Boris Becker ha deciso di festeggiare l’anniversario del suo ritiro, avvenuto il 30 giugno 1999, lasciandosi trascinare in uno dei più classici battibecchi da social (Twitter, nello specifico). Piccola premessa: pochi giorni Sascha Zverev ha infranto l’isolamento che lui stesso si era imposto, e questo gesto è stato prontamente criticato dal suo collega Nick Kyrgios, il quale da quando è scoppiata la pandemia sembra aver sviluppato grandi doti da trasformista passando con disinvoltura da bad boy a ragazzo modello.
“Quanto puoi essere egoista?” era stata l’accusa di Nick, con un corollario di altri rimbrotti a Zverev che potete trovare qui. Tutto ciò non è andato giù a Becker, che ha deciso di difendere il suo connazionale.
Il tweet di Becker che ha “scatenato” la diatriba recita: “Noi tutti stiamo attraversando una pandemia chiamata COVID-19! È terribile e ha ucciso molte persone… dovremmo proteggere le nostre famiglie e i nostri cari e seguire le linee guida, ma comunque non mi piacciono gli spioni“ (ha utilizzato la parola ‘rats‘, ratti, che in linguaggio colloquiale sono i delatori, gli spioni); è un riferimento diretto a Nick Kyrgios, che a scanso di equivoci viene anche taggato. Insomma, l’ex numero 1 ha dato dello spione all’australiano. Quest’ultimo non si è scomposto e ha replicato: “Spioni? Per aver ritenuto qualcuno responsabile di qualcosa? Strano modo di pensarla, campione. Quando la mia famiglia e le famiglie di tutto il mondo hanno rispettosamente fatto la cosa giusta”.
La schermaglia è proseguita con Becker che ha affermato di non poter essere amico di chi rimprovera dei colleghi sportivi, né di chi si guarda allo specchio e crede di essere meglio degli altri. Nuova replica di Kyrgios: “Per l’amor di Dio, Boris, non voglio competere con nessuno o cercare di buttare qualcuno sotto il bus. È una pandemia e se qualcuno è così idiota come Alex da fare ciò che ha fatto, io lo faccio notare. Semplice“.
Il pubblico di Twitter, essendo composto principalmente da giovani, si è schierato maggiormente con l’australiano, ma allo stesso tempo i social sono in grado di polarizzare qualsiasi dibattito e creare vere e proprie squadre di tifosi, quindi anche Kyrgios ha ricevuto le sue critiche. Infine è lo stesso Becker che prova a metterci una pezza per ricucire lo strappo creato, ma lo fa con una provocazione non troppo velata: “Mi piacerebbe davvero vedere Kyrgios realizzare il suo potenziale e vincere uno Slam! Sarebbe un modello incredibile per i giovani di tutto mondo dato che affronta i problemi di uguaglianza/razza/cultura!”.
Kyrgios però ci ha tenuto ad avere l’ultima parole per sferrare l’ultimo attacco: “Perché adesso parli di tennis? Questo non ha nulla a che fare con il tennis. Che ne dici del tizio che stai difendendo, e che ci dia una sorta di spiegazione? Non delle scuse mediocri di circostanza“. Insomma, è stata una mattinata burrascosa per Becker che ha assaggiato i colpi duri dell’australiano anche al di fuori di un campo da tennis. Per essere sinceri, e senza prendere una parte in questo catfight, va specificato che Kyrgios ha commentato un avvenimento che era ormai diventato di dominio pubblico grazie al video diffuso; non è stato lui a diffondere la notizia della ‘bravata’ di Zverev, ammesso la si voglia considerare tale. Parafrasando Mister Trapattoni: “Non dire ratto se non ce l’hai nel sacco“.