TENNIS ROLAND GARROS – Federer che scende in campo la prima domenica, Djokovic e Nadal (sul secondo campo…) al lunedì. L’abisso che separa gli Slam dai Master 1000 Atp. La miopia di un dirigente impreparato.
Fabrizio Fanucci: “Purtroppo Starace non è mai stato in partita”
Fanucci: “Filippo Volandri ha giocato bene, ma Querrey avrà fatto 30 aces e sempre sulle pallebreak”
Papà Tomljanovic: “Per Chris Evert, Alja è come una figlia” (prima parte)
(seconda parte)
Che abbiano perso tre italiani su tre in questa domenica d’avvio del Roland Garros 2014 non è una gran sorpresa. Dovrebbe andar meglio nella seconda giornata con altri 6 italiani in campo dei 13 approdati in tabellone (4 dalle qualificazioni).
Non era probabile che Starace riuscisse a battere il russo Tursunov, né che Volandri – che pure ha lottato ai limiti delle proprie possibilità – vincesse contro l’americano Querrey.
Ho visto pochissimi punti dei loro match. Invece mi interessava vedere in che condizioni versasse Francesca Schiavone e anche che caratteristiche avesse la sua avversaria, la croata Ajla Tomljanovic di cui avevo sentito parlare piuttosto bene e sapevo essere una pupilla di Chris Evert, una campionessa che non difetta in miopia.
La bella ragazzona croata, 180 cm d’altezza e un fisico possente, è nata a Zagabria ma da ormai 8 anni residente in Florida. Il padre, Ratko, è un ex campione europeo di pallamano (handball) con la squadra di Zagabria e nazionale olimpico con la Jugoslavia. Mi ha bene impressionato anche se Francesca Schiavone a fine conferenza stampa mi ha detto: “Sulla terra battuta non è ancora fortissima, io non riuscivo ad aprirmi gli angoli oggi, non servivo bene, soprattutto dal 3-1 in poi…“.
A me però questa ragazza di soli 21 anni è sembrata piuttosto interessante. I colpi li ha tutti, servizio compreso anche se ha fatto 6 doppi falli, il rovescio bimane è il colpo più naturale “e il dritto lo ha molto rafforzato, ha potenza ed è capace di giocare un po’ tutti i colpi” dice papà Ratko accanto al quale ho visto la fine del primo set e tutto il secondo set della partita vinta da sua figlia. Abbiamo presto familiarizzato anche perché lui conosce bene Mladen Toncic, oggi funzionario della federtennis croata, e a suo tempo mio compagno di doppio quando giocammo insieme per l’Università di Tulsa in Oklahoma.
“Non ho voglia di fare il suo coach, già fare da padre è impegnativo…il suo coach sarebbe David Taylor, l’ex di Samantha Stosur, ma qui non poteva venire e allora sto qua io…Io credo di averla potuta aiutare, da ex sportivo, per certi aspetti…Oltre a quelli economici, grazie alla pallamano avevo da parte qualcosa…ma a tennis gioca meglio mia moglie…e quanto alla vita privata di mia figlia ha 21 anni e si gestisce come meglio crede, non so nemmeno se ha un ragazzo… Però era talmente determinata a diventare una tennista professionista che quando 8 anni fa andammo dagli Evert, riflettemmo per una settimana e poi decidemmo di trasferirci tutti in Florida…”
“Io avevo un bel lavoro, ero dirigente di una società tedesca nel settore del caffè, ma decisi di lasciare tutto perché mi pareva che le speranze di mia figlia meritassero di essere sostenute“.
Nell’audio in inglese sentirete altre cose che ha detto, ma direi che mi ha fatto un’ottima impressione. Persona intelligente, supercivile, un padre di quelli che vorrei incontrare spesso e non incontro quasi mai.
Di questa ragazza credo risentiremo parlare. Magari, come dice Francesca, più per i risultati su campi in cemento che su questi in terra rossa. Però, anche se non l’ho quasi mai vista a rete, mi è sembrata tennista abbastanza completa. Ha fatto anche qualche approccio con rovesci con il taglio sotto la palla piuttosto interessanti. Ed è in grado di usare il chop anche con il dritto. Anche lei, come suo padre, mi è sembrata molto serena, ben educata, in gamba. L’ho incontrata a fine partita e dopo in conferenza stampa. Ragazza tranquilla, determinata senza tanti grilli in testa.
Per quanto riguarda il resto della prima giornata nessuna sorpresa di rilievo direi. Federer che vince in tre set, Tsonga idem, le due Williams in due.
Tengo a sottolineare ancora una volta che qui il Roland Garros è in grado di programmare Roger Federer – e tutti gli altri che ho appena accennato – sul campo centrale alla domenica d’inizio del torneo, senza che lo svizzero si permetta di protestare, e che questo lunedì Rafa Nadal, campione di 8 Roland Garros – e favorito n.1 per il nono titolo più di Djokovic a sentir lo stesso Federer – giocherà sul campo Suzanne Lenglen. Il campo n. 2. Anche Djokovic e Sharapova giocano già lunedì.
Quando a Roma ho segnalato al presidente della Federtennis Binaghi (che aveva appena rivolto un appello all’Atp per ottenere dall’associazione giocatori dieci giorni per il torneo romano) che era molto meno difficile ottenere che Roma e Cincinnati – i soli due master 1000 back to back – potessero avere un tabellone a 64 giocatori in modo da poter mettere in campo anche alcuni big al lunedì o al martedì, il presidente ha risposto con l’abituale superficialità di chi non conosce né i problemi concreti né come stanno le cose.
Lui si è limitato ad affermare l’ovvio, e cioè che i giocatori importanti e di nome, vorrebbero giocare sempre meno partite. Vero, ma è anche vero che non sono certo due partite in più l’anno (o forse una sola!) a poter costituire un vero problema, perché per quanto l’Atp sia abbastanza succube dei big che fanno cassetta e che trascinano l’intero business, l’associazione giocatori non può non capire davvero l’importanza di sostenere anche economicamente i suoi Master 1000 per farli crescere sempre più anziché veder aumentare giorno dopo giorno il gap con gli Slam.
Al di là dell’appello a mio avviso donchisciottesco per ottenere dall’Atp tre settimane è invece molto più difficile, complicato e improduttivo cancellare una settimana di tornei Atp e Wta. Se Madrid e Roma conquistassero 3 settimane per i loro due tornei è chiaro che ciò diventerebbe inevitabile. I big potrebbero forse anche essere contenti. Ma tutti gli altri giocatori? Quelli che perdono al primo turno a Madrid e devono restarsene 10-11-12 giorni ad aspettare di poter giocare a Roma standosene sulle spese in Europa (se sono americani, australiani, sudafricani, indiani eccetera)? Senza poter guadagnare né punti né soldi? Per loro ogni torneo soppresso è una jattura. Può essere che l’Atp per cinque, sei giocatori che vogliono giocare una o due partite di meno l’anno, voglia sacrificare un centinaio di giocatori che possono prendere parte a 3 tornei?
Inoltre quali sarebbero i tornei a farne le spese? Barcellona? Oppure Monaco, Estoril, Bucarest, sempre tornei che hanno una certa tradizione e valenza. In Portogallo non c’è altro che l’Estoril, torneo per uomini e donne. Cancellare il tennis dal Portogallo per far piacere a Roma e Madrid? Oppure cancellare una città come la ricchissima Monaco in Germania? Non sarebbe una cosa intelligente. Bucarest, poi, ha già sofferto di non pochi spostamenti. Se appartiene a Tiriac magari è più facile da…sopprimere, ma vi parrebbe giusto e praticabile?
L’accenno di cattivo gusto di Binaghi al fatto che “voglio vedere che succederà in Spagna il giorno che non c’è più Nadal!” lo si può comodamente trasferire anche all’Italia delle ragazze vincenti.
Tiriac, che certo avrà sorriso nel sentire l’accenno di Binaghi al fatto che a Madrid poca gente assisteva al torneo femminile – nel contesto di un appello all’Atp, l’accenno ad una situazione che riguarda semmai la Wta è parso abbastanza curioso, per non dire fuori tema – potrebbe replicare facilmente infatti: “Voglio proprio vedere quanta gente andrà a seguire il tennis femminile a Roma il giorno che non ci saranno più Errani, Schiavone, Pennetta e Vinci…vi ricordate com’era deserto il Foro per il torneo femminile quando non era misto, non era ancora combined e le ragazze italiane non avevano ottenuto i risultati di questi ultimi anni?”
Da quanto ci è stato ammannito per giorni a Roma sembra quasi che il successo di pubblico al Foro Italico per i match femminili sia dovuto principalmente all’esistenza del canale federale Supertennis più che ai risultati delle ragazze che sono da tre anni a ridosso delle top-ten nel ranking Wta.
“Abbiamo registrato contatti eccezionali per il match di ieri di Sara Errani…” gongolava Binaghi a Roma. Certo che sì, ma per Jankovic-Ivanovic, che pure è un gran bel vedere sotto svariati punti di vista, sarebbe stata la stessa cosa? Io ne dubito, figurarsi per altri primi e secondi turni. Oh, ma vi ricordate il deserto al Foro Italico per il torneo femminile fino alle semifinali quando le nostre donne perdevano tutte ai primi turni?
Continuo a ritenere che siano gli exploit di giocatrici alle cui affermazioni purtroppo la Fit ha contribuito ben poco – Errani, Pennetta, Giorgi e domani, visto che si parla tanto dei successi junior dovuti…agli investimenti dei genitori, magari pure Quinzi – a far da traino ad un movimento e certo anche con il supporto di Supertennis che ce li fa vedere più di quanto li vedremmo.
Ma provate a mandare in onda tennisti e tenniste italiane scarse e vedremo se Supertennis farà il miracolo di attrarre nuovi fans e stimolare i giovani ad avvicinarsi al tennis. È per questo che la prima assoluta priorità di una federtennis dovrebbe essere quella di tirar su qualche nuovo giocatore, di investire 5 milioni lì e 2 nella tv, non viceversa. Ci si potrà arrivare se i dirigenti saranno capaci, prima o poi, di fare un minimo di autocritica.
Di capire cioè che qualcosa va cambiato anziché farsi peana celebrativi pro domo sua, se da Tirrenia non è uscito in 10 anni un straccio di giocatore, o giocatrice. Se uno junior come Quinzi cerca dappertutto fuorché in Italia un coach come si deve. Se i tre soli coach di livello internazionale che abbiamo prodotto, Piatti, Pistolesi e Castellani, si guardano bene dall’allenare giocatori italiani per non aver rapporti con la FIT.
Insomma…qualcosa di diverso va studiato e fatto, anche se purtroppo il resto della stampa nazionale ha cessato di stimolare la Fit a impegnarsi in questa direzione.
Invece, dato atto a FIT e Coni Servizi che sul torneo di Roma si stanno facendo confortanti progressi sotto vari aspetti, bisogna avere l’umiltà di capire che altri progressi vanno fatti in altri direzioni e che non si può soltanto tentare di far credere alla gente, all’opinione pubblica, che Supertennis è la panacea di tutto, che il fatto che la Tv aumenti gli ascolti (ma non il reddito pubblicitario fin qui) sia la chiave di volta per affermare il boom del tennis.
Insomma vedremo che cosa il nuovo presidente Atp, Kermode, farà. Ma, ribadisco, se lo scopo è far sì che quattro dei otto giocatori teste di serie possano cominciare a giocare a Roma (e a Cincinnati) due o tre giorni prima, è talmente più semplice riportare quei due tabelloni di Madrid e Cincinnati con cui Roma dovrebbe allearsi per fare lobby a 64 giocatori (anche se Indian Wells e Miami che hanno già 10 giorni ciascuno, più Madrid, Canadian Open, Shanghai, restassero con i tabelloni a 56 giocatori, e Paris Bercy a 48), che fare appelli tramite stampa all’Atp e implorare dieci giorni di torneo per Roma.
Oltretutto i primi 8 del mondo a maggio non sono necessariamente i primi 8 anche ad agosto, quando si gioca l’altro solo torneo che potrebbe pretendere un tabellone a 64 giocatori invece di 56, e cioè Cincinnati. Ciò significa che potrebbero essere richiesto soltanto a 5 giocatori di giocare due partite in più l’anno, e ad altri 6 (quelli che mancano per fare 8 teste di serie nei due tornei d Roma e Cincinnati) di farne uno in più. E che sarà mai?
Lo diceva da anni Rino Tommasi, lo dico io. Quindi per principio la FIT penserà che siamo noi a sbagliare. Piuttosto che darmi ragione preferiscono autoincensarsi e continuare a sbagliare.
Certo è che non è tramite la stampa e gli accorati appelli che si può sperare di ottenere qualcosa dall’Atp, ma semmai tramite ben congegnate operazioni di lobby. Va tenuto presente che mentre un tabellone può essere modificato dalla sola Atp, il calendario internazionale ha implicazioni che riguardano anche la Wta: Roma non è nemmeno un premier mandatory, nel circuito femminile. E’ un premier 5, a differenza di Madrid. Anche la Wta non vorrà perdere una settimana del suo circuito per venire incontro agli appelli di Binaghi all’Atp.
Scusate, ma possibile che nessuno – anche dei miei colleghi – abbia colto questi aspetti? E’ vero che la FIT ha ormai stretto legami commerciali con le principali testate giornalistiche italiane, però insomma ogni tanto qualcuno potrebbe sollevare anche qualche dubbio, rivolgere qualche domanda un pochino accurata al nostro beneamato presidente, quando dice tutte le cose che ha detto in conferenza stampa senza che nessuno osasse contraddirlo o quantomeno aprire un minimo di dibattito e confronto.
Poiché non ho mai avuto intenzione di fare politica e il dirigente federale, forse qualcuno potrebbe pensare che io abbia qualche ragione, anche fra i colleghi. Invece mi pare d’essere una voce nel deserto. Mah…