20 anni compiuti il 3 marzo, n. 114 ATP, è l’unico classe 2000 ad aver vinto fin qui un torneo ATP. È accaduto a Santiago all’inizio di quest’anno “rovinato” dal COVID-19 (è stato il primo tennista a contrarlo, sarebbero seguiti Dimitrov e Coric), più giovane brasiliano di sempre ad aver conquistato un titolo e primo teenager ad aver vinto un torneo ATP dopo Alex De Minaur nel 2019 a Sydney. Ha come coach Joao Zvetsch e il padre Claudio Ricardo Wild che gestisce una Tennis Academy. La madre invece, Gisela Christine Seyboth è medico.
Ha una sorella, Luana. Thiago parla perfettamente portoghese, inglese e spagnolo. Nato a Marechal Candido Rondon (nello stato del Paranà, nella microregione di Toledo) si è trasferito da quando aveva 15 anni a Rio de Janeiro. La sua superficie prediletta è la terra rossa. Nel calcio tifa per il Gremio e il suo difensore centrale Pedro Geromel. Nel tennis… vorrebbe avere l’intensità di Nadal, che è il suo idolo. Si definisce coraggioso e senza paura nei punti importanti, ma a volte deve combattere contro la sua pigrizia.
LA VIDEO-INTERVISTA COMPLETA
LE PARTI SALIENTI DELL’INTERVISTA
Minuto 00 – Il suo nome si pronuncia con la W dura alla tedesca, perché tedesche sono le sue origini. E la successiva I resta come in italiano, quindi chi la leggesse come una traduzione all’inglese di “selvaggio” sbaglierebbe.
01:30 – Il racconto di come è andata a Santiago (il torneo che ha vinto), dal momento in cui all’improvviso è arrivata la wild card. Incontra Garin, che si è ritirato dopo aver avuto due set point, ma Thiago ha vinto il primo set…
04:50 – La vittoria su Ruud: “Ero sotto 3-1 15-40 nel set decisivo”.
06 – Il suo coach è in parte italiano, anche se il nome di battesimo è brasiliano e il cognome pare tedesco. Ma ne ha un altro: Pinnuzzi.
07 – Thiago ha avuto il COVID-19. “Un caso curioso. Non me ne sono accorto. Ho fatto il test a casa, non a Rio. Perché mia madre ha voluto che lo facessi. Ero asintomatico. Pensavo di essere negativo e invece…“
08:40 – Il COVID-19 in Brasile: “Situazione bruttissima. Sto a San Paolo”.
10:00 – “Non sono traumatizzato… ma è molto triste. Due amici hanno contratto il COVID-19, ma sono ok ora”.
11:45 – “Avendo già avuto il COVID-19 dovrei essere più protetto e quindi andrei a New York”.
12:00 – “Non ho molti punti da difendere”.
13:00 – Buone relazioni con Guga Kuerten, Bellucci, Melo, Monteiro. La maggior parte dei tennisti brasiliani si allenano nel Sud del Brasile.
14:00 – L’ispirazione di Guga Kuerten. “È un personaggio popolarissimo non solo nel mondo del tennis…”. Invece Thiago non ha idea di chi sia Maria Esther Bueno, la più forte tennista brasiliana di tutti i tempi e Hall of Famer dal 1987 (nota triste di UBS: Maria Bueno, che era pure molto bella, è stata n.1 del mondo nel 1959, vinse tre volte Wimbledon e Roma, quattro volte i campionati degli Stati Uniti. Ha fatto il Grande Slam in doppio e conquistato in totale 19 titoli di Slam. È morta nel giugno del 2018).
16:30 – “Quando avevo 12 anni andai a San Paolo a vedere i campionati del Brasile e guardando Bellucci mi dissi: ‘Oh come mi piacerebbe giocare come lui un giorno’. Non sono un idolo per il Brasile, ma mi piacerebbe ispirare i ragazzini come ha fatto lui con me”.
18:00 – La differenza fra i tornei challenger e quelli ‘pro’. Una diversa professionalità
18:50 – Il match fra Thiago e Lorenzo Musetti. “Lui è più giovane, un anno o due, meno forte fisicamente ma è molto talentuoso. I muscoli non sono tutto. Non tutti hanno i muscoli di Nadal e Wawrinka: Goffin, Zverev… ad esempio Djokovic è magrissimo. Se sarà ben preparato Musetti non sarà necessariamente svantaggiato…”
20:00 – “Mi piace Nadal, io ho cominciato a giocare e vedere tennis quando lui già vinceva”.
21:00 – “A cena, potendo scegliere, vorrei stare con Nadal, Fognini e Federer”.
21:46 – “Fra US Open e Roland Garros cosa sceglierei? Per vincere l’US Open, per giocare Parigi. Mi piace giocare sulla terra. In altitudine sulla terra, come Cordoba, a livello del mare sul cemento che non sia troppo veloce”
22:00 – Il suo gioco. “Mi piace giocare piatto, non amo quelli che giocano top-spin stando tre metri dietro la riga di fondo”.
24:00 – “La maturità dipende da te, così come la professionalità. La mia priorità era sempre il tennis. Non ho mai mollato un allenamento, una sveglia mattutina, per aver preferito andare a un party”.
25:00 –Su Sinner cosa pensi? “L’ho visto giocare qualche volta. È come per Musetti, è molto magro, ma ha un ottimo servizio, ottimi colpi da fondo, è veloce, si muove bene, e sentiremo parlare molto di lui”.
27:00 – Obiettivo? Ascoltatelo, è facile anche per chi non capisce l’inglese… andate al minuto 27 e ascolterete in un minuto questa risposta e la prossima.
28:00 – Il sogno per il torneo da vincere e l’avversario? Beh… ascoltate il video, a Thiago non manca il coraggio!
29:00 – “I miei colpi preferiti sono…”
30:00 – “Sto lavorando su…”
30:00 – L’importanza della strategia, gli scacchi di Djokovic, “tutti dovrebbero giocare a scacchi!”
32:00 – Lo scouting su You Tube degli avversari.
32:45 – “La vecchia Davis Cup mi piaceva di più. Ora è un torneo normale”.
34:00 – “Mio padre giocava a tennis, ma non so il suo ranking. Giocava a Nizza, a Lille. I miei genitori non volevano che io facessi il tennista, preferivano che facessi una vita normale. Ma io…”
35:00 – “I miei non mi hanno mai spinto a fare qualcosa… Penso che verranno a vedermi a New York”
36:00 – Regole che cambieresti? “Niente shot-clock… sono sempre in ritardo, verrei sempre multato”.
37:00 – Thiago sorride quando dico che Flink è molto più vecchio di me…