Pare che la Federazione francese si sia già pentita della sua piccola rivoluzione imposta al circuito spostando il Roland Garros a fine settembre. A dirlo è Jim Courier, i cui propositi vengono riportati in un articolo di Christopher Clarey –illustre firma del The New York Times.
L’ex n. 1 del mondo, campione del Roland Garros nel 1991 e nel 1992 (e finalista nel 1993), nonché vincitore dell’Australian Open nel 1992 e 1993, ha dichiarato che “da quanto ho sentito, il Roland Garros ha presto riconosciuto il suo errore di aver scavalcato gli altri senza alcun preavviso, credo ci siano state molte discussioni da allora tra i vari dirigenti“.
Un’affermazione confermata dallo stesso David Haggerty, presidente dell’ITF, al quotidiano americano: “Credo abbiano capito quanto sia fondamentale collaborare sulle decisioni importanti per il tennis. La buona notizia è che ora i sette dirigenti del tennis (i quattro tornei dello slam, il presidente dell’ATP, della WTA e lo stesso Haggerty) ora hanno potuto confrontarsi regolarmente sulla situazione attuale e l’impatto che questo ritardo avrà sul calendario del tennis“.
Dispiace un po’, invece, constatare che all’incontro di Trump con tutti i vertici dello sport statunitense il tennis non abbia trovato neanche una sedia.