Torna a parlare Novak Djokovic. Per la prima volta dopo il fiume di polemiche che hanno fatto seguito all’Adria Tour, il torneo di esibizione nei Balcani da lui organizzato senza alcun tipo di precauzioni riguardo al distanziamento sociale e che ha portato al contagio di diversi giocatori coinvolti. Grigor Dimitrov, Borna Coric e lo stesso Nole per la cronaca. Qualche giorno fa il serbo e la moglie Jelena hanno comunicato di essere risultati negativi al test per il Covid-19 dopo l’iniziale positività. Con un’intervista ai media serbi, il n.1 al mondo replica alle dure critiche piovutagli addosso dal resto del mondo del tennis e non solo, per la scarsa avvedutezza dimostrata in tempi di pandemia globale.
“Nell’ultimo periodo vedo solo critiche. Molte di esse sono cattive. Come se ci fosse qualcosa in più oltre alla critica, come se ci fosse una caccia alle streghe. Sembra che sia necessario far cadere qualcuno, un nome famoso che risulti il colpevole di tutto quanto”, sostiene Djokovic (forse con una vena di complottismo) in un’intervista rilasciata a Voijin Velickovic per il ‘Zurnal‘. Il fenomeno di Belgrado è già di nuovo in campo per zittire gli haters come gli riesce meglio, a suon di dritti i rovesci. Djokovic ha infatti svolto il suo primo allenamento dopo il break dovuto all’auto-isolamento insieme al connazionale e amico Viktor Troicki al TC Novak di Belgrado.
La programmazione del campione balcanico sembra però ancora alquanto incerta. In particolare, sembra che Djokovic non abbia ancora deciso se volare negli Stati Uniti per gli US Open e i relativi tornei di preparazione o aspettare e ricominciare in maggiore sicurezza dalla terra rossa europea, con Madrid, Roma e il Roland Garros.
“Non so ancora se giocherò lo US Open. Certamente non sarò a Washington, Cincinnati è in programma (chiaramente dipenderà dalla sua presenza a New York, ndr). La partecipazione al Roland Garros non è in discussione per adesso, e anche Madrid e Roma sono nella mia programmazione“.
Andando più nello specifico, Djokovic ha assicurato che si tratterebbe di una decisione del tutto individuale: “Appoggio il desiderio della USTA di organizzare tornei a Washington, Cincinnati e lo US Open perché è molto importante per la sopravvivenza di molti professionisti del tennis. Come ogni settore, abbiamo molte difficoltà economiche. Personalmente, non ho il tipo di pressione che hanno gli altri, parlo solo dal mio punto di vista, non posso farlo per conto degli altri perché capisco che la stragrande maggioranza di loro ha bisogno di giocare e fare soldi. Accolgo con favore lo sforzo e l’impegno in tutto il mondo, in particolare negli Stati Uniti e in Europa, di organizzare tornei nonostante la grande crisi, la salute, l’economia, la sicurezza, ma tutto ha i suoi limiti“.
Se, come Nadal, dovesse rinunciare alla trasferta americana, lo US Open si disputerebbe senza nessuno dei cosiddetti big three. I tre dioscuri del tennis si priverebbero della possibilità di vincere uno Slam, ma al contempo il nuovo sistema di classifica consentirebbe loro di conservare i punti maturati nell’edizione 2019. “Non voglio commentare, penso che questa sia la soluzione più giusta per tutti” dice Nole sul nuovo regolamento deciso dall’ATP. “Qualcuno si sentirà sempre danneggiato ma noi, come ATP e Player Council, volevamo proteggere tutti i tennisti che non vogliono giocare. Ci sono tennisti che non vogliono andare negli Stati Uniti e non è giusto privarli dei punti dello scorso anno se non possono difenderli”.