TENNIS – Il numero uno del mondo batte Leonardo Mayer in tre set, rischiando qualcosa nel secondo. L’impressione è che serva un altro Nadal per arrivare in fondo. Kohlschreiber trascina al quinto Murray e il match è sospeso per oscurità.
R. Nadal b L. Mayer 62 75 62 (da Parigi, Antonio Garofalo)
Quando mercoledi prossimo inizierà per davvero il torneo di Nadal, si capirà qualcosa di più. Per ora sembra proprio di vederlo in allenamento.
In realtà queste sedute agonistiche con occasionali sparring partners paiono meno intense e fluide delle solite sessioni quotidiane sotto la guida di zio Toni ma è ancora presto per dire se tutto ciò sia sintomo di qualcosa che abbiamo già intravisto nella mediocre stagione sul rosso del maiorchino o solo un’oculata amministrazione delle energie per i match che verranno.
Il malcapitato Leonardo Mayer, felice come una Pasqua di trovarsi sullo Chatrier, lo ricordiamo per aver perso in finale quest’inverno a Vina del Mar da Fognini, che in contemporanea sta sfidando Monfils sul Lenglen.
Gioca a braccio sciolto come è ovvio per chi non ha nulla da perdere e strappa qualche applauso con alcune accelerazioni del suo rovescio ad una mano.
L’impressione che lascia il maiorchino è comunque quella di un giocatore non al massimo della fiducia: gioca corto, stecca qualche palla di troppo e non è incisivo come nei giorni migliori.
Nadal amministra comodamente il primo set con il break in apertura, mentre nel secondo rischia qualcosa, scivolando da 4-2 e servizio a 4-5 30-30, prima di chiudere 7-5.
Il terzo set non ha storia come il primo, con l’argentino che sembra divertirsi più del numero uno del mondo, azzardando discese a rete e tentanto vincenti da ogni parte del campo.
Lo spagnolo riesce così ad ottenere la trentunesima vittoria consecutiva a Porte d’Auteuil, eguagliando la striscia precedente interrotta da Soderling. Direi che la migliorerà, Lajovic permettendo si intende.
(7) A. Murray (28) P. Kohlschreiber 3-6 6-3 6-3 4-6 7-7 sospesa per oscurità ( da Parigi, Antonio Garofalo)
Non sono bastate tre ore e ventisette minuti ad Andy Murray per avere la meglio sul tedesco numero 28 del mondo.
Dopo cinque set di sali e scendi, la partita viene sospesa per oscurità sul sette pari del set decisivo, con Murray che era avanti due set a uno e 3-0 e poi 4-2 nel quarto set, mentre nel quinto set è stato prima avanti e poi indietro di un break e per quattro volte a due punti dal match ( due volte sul 6-5 e due sul 7-6).
L’ultima volta che Kohlschreiber ha battuto sulla terra un giocatore classificato trai primi 10 del mondo, dall’altra parte del net c’era proprio l’avversario odierno.
Si tratta dell’unico precedente trai due, datato 2010 a Monaco.
Kohlschreiber gioca un bel tennis aggressivo, soprattutto col suo proverbiale rovescio e nel primo set, nonostante un break di svantaggio preso in avvio, riesce a comandare il gioco costringendo Murray a numerosi errori.
Il tedesco riesce così a ribaltare il punteggio e ad operare il sorpasso aggiudicandosi il primo parziale.
Nel secondo set Murray prende decisamente il comando delle operazioni, imposta lo scambio sul dritto dell’avversario e soprattutto guadagna campo progressivamente. Il break decisivo arriva sul 3-2.
Il servizio fa il resto e dopo un’ora abbondante di gioco lo scozzese ristabilisce la parità.
Il match è comunque gradevole quando sul Lenglene il sole si avvia a nascondersi dietro le tribune, perché Kohlschreiber non tira indietro il braccio e non disdegna qualche tocco pregevole.
Murray però sale in cattedra e ottiene il break nel quinto game con una splendida stop volley al termine di un lungo scambio.
Sul 5-3 lo scozzese riesce a strappare nuovamente il servizio al suo avversario chiudendo alla quarta palla set.
Nel quarto però Murray si complica maledettamente la vita, fa e disfa a ripetizione: va avanti subito 3-0 e il match sembra finito. Restituisce il break, se lo riprende e va 4-2. Li si spegne completamente la luce, inizia una sequela di mugugni, imprecazioni e chiacchierate solitarie tipiche dello scozzese, con annessi errori ed orrori ( ben quindici i gratuiti solo nel parziale) e perde i successivi quattro game.
Kohlschreiber, quasi incredulo ma bravo a rimanere attaccato alla partita, incassa, ringrazia e trascina la partita al quinto set.
Il set decisivo sembra la fotocopia del precedente, con quattro break nei primi sei giochi. Nel rincorrere una perfetta palla corta dell’avversario Murray lancia un urlo di dolore toccandosi il quadricipite della coscia destra e al cambio campo si fa massaggiare dal fisioterapista. Lo sguardo di Kim in tribuna si fa sempre più buio, come il cielo di Parigi.
All’improvviso i due litiganti ritrovano l’efficacia al servizio e fino al 6-5 Murray non ci sono sussulti.
Qui lo scozzese si trova due volte a due punti dal match, ma il tedesco è bravo con il servizio. Sul 6-6 va in confusione anche l’arbitro che annuncia…il tiebreak! Salvo correggersi subito. Poi con un meraviglioso passante di rovescio lungolinea Kohlschreiber si procura una palla break pesantissima: stavolta è bravissimo Murray che riesce a portarsi sul 7-6.
Al cambio di campo Murray va altre due volte a due punti dal match, ma il tedesco strappa il 7 pari e rimanda il tutto a domani.
G. Garcia Lopez b. D. Young 62 64 26 67(4) 64
Questa è la partita del rimpianto, per Fabio Fognini, che negli ottavi avrebbe dovuto incontrare il vincente di questo match. Non sarebbe stata una partita facile, perché i due hanno offerto una buona prestazione, soprattutto grazie al gran ritorno di Donald Young, che speriamo tragga profitto da questo buon torneo per provare a migliorare la sua scarna classifica. Dopo i primi due set andati via abbastanza rapidamente, forse Garcia Lopez si prendeva una pausa, cedeva il set abbastanza facilmente ma sembrava poter riprendere la marcia senza problemi. Ma arrivati al 5 a 4 del quarto, Young riusciva a inventarsi un gran game, togliendo il servizio allo spagnolo. Il momento di grazia continuava nel tiebreak ed era bravo lo spagnolo a non perdere la calma. Nel quinto i due tenevano il servizio fino al decimo game, quando lo statunitense si trovava immediatamente sullo 0-30. Riusciva a salire fini al 30 pari ma era costretto a concedere una palla break che era anche match point. Dritto sparacchiato malamente in rete e Garcia Lopez che poteva ringraziare il pubblico mimando il movimento di un torero.
Verdasco – Gasquet 63 62 22 (sospesa per oscurità)
K. Anderson b. I. Karlovic 63 rit.
Un infortunio alla schiena non ha permesso al gigante croato di giocarsi le chanches per arrivare ad incontrare il finalista dello scorso anno, David Ferrer.
M. Granollers b. M. Klizan 67(5) 62 76(4) 75
D. Lajovic b. J Sock 64 75 63