Prosegue senza intoppi il programma di aiuti economici da destinare ai tennisti dalla classifica più bassa. In un comunicato stampa l’ATP ha reso nota la cifra raggiunta finora: oltre 6 milioni di dollari statunitensi. Questo fondo è stato finanziato, oltre che dalle tre sigle ATP, WTA e ITF, anche dai quattro tornei dello Slam ed è evidente ormai come l’emergenza causata dal coronavirus abbia in qualche modo costretto questi sette organi ad andare d’accordo. La necessità di soccorrere economicamente i giocatori alla base della piramide tennistica ha accelerato molto i tempi di questa collaborazione tanto auspicata dall’ATP Chairman Andrea Gaudenzi, e con la messa in atto del Player Relief Programme si trasformeranno in fatti i sentimenti di altruismo tanto cari a giocatori come Djokovic e Isner.
Tuttavia nei giorni scorsi erano emerse alcune perplessità sui criteri adottati per stabilire chi avesse effettivamente bisogno di aiuti economici – a parlarne in maniera più schietta era stato Thiem – e al momento su questo punto si può aggiungere che la distribuzione finanziaria sarà gestita dalla ATP e dalla WTA e la spartizione del denaro sarà equa tra uomini e donne. A ricevere gli aiuti saranno all’incirca 800 tra tennisti e tenniste, sia singolaristi che doppisti, e si terrà conto ovviamente del ranking del giocatore ma anche e soprattutto dei precedenti montepremi accumulati, secondo dei criteri concordati da tutti e sette i finanziatori.
L’ATP sottolinea inoltre che attività quali tornei virtuali, aste benefiche e raccolte fondi non fanno altro che incrementare la cifra raccolta finora. Il comunicato si chiude poi con un messaggio di buon auspicio: “La creazione del Player Relief Programme è una dimostrazione positiva della capacità dello sport di riunirsi durante questo periodo di crisi. Continueremo a collaborare con l’obiettivo di garantire la salute a lungo termine dello sport durante questa sfida senza precedenti per il nostro stile di vita, e i nostri pensieri vanno a tutte le persone colpite in questo momento”.