Le modalità di ripartenza del circuito sul territorio statunitense fanno discutere i diretti protagonisti, con la base di partenza (da aggiornare) rappresentata dalle perplessità espresse dai big (Djokovic e Nadal su tutti) nelle scorse settimane. In attesa che gli opinion leader facciano sentire di nuovo la propria voce, non mancano le altre reazioni. Su posizioni di netta apertura, seguendo la scia di Serena Williams, si è inserita Bianca Andreescu, fresca di ventesimo compleanno in un 2020 che non l’ha vista mai scendere in campo (causa infortuni) e soprattutto campionessa in carica dello US Open. La canadese, che giustamente ritiene l’Arthur Ashe Stadium il suo campo del cuore, sembra non avere dubbi sull’organizzazione e sulle misure di sicurezza.
Ma il fronte di chi manifesta perplessità è comunque articolato. Rispetto a quella che sembrava una chiusura definitiva nelle interviste rilasciate al New York Times e alla tv rumena, Simona Halep ha aperto adesso uno spiraglio sulla sua partecipazione. “A oggi non ho pianificato di giocare a New York – le sue parole -, ma la situazione è fluida e le condizioni potrebbero mutare entro la deadline di metà luglio. Il mio pensiero non è scolpito nella roccia, come ho specificato ai vertici del torneo e della WTA“.
Sul fronte maschile, è un controsenso logistico quello enfatizzato da John Millman. L’australiano mette in evidenza come tutti gli sforzi ipotizzati dai protocolli per creare la bolla Cincinnati-US Open a New York potrebbero risultare vani visto che la ripresa è fissata a Washington (lì da dove una buona parte del carrozzone si rimetterà in moto).
“A questo punto – cinguetta su Twitter – non si sarebbe potuto giocare Cincinnati nella sua sede naturale? Mi piacerebbe vedere la situazione negli Stati Uniti molto migliorata rispetto a oggi, prima di impegnarmi“. Dubbi che trovano l’appoggio tra i commenti di Kirsten Flipkens, 77 del mondo WTA: “Non c’è alcuna logica”, puntualizza la belga.
Polemizza con il chairman ATP Andrea Gaudenzi, invece, Nick Kyrgios: “Amico, ti sei davvero preso cura dei giocatori in questo periodo… Sul serio, che ne dici di collaborare davvero con noi?“, seguito da un insulto bonario. Un attacco politico sulla gestione del periodo di emergenza, che sembra andare oltre la congiuntura del calendario.