione alle ATP Finals da lui vinte lo scorso anno, affrontava Verdasco, 49 ATP. Un avversario che, sebbene in calo di rendimento (da Wimbledon non vince due partite di fila) è estremamente insidioso, come testimoniato anche dagli scontri diretti (madrileno in vantaggio 2-1). La partita non è mai stata davvero tale: Sasha dal terzo gioco dell’incontro ha infilato un parziale di sette giochi consecutivi che ha indirizzato il match, terminato in cinquantacinque minuti serviti al tedesco per trovare fiducia per il prosieguo del torneo. Molto buone le statistiche al servizio di Zverev, che ha messo il 79% di prime in campo e convertito in punti a proprio favore l’87% di quelli giocati con la prima. Ora il tedesco attende il vincitore della sfida tra il nostro Fognini e Shapovalov. Il canadese ha passato il turno dopo appena quattro giochi per il ritiro di Simon sul 2-2 per un fitto dolore alla coscia sinistra. Un solo il precedente tra il canadese e il ligure: risale all’anno scorso, quando sul cemento di Toronto il mancino Next Gen si impose in due set.
SEPPI NON SFRUTTA LE OCCASIONI – Non senza rimpianti abbandona il torneo il primo degli italiani ad aver esordito nel singolare del Rolex Paris Masters, Andreas Seppi: lo fa con rammarico per le occasioni sprecate nel corso dei due set, entrambi persi al tie-break contro Radu Albot che ieri aveva sconfitto Basilashvili in due set. Nel primo parziale l’azzurro è stato avanti di un mini-break nel gioco decisivo, nel secondo è prima stato avanti 5-4 30-0 e servizio e poi si è anche trovato sopra 4-1 nel tie-break. Il moldavo era decisamente alla portata dell’azzurro, come confermato anche dai tre precedenti giocati tra i due tennisti, che vedevano avanti 2-1 Seppi. Sono diversi i vuoti nelle piccole tribune del campo numero 1 della Accors Hotel Arena: tra i pochi spettatori presenti si notano una decina di moldavi, rumorosi e “armati” con la bandiera del proprio paese. Non si intravedono italiani, se non quelli nell’angolo dell’altoatesino: oltre a un paio di amici, ci sono il suo coach Sartori, la moglie Michaela e il capitano della squadra Davis italiana, Barazzutti. L’ultimo impegno stagionale di Andreas saranno infatti le finali di Madrid tra 20 giorni.
Il primo set è lungo e decisamente non spettacolare. La partenza di Andreas è davvero lenta: annulla una palla break nel secondo gioco, ma nelle fasi iniziali del match è molto falloso di dritto e così perde il servizio nel corso del quarto game. La moglie di Seppi dopo un cambio campo prega il marito: “Alza il livello“, ma è invece Albot a salire sul 5-2. Nel decimo gioco il moldavo ha un netto passaggio a vuoto e si vede strappare la battuta a zero dal nostro giocatore. Il dodicesimo game è molto complicato per l’altoatesino: va avanti 30-0, poi smarrisce completamente la prima di servizio, ritrovandosi a dover annullare un set point: Albot gli dà però una mano, spedendo il dritto in corridoio e mandando la partita al tie-break, giocato però malissimo da Seppi. Nel secondo Andreas parte bene e sorprende Albot: va subito 3-0 e sembra veleggiare senza problemi verso l’approdo al terzo set. Nei primi quattro giochi del secondo parziale in cui è alla battuta, Seppi concede solo sei punti. Anche per questa ragione, quando è sul 5-3 30-0 l’evoluzione naturale della partita sembra il terzo, ma nuovamente la prima di servizio abbandona il nostro giocatore, che a sorpresa subisce un filotto di quattro punti. Si arriva così nuovamente al tie-break e in questo frangente del match i rimpianti di Andreas sono ancora maggiori: va avanti 4-1, ma si fa rimontare. Albot va una prima volta a match point sul 6-5, ma Seppi si salva con l’aiuto di servizio e dritto. Arriva però un secondo match point e il moldavo chiude con un servizio vincente: giocherà i primi ottavi in un Masters 1000, giovedì, contro il vincente della sfida tra Monfils e Paire.
In zona mista, subito dopo essere uscito dal campo numero 1, Seppi non ha nascosto la sua delusione: “ Purtroppo è stata una partita equilibrata, ma ho giocato peggio i punti importanti e l’ho pagato a caro prezzo. Questo 2019 per me è stato ad alti e bassi: ho iniziato molto bene, poi ho avuto una flessione netta nella parte centrale, giocando molto male sulla terra, mentre nell’ultimo mese ho poi giocato bene indoor, è davvero un peccato non aver fatto bene qui. Ora recupero un po’ fisicamente, poi mi aspettano la Coppa Davis, le vacanze e la preparazione fisica in Colorado per la prossima stagione. Le infiltrazioni per curare l’anca sono programmate a marzo e come sempre dopo averle fatte dovrò stare fermo 3-4 settimane“.
Il tabellone completo con tutti i risultati
La Race to London aggiornata